Il
vaso di Pandora è aperto. Dopo la dismissione della sovranità militare e
politica dell’Italia ad opera del gip Alessandra Vella e di tutto il mondo della
sinistra, compattamente schierato per l’attività di eversione contro lo Stato
Italiano, le varie ONG che in questi anni avevano affollato i mari tra Italia
ed Africa e che erano sparite nel giro di qualche mese sono pronte a rifarsi
nuovamente sotto.
L’assoluzione
di Carola Rackete ha creato un precedente pericolosissimo e dato un messaggio
importantissimo agli scafisti travestiti da salvatori di vite: in Italia si può
forzare un blocco navale, rischiando anche di ammazzare uomini dello Stato,
senza che vi siano conseguenze. Anzi: è tutto un baci, abbracci e complimenti, con tanto di parlamentari PD che salgono a bordo mentre cerchi di ammazzare qualche finanziere. Per questo Alessandro Metz, di mediterranea,
afferma senza giri di parole: “Agiremo come
ha fatto la Sea Watch, forzando il blocco navale italiano”. La motivazione,
ipocrita e fasulla, è sempre la stessa: salvare vite umane, nei dettami della
legge del mare e dei regolamenti internazionali.
Ora,
non c’è alcun dubbio che la legge del mare, i regolamenti internazionali e
finanche il buonsenso impongano di salvare delle persone che rischiano la vita.
Ma una cosa è intervenire se casualmente, mentre si svolge tutt’altra attività,
(ad esempio: un peschereccio che svolge il proprio lavoro di pesca) si trovano
delle persone in difficoltà e che quindi devono essere salvate. Ben altra cosa
è stazionare in zona SAR, davanti alle coste libiche, aspettando che gli
scafisti africani facciano fare ai clandestini quei pochi chilometri di
tragitto – spesso su bagnarole fatiscenti e che tali devono rimanere, in modo da
diminuire la possibilità di traversate più lunghe e quindi rendere necessario l’intervento
di terze parti – che li separano dalle ONG, pazientemente in attesa. Questa non
è la legge del mare: questa è una attività di commercio di uomini, spacciata falsamente
per attività umanitaria.
Grazie
alla Magistratura Italiana, il braccio armato che permette alla sinistra di
governare sempre e comunque, anche quando perde miseramente le elezioni e anche
quando è minoranza nella Nazione, l’Italia rischia di essere nuovamente sotto
attacco da parte di criminali senza scrupoli (anzi, peggio, perché si travestono col mantello dei buoni sentimenti e del politicamente corretto) che mirano a destabilizzare l’Italia,
già duramente provata socialmente, politicamente ed economicamente dai massicci
flussi migratori che una sinistra compiacente, quando non apertamente complice,
ha permesso negli ultimi anni.
L’avevamo
detto, e purtroppo siamo stati facili profeti. Si avvicinano i momenti in cui,
per ristabilire l’autorità militare e territoriale dell’Italia, si dovrà fare l’unica
cosa che si fa quando qualcuno vuole violare il confine di una Nazione e
affermerà platealmente che cercherà di forzare qualunque blocco: navi in
assetto da guerra e militari pronti a fare fuoco. Prima o poi, se si vuole salvare qualcosa della Nostra sovranità, bisognerà sparare qualche sacrosanta fucilata, e magari farci scappare il morto.
Questo
Governo – in primis Matteo Salvini – avrà mai il coraggio di fare quello che
fece Craxi a Sigonella?
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