martedì 8 settembre 2009

Della dignità di Napolitano non sappiamo che farcene

Qualcuno mi chiede di commentare l'8 settembre e – non ultimo – le ultime frasette di un Napolitano partigiano (nel senso che è di parte) e ipocrita.

Cadono le braccia (e non solo quelle!) a sentire le ultime vergognose dichiarazioni di questo Presidente di una sola parte di italiani. Il quale riesce a dire le sue bestialità senza neanche arrossire: tipica attitudine alla menzogna.


Perché per dire che l'8 settembre fu un giorno in cui l'Italia guadagnò la dignità serve una faccia da culo grande così.


L'8 settembre è il giorno in cui l'Italia anticipò baracca e burattini per entrare nella parte avversaria, con un Re vigliacco che fugge verso l'invasore, accerchiato dal seguito reale e dai voltagabbana che si affollano davanti alla nave della fuga cercando anch'essi un posto. Mentre tutti di colpo si scoprono antifascisti, saranno i combattenti della RSI a tener fede all'alleanza con i camerati tedeschi, difendendo il suolo patrio dai gangsters a stelle e strisce. Spesso utilizzando solo il proprio corpo, essendo le armi e le munizioni inservibili, perché sabotate nelle fabbriche.


L'8 settembre l'Italia consuma uno dei più clamorosi voltafaccia e tradimenti della Storia moderna. E' difficile, nel vastissimo panorama storico, trovare anche solo qualcosa che possa anche solo assomigliare a quell'ignobile voltafaccia con il quale una Nazione, accortasi della difficoltà di continuare la guerra con il proprio alleato, passa baracca e burattini dalla parte avversaria.


E Napolitano questo lo chiama dignità. Bisognerebbe chiedergli conto di queste parole.


Potremmo liquidare le parole di Napolitano come il contributo di un Presidente della Repubblica partigiano e intimamente comunista che acriticamente svolge il suo ruolo in questa repubblichetta nata dalla Resistenza, cioè dalla vergogna e dalla resa all'invasore anglo-americano. Se facessimo ciò non sbaglieremmo. Ma io credo che il significato sia più profondo.


Se Napolitano ha potuto pronunciare queste frasi senza che nessun giornalista o storico gli chiedesse il conto, è perché, evidentemente, sa bene quello che può fare e quello che non può fare Sa, molto probabilmente, che la maggioranza degli italiani hanno supinamente accettato la grande menzogna, come un gigantesco gregge. In questo senso le nuove tecnologie e le possibilità di accesso all'informazione di una sempre maggiore parte della popolazione non hanno scalfito neanche di un millimetro il gigantesco muro di menzogne che hanno eretto i vincitori.


Probabilmente, il fatto di essere stato un partigiano fa si che Napolitano abbia una concezione di questo termine tutto particolare. Sappiamo che significato aveva il termine “dignità” per i partigiani. Se l'8 settembre, giorno dei traditori, è un giorno di dignità, è implicitamente sottinteso che chi combatté dall'altra parte non ne ebbe. Che Napolitano si permetta di offendere così centinaia di migliaia di combattenti dimostra ancora una volta la sua faziosità e la sua partigianeria. Ma il termine dignità ha un significato preciso, anche se lui lo usa a sproposito. La dignità non è dei traditori. La dignità è di chi combatte il nemico, e non lo cambia dalla sera alla mattina per ordine di un Re vigliacco e fuggiasco. La dignità è di chi sceglie di restare al suo posto di combattimento, di onorare un patto preso con i camerati che, prima ancora di essere politico, è umano e spirituale. La dignità è di coloro che scelsero di morire per dimostrare che l'Italia non era composta solo da voltagabbana e traditori, ma anche da uomini.


Si metta l'anima in pace Napolitano e gli eredi dei traditori del 43 e del 45: l'ultimo repubblicano di Salò vale mille volte più di tutti loro messi insieme. Perché avevano una cosa che Napolitano neanche risparmiando sulle sue generose prebende antifasciste potrebbe mai comprare: l'amore per la propria Patria e il coraggio di morire per difenderla.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Anche se non fascista, concordo pienamente sul fatto che l'8 settembre fu una delle vergogne più grosse della storia dell'Italia unita.
Non si era mai visto (e non si è ancora visto) che una nazione cambiasse schieramento a guerra in corso.
Dignitoso sarebbe stato arrendersi nel momento in cui era chiaro che non si era in condizioni di combattere ad armi pari con l'avversario (meglio ancora sarebbe stato farsi i fatti nostri nel Giugno del'40 e rimanere neutrali, ma questa è un'idea mia) e risparmiare agli Italiani e all'esercito le sofferenze e i patemi che hanno subito dopo l'armistizio.
Dignitoso sarebbe stato combattere con quel poco che avevamo, anche se la nostra tenacia aveva sorpreso nientemeno che il Generale Rommell.
Di sicuro sarebbe stato più onesto agli occhi della Storia, mentre abbiamo veduto un re che fuggiva fottendosene della nazione, uno Stato Maggiore che abbandonava le sue forze armate al loro destino, una guerra civile che doveva, almeno quella, essere evitata.
Forse quel che è successo 66 anni fa è solo l'emblema di un paese che non è mai esistito e un'indole disonesta e profittatrice insita in un popolo intero...
Da parte mia posso solo apprezzare chi ha combattuto onestamente, da una parte e dall'altra, seguendo, magari ingenuamente, degli ideali e delle idee che sono state tradite, da una parte e dall'altra...
Forse la verità delle cose, come al solito, sta nel mezzo...

Alessio

Anonimo ha detto...

La massoneria dopo la guerra D'Etiopia ha scatenato attraverso l'arte del tradimento, della corruzione, del sabotaggio e del disfattismo ha sferrato il suo attacco disgregatore facendo cadere il governo Mussolini il 25 Luglio '43. C'è da aggiungere che eravamo usciti esausti dalla guerra di Spagna. Il tutto ha favorito un contesto propenso a quanto detto prima riguardo all'azione della Massoneria. Ci sono ancora molte ombre che celano la verità e che hanno contribuito negli anni successivi a condizionare la storiografia. Qualcosa adesso si muove è ancora poco, la strada è lunga, ma vinceremo.
In alto i cuori!!!
Emil

Andrea Chessa ha detto...

Di questo argomento ne ho parlato qui: http://chessaandrea.blogspot.com/2008/09/ecco-come-la-massoneria-abbatt-il.html