La bagarre scatenata dal Ministro dell’Interno Matteo
Salvini, che ha annunciato l’intenzione di voler procedere ad un censimento
della popolazione rom presente sul territorio nazionale, ci dimostra diverse
cose. Quasi tutte negative.
La prima, ovvia, è una legge basilare e che vige anche
in altre Nazioni, ma specificamente in Italia: se qualcosa la fa la sinistra è
inclusione, democrazia e tolleranza; se la stessa identica cosa la fa la
destra, invece, è una caduta rovinosa verso il baratro del Fascismo e delle
leggi razziali. La stampa nazionale e i soliti benpensanti un tanto al chilo,
ben consapevoli di questo, si è tuffata a corpo morto sul governo e sul
Ministro Salvini in particolare, dimenticandosi che altre amministrazioni,
spesso di sinistra, hanno fatto le stesse cose negli anni passati: valga per
tutti l’esempio dell’Emilia Romagna col suo “Rapporto sulla popolazione sinta e
rom”. Le leggi razziali, il Fascismo, la discriminazione e l’intolleranza sono
tutti fantocci che sventola una sinistra che può contare su un apparato
mediatico di assoluto livello, e che è sempre più distaccata dalla realtà dei
quartieri popolari, delle periferie, delle stazioni ferroviarie dopo le otto di
sera.
La seconda evidenza: la sinistra, bene o male, sta
sempre e comunque dalla parte dell’illegalità, come il caso dei rom. Gli zingari
(su questo spazio il politicamente corretto è abolito, quindi li definiremo con
il loro nome), come sa bene chiunque vi abbia avuto a che fare per esperienza
personale o anche solo leggendo le quotidiane cronache nazionali, sono una popolazione
che vive costantemente ai margini della legalità, in baracche fatiscenti,
dedita al furto, allo sfruttamento della prostituzione e a quello minorile, al
racket e all’estorsione, totalmente avulsa dal contesto civile intorno a se,
che non riesce minimamente a scalfire quel contesto di regole proprie e di
omertà che vivono all’interno delle loro comunità. Alcuni clan sono fortissimi,
come dimostra l’esempio degli Spada e dei Casalesi nella zona del Lazio:
talmente sicuri di se da potersi permettere addirittura di minacciare il
Ministro dell’Interno (come accaduto due giorni fa, dove una esponente del clan dei Casalesi ha avvisato Salvini di "rigare dritto") di una Nazione sovrana quale è, o dovrebbe essere, l’Italia,
certi della più assoluta impunità.
Per molto meno, quando l’Italia era una
Nazione civile, bastò una battuta sbagliata da parte di un mafioso rivolta
direttamente al Presidente del Consiglio per scatenare l’unica e vera
repressione che il Nostro Paese abbia mai conosciuto contro la mafia, quella
del prefetto Cesare Mori, che la mafia la sradicò totalmente e che riuscì a
tornare solo spalleggiata dai fucili degli invasori anglo-americani. Ma il
Presidente del Consiglio si chiamava, a quell’epoca, Benito Mussolini: altri
tempi, e soprattutto altri uomini.
Chiunque di noi viene costantemente controllato,
monitorato e seguito; ognuno di noi ha un codice fiscale, una patente, una
carta di identità, che ci vengono richiesti per una miriade di operazioni che
compiamo durante il giorno, quasi senza accorgercene, come ritirare una
raccomandata alla Posta o prendere un aereo; se facciamo un’operazione insolita
sul nostro conto corrente veniamo contattati direttamente dalla nostra Banca,
quando questa non ci “salta” per comunicare direttamente con la Guardia di
Finanza o l’Agenzia delle Entrate; ci basta fare una ricerca su internet di
qualunque cosa, dalla macchinetta per il caffè al nuovo portatile, per essere
invasi da annunci di macchinette per il caffè e computer portatili, perché il
nostro pc ha venduto le informazioni che abbiamo lasciato sulla rete a società
di ricerche di mercato e di vendita; siamo registrati all’anagrafe del nostro
Comune, e dobbiamo avvisare se cambiamo residenza; allo stesso modo dobbiamo
avvisare l’Agenzia delle Entrate se cambiamo conto corrente; per una
prestazione al Pronto Soccorso ci chiedono vita morte e miracoli, quando siamo
nati, dove risiediamo, e il documento di identificazione.
A fronte di tutto questo perché mai lo Stato dovrebbe
tollerare la presenza sul suo territorio di una popolazione che vive
platealmente ai limiti della legge, di crimini, di furti e di rapine, da
parassiti e criminali? È giusto e sacrosanto che lo Stato smantelli i campi rom
e le attività criminali che sono praticate e foraggiate all’interno di essi, e
che si riprenda quei territori. Se ciò provocherà qualche mal di pancia alla
Segre o a Saviano ce ne faremo una ragione.
2 commenti:
Ricordiamo, per sottolineare l'ipocrisia della gentaglia che si erige a baluardo difensivo degli ZINGARI, che in Italia ad esempio esiste ed impunito opera un sedicente OSSERVATORIO ANTIFASCISTA , che si vanta di schedare nomi, indirizzi e vita privata di tutti quelli che, secondo i loro balordi canoni, sono " in odore di Littorio" e che quindi vanno costantemente monitorati e attenzionati a scopo chiaramente e illegalmente repressivo. Per questa feccia, tutto in regola??
Hanno dalla loro la Magistratura e la pubblica opinione. I tempi del "uccidere un fascista non è reato" non sono mai finiti.
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