mercoledì 20 giugno 2018

Il censimento sui rom? Era ora!



La bagarre scatenata dal Ministro dell’Interno Matteo Salvini, che ha annunciato l’intenzione di voler procedere ad un censimento della popolazione rom presente sul territorio nazionale, ci dimostra diverse cose. Quasi tutte negative.

La prima, ovvia, è una legge basilare e che vige anche in altre Nazioni, ma specificamente in Italia: se qualcosa la fa la sinistra è inclusione, democrazia e tolleranza; se la stessa identica cosa la fa la destra, invece, è una caduta rovinosa verso il baratro del Fascismo e delle leggi razziali. La stampa nazionale e i soliti benpensanti un tanto al chilo, ben consapevoli di questo, si è tuffata a corpo morto sul governo e sul Ministro Salvini in particolare, dimenticandosi che altre amministrazioni, spesso di sinistra, hanno fatto le stesse cose negli anni passati: valga per tutti l’esempio dell’Emilia Romagna col suo “Rapporto sulla popolazione sinta e rom”. Le leggi razziali, il Fascismo, la discriminazione e l’intolleranza sono tutti fantocci che sventola una sinistra che può contare su un apparato mediatico di assoluto livello, e che è sempre più distaccata dalla realtà dei quartieri popolari, delle periferie, delle stazioni ferroviarie dopo le otto di sera.


La seconda evidenza: la sinistra, bene o male, sta sempre e comunque dalla parte dell’illegalità, come il caso dei rom. Gli zingari (su questo spazio il politicamente corretto è abolito, quindi li definiremo con il loro nome), come sa bene chiunque vi abbia avuto a che fare per esperienza personale o anche solo leggendo le quotidiane cronache nazionali, sono una popolazione che vive costantemente ai margini della legalità, in baracche fatiscenti, dedita al furto, allo sfruttamento della prostituzione e a quello minorile, al racket e all’estorsione, totalmente avulsa dal contesto civile intorno a se, che non riesce minimamente a scalfire quel contesto di regole proprie e di omertà che vivono all’interno delle loro comunità. Alcuni clan sono fortissimi, come dimostra l’esempio degli Spada e dei Casalesi nella zona del Lazio: talmente sicuri di se da potersi permettere addirittura di minacciare il Ministro dell’Interno (come accaduto due giorni fa, dove una esponente del clan dei Casalesi ha avvisato Salvini di "rigare dritto") di una Nazione sovrana quale è, o dovrebbe essere, l’Italia, certi della più assoluta impunità. 

Per molto meno, quando l’Italia era una Nazione civile, bastò una battuta sbagliata da parte di un mafioso rivolta direttamente al Presidente del Consiglio per scatenare l’unica e vera repressione che il Nostro Paese abbia mai conosciuto contro la mafia, quella del prefetto Cesare Mori, che la mafia la sradicò totalmente e che riuscì a tornare solo spalleggiata dai fucili degli invasori anglo-americani. Ma il Presidente del Consiglio si chiamava, a quell’epoca, Benito Mussolini: altri tempi, e soprattutto altri uomini.

Chiunque di noi viene costantemente controllato, monitorato e seguito; ognuno di noi ha un codice fiscale, una patente, una carta di identità, che ci vengono richiesti per una miriade di operazioni che compiamo durante il giorno, quasi senza accorgercene, come ritirare una raccomandata alla Posta o prendere un aereo; se facciamo un’operazione insolita sul nostro conto corrente veniamo contattati direttamente dalla nostra Banca, quando questa non ci “salta” per comunicare direttamente con la Guardia di Finanza o l’Agenzia delle Entrate; ci basta fare una ricerca su internet di qualunque cosa, dalla macchinetta per il caffè al nuovo portatile, per essere invasi da annunci di macchinette per il caffè e computer portatili, perché il nostro pc ha venduto le informazioni che abbiamo lasciato sulla rete a società di ricerche di mercato e di vendita; siamo registrati all’anagrafe del nostro Comune, e dobbiamo avvisare se cambiamo residenza; allo stesso modo dobbiamo avvisare l’Agenzia delle Entrate se cambiamo conto corrente; per una prestazione al Pronto Soccorso ci chiedono vita morte e miracoli, quando siamo nati, dove risiediamo, e il documento di identificazione.

A fronte di tutto questo perché mai lo Stato dovrebbe tollerare la presenza sul suo territorio di una popolazione che vive platealmente ai limiti della legge, di crimini, di furti e di rapine, da parassiti e criminali? È giusto e sacrosanto che lo Stato smantelli i campi rom e le attività criminali che sono praticate e foraggiate all’interno di essi, e che si riprenda quei territori. Se ciò provocherà qualche mal di pancia alla Segre o a Saviano ce ne faremo una ragione.

2 commenti:

Nicola ha detto...

Ricordiamo, per sottolineare l'ipocrisia della gentaglia che si erige a baluardo difensivo degli ZINGARI, che in Italia ad esempio esiste ed impunito opera un sedicente OSSERVATORIO ANTIFASCISTA , che si vanta di schedare nomi, indirizzi e vita privata di tutti quelli che, secondo i loro balordi canoni, sono " in odore di Littorio" e che quindi vanno costantemente monitorati e attenzionati a scopo chiaramente e illegalmente repressivo. Per questa feccia, tutto in regola??

Andrea Chessa ha detto...

Hanno dalla loro la Magistratura e la pubblica opinione. I tempi del "uccidere un fascista non è reato" non sono mai finiti.