Il governo italiano si è insediato solo da qualche
giorno ma deve già affrontare, in tutta la sua drammaticità, uno dei problemi
più pressanti della Nazione: l’emergenza immigrazione. Un’emergenza resa ancor
più drammatica da quello che altro non è se non un vero e proprio braccio di
ferro che le ong stanno imbastendo col governo Conte, e in particolare col suo
Ministro dell’Interno, Matteo Salvini.
Il quale, va detto, ha dimostrato quantomeno di voler
cambiare rotta rispetto alle disastrose gestioni precedenti della sinistra,
che ha trasformato questo Paese in un gigantesco suk per criminali e parassiti
africani che hanno trovato in Italia una seconda giovinezza. Salvini, infatti,
senza esitazione ha bloccato i porti, chiudendo le porte in faccia alla
Aquarius prima, e alla Sea Watch poi.
Ma è la vicenda legata alla prima nave, la Aquarius,
che ci fa capire come le ong, dietro il paravento dei diritti fondamentali e
del salvataggio di vite umane, puntino solo ed esclusivamente al business. Il comandante
della nave, infatti, due giorni fa ha puntato, col suo carico di disperati
raccattati sulle coste libiche, verso l’Italia, affermando che Malta, ben più
vicino rispetto all’Italia, avrebbe negato il permesso di attracco. Notizia puntualmente
smentita dall’ambasciatore maltese, che ha invece affermato che la scelta di
dirigersi in Italia sia stata presa dal comandante della Aquarius,
successivamente al permesso accordato sulle coste maltesi. Il comandante ha
subito risposto che le condizioni meteo non permettevano un attracco
tranquillo. Balle: il mare è calmo, il tempo è bello, come si può facilmente
evincere da una veloce ricerca su qualunque sito di meteo.
Davanti a questo tentativo di mettere il governo
italiano davanti al fatto compiuto Matteo Salvini, come dicevamo, ha risposto
con una caratura che, diciamolo, non pensavamo un Ministro dell’Interno potesse
avere: quando ci si abitua agli Alfano ed ai Minniti può capitare.
Così la Aquarius ha dovuto ripiegare sulla Spagna, che
si è fatta carico dei clandestini. In questa decisione pesa sicuramente il
cambio di governo spagnolo, desideroso di accreditarsi all’estero e presso la
propria opinione pubblica, che ha visto Pedro Sanchez, leader dell’opposizione,
prendere direttamente il timone dalle mani di Rajola, caduto su una mozione di
sfiducia presentata proprio dagli stessi socialisti: cosa c’è di meglio per
iniziare che dimostrare di avere “o’ core”?
Stando alle ultime notizie, però, la Aquarius sta
tergiversando in acque internazionali, ben poco interessata ad andare in Spagna
e desiderosissima di sbarcare il suo carico di parassiti sull’Italia. Il tentativo
di destabilizzazione del nuovo governo non potrebbe essere più sfacciato ed
evidente. La volontà di mettere Salvini cone le spalle al muro, e
ridicolizzarlo su quello che è uno dei suoi cavalli di battaglia che gli hanno
permesso di vincere le elezioni, non potrebbe essere più sfacciata. L’emergenza
sanitaria (alla quale l’Italia ha risposto mandando medici a bordo per valutare
lo stato dei clandestini), i diritti umani, il dover salvare vite umane: tutte
balle. Vogliono solo salvare il business.
Alimentato dalla grancassa mediatica che ha mobilitato
perfino le riserve per cercare di affossare il governo Conte: masse di
imbecilli manifestano in queste ore contro la decisione di Matteo Salvini di
chiudere i porti; Gino Strada ci fa sapere che vuole andare via dall’Italia: ci
faccia sapere quanto costa il biglietto, perché glielo pagheremmo molto
volentieri, e non si dimentichi la mitica Hazet 36 della giovinezza; Saviano
piagnucola di diritto internazionale violato, dimenticando che il diritto
internazionale prevede anche di far sbarcare gli africani nel porto più vicino,
che è Malta; la Boldrini, com’era ovvio, dice che Salvini ci vuole riportare
all’età di sua nonna: in quei tempi c’era una certa crescita economica e
clandestini che bivaccavano in giro non se ne vedevano, ci viene voglia di
risponderle.
Più in generale tutta una massa di disadattati
manifesta per far riaprire i porti, quando non incita attivamente i sindaci a
disubbidire ad un governo nazionale regolarmente e democraticamente
consolidatosi.
De Magistris, da Napoli, ci fa sapere che lui è
disposto ad accogliere i profughi, ma senza sganciare un centesimo: tutta l’ipocrisia
dell’immigrazione consolidata in un cinguettio su Twitter.
Zedda, da Cagliari, ricorda che la sua città e il suo
porto sono disponibili: è rimasto silenzioso in tutti questi mesi in cui la
cronaca cagliaritana non ha fatto altro che ricordarci che i clandestini
spacciano, violentano, rubano, ma si è risvegliato adesso. Ovvio.
Potremmo rispondere che sabotare esplicitamente le
decisioni di un governo nazionale, in un Paese civile, varrebbe quantomeno un
processo. Invece basta dire che Salvini, nonostante gli strepitii dei radical
chic e dei buonisti a corrente alternata, come Ministro dell’Interno ha piena
facoltà di chiudere i porti: né De Magistris, né Zedda né Saviano possono farci
alcunché. Per fortuna.
3 commenti:
Giocando e parafrasando sull'ambiente teatro della vicenda, si può, si deve cautamente definire " una goccia nel mare". La formula ampiamente dubitativa, conoscendo la storia italica ed il lassismo " patriottofobico" del suo popolo post- Ventennio e conoscendo " origini politiche" nonché ambigue trame e insolite commistioni ideologiche di ciascun personaggio oggi in turno ad occupare le poltrone di Montecicoria, è d'obbligo.
Non è disfattismo a prescindere o insana vocazione alla jettatura ...è solo fredda e lucida consapevolezza nonché disincantata analisi dei fatti odierni e dei " personaggi interpreti", in un teatrino che per nulla rievoca e manco lontanamente somiglia all'ideale di Nazione e di Popolo che un giorno esisteva, orgogliosi della loro millenaria Storia e della sua civilizzatrice esportazione, serrati a coorte nei loro ferrei ideali e pronti contro tutto e contro tutti per difenderli valorosamente.
Nicola, hai perfettamente ragione.
Però, non me ne vogliano i camerati, credo che un salto di qualità, anche minimo, sia stato fatto. Siamo passati da un premier che si è appioppato tutti i clandestini in cambio della flessibilità per gli 80 euro (roba da plotone di esecuzione, in tempi civili) ad uno che ferma gli sbarchi ed esige scuse scritte dall'arrogante Macron.
Poteva andare peggio, non credi?
Certo. Ovviamente è già un grosso passo avanti nel lungo e difficilissimo cammino verso il recupero di un briciolo di identità nazionale e di orgoglio patrio. Ripeto solo che l'estrema cautela è d'obbligo : non siamo più abituati, ahimè, a questi tentativi di riscatto ed al risveglio di un blando "istinto di conservazione " di questo popolo. Se il bicchiere oggi lo vediamo mezzo vuoto, maggiore sarà la gioia, domani, di ritrovarselo pieno....e di vino buono.
Sempre tutta la mia ammirazione ed il mio sincero plauso per i tuoi lodevoli, veritieri e ineccepibili scritti.
Cameratescamente
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