venerdì 19 dicembre 2008

Fini, non c'è limite alla vergogna

C’è un personaggio, nella scena politica italiana, che negli ultimi dieci/quindici anni ci ha “deliziati” (ma meglio sarebbe dire “schifati”) per le sue incredibili doti di equilibrista e di capriolaio; un colpo al cerchio ed uno alla botte, il nostro è riuscito a dire tutto ed il contrario di tutto in soli pochi anni, a contraddire il giorno dopo quello che aveva appena pronunciato con convinzione il giorno prima, ad allearsi con coloro che fino a poco prima aveva pubblicamente additato come i suoi presunti nemici, a rinnegare prontamente i valori che hanno guidato (a suo dire) per anni la sua lotta politica.
Per dare un’idea al lettore (ed in particolar modo a tutti i “presunti” fascisti - la “f” minuscola è d’obbligo – che lo hanno votato pensando di eleggere un fascista) proponiamo questa breve cronologia, che non necessita di ulteriori commenti.

1988 - Sono orgoglioso di consegnare la tessera ad honorem del Msi-Dn all'amico Le Pen.
1989 - Non dobbiamo rischiare di perdere la nostra identità nazionale in Europa.
1990 - Il fascismo non è mai morto.
1991 - Il fascismo è un'esperienza che non si è ancora conclusa, e noi ci sentiamo ancora intimamente legati ad esso.
1992 - La pena di morte è necessaria contro la delinquenza e lo spaccio di droga.
1993 - L'immigrazione è un pericolo serio per l'Italia, rischiamo di essere sommersi, di
perdere la nostra identità nazionale.
1994 - Mussolini è stato il piu' grande statista del secolo.
1995 - Il fascismo non deve piu' ripetersi.
1996 - Chiedo perdono per gli ebrei, e gli errori commessi durante la seconda guerra mondiale.
1997 - Sono un conservatore atlantista.
1998 - Bisogna condannare il fascismo sotto ogni sua forma.
1999 - L'America ha liberato l'Europa. An difende l'interesse nazionale italiano in Europa. Sono un convinto europeista.
2000 - Haider? Un personaggio oscuro. L'Ue si è comportata bene.
2001 - Siamo una forza di governo democratica. An è contro la pena di morte.
2002 - Le Pen? Pericoloso, naturalmente voterei l'amico Chirac.
2003 - Mussolini? Un dittatore. All'Italia servono piu' immigrati. I tempi sono maturi per concedere il diritto di voto a tutti gli immigrati.

Già un personaggio del genere, degno erede dei Badoglio e dei Mastella, in qualsiasi Paese civile e soprattutto dotato di memoria sarebbe stato scacciato dalle scena politica a furor di popolo, tra gli sberleffi e le pernacchie di fantozziana memoria. Quale elettore serio voterebbe mai per un politico del genere? Poiché però l’Italia non può affatto ritenersi un Paese civile (benché meno il suo elettorato), il nostro ha scalato negli ultimi anni la scena politica, fino ad arrivare a diventare Presidente della Camera. La lobby sionista, ad ogni nuova capriola del nostro, esulta di passione. Tzipi Livni, probabile futuro Primo Ministro di Israele, e tutti i suoi amici di oltreoceano “gongolano” di gioia. Chi mai poteva pensare che chi era diventato importante grazie al voto dei “fascisti” arrivasse a rinnegare pubblicamente il Fascismo, il suo capo e le sue decisioni? Un qualunque politico di questo genere, dopo anni di militanza neofascista, che arriva a definire il Fascismo “male assoluto”, che si inginocchia allo Yed Vashem per un olocausto mai accaduto, che attacca addirittura la Chiesa complice, a suo dire, di non aver fatto nulla per opporsi alle leggi razziali, si sarebbe ritirato dalla scena politica. Avrebbe detto: “Signori, io ho fatto politica per anni nell’area neofascista. Adesso mi accorgo che quello in cui io avevo creduto è il “male assoluto”; ciò significa che ho sbagliato gran parte della mia attuale carriera, che ho sbagliato completamente nel fare certe valutazioni che hanno influenzato la mia condotta per anni. Ragion per cui, non essendo affidabile, lascio la politica”. Questo direbbe un politico serio, che ha a cuore il suo elettorato e i suoi militanti (che, nonostante tutto, nella destra ci sono), anziché rinnegare e capriolare pubblicamente da una posizione all’altra solo per compiacere i suoi occulti finanziatori.
Ormai il lettore avrà capito di chi parliamo: ormai, per chi riesce ad osservare la scena politica italiana con obbiettività, Gianfranco Fini è a tutti gli effetti il degno erede di Mastella; che, in confronto a lui, diventa un radicale.
Già qualche giorno fa Fini l’aveva detta bella, ribadendo l’indiscussa differenza di levatura morale tra i partigiani e i repubblicani della R.S.I. Non si preoccupi il Presidente della Camera: noi abbiamo ben presente che differenza passa fra chi decide di morire per la propria Nazione, e coerente e fedele ai suoi ideali e al suo Paese fino alla fine, e dei rubagalline che sapevano solo sparare alle spalle per compiacere i loro padroni sovietici.
Me le ancor più recenti sparate di Fini, sulle colpe che avrebbe la Chiesa per le leggi razziali del 1938 e quindi sul presunto olocausto, contrariamente a quanto si sarebbe portati a pensare a prima vista, non sono assolutamente frutto di semplice doppiogiochismo e opportunismo politico (oltre che umano).
Rientrano in quella più grande strategia che determinati poteri stanno attuando contro la figura del Papa Pio XII, da sempre accusato di non aver denunciato le leggi razziali e lo sterminio degli ebrei, sottomettendosi di fatto ai Nazionalsocialisti. Chi avrà la bontà di informarsi anche da altre fonti che non provengano dalle logge o dalle sinagoghe, capirà che Pio XII non è mai stato tenere nei confronti dei nazisti, ma al contrario di tanti altri (e soprattutto del Papa polacco sempre pronto a denunciare i crimini nazisti ma altrettanto smemorato nel denunciare quelli comunisti) è rimasto lucido e distaccato, capendo che le voci che giravano sul presunto sterminio degli ebrei erano sostanzialmente infondate; non si capirebbe altrimenti perché la Chiesa, che (è accertato storicamente) fu spesso e volentieri polemica con i Fascisti negli ultimi anni del secondo conflitto mondiale, avrebbe dovuto dar manforte ai Fascisti proprio su una questione cruciale come uno sterminio di massa. Del resto come si poteva gridare contro un presunto sterminio, se la stessa Croce Rossa appurò che gli ebrei detenuti nei campi di concentramento ricevevano sostanzialmente lo stesso trattamento di tutti gli altri detenuti e addirittura in alcuni campi si autogestivano da soli, senza l’intervento delle SS? Come credere all’olocausto ebraico se già gli stessi ebrei, nel primo conflitto mondiale (quindi ben prima dell’avvento al potere di Adolf Hitler nel 1933), accusavano la Germania di aver già sterminato diversi milioni di ebrei? Di quale olocausto si parla se è storicamente dimostrato che fino a pochi giorni prima della fine del secondo conflitto mondiale in Germania operava attivamente un centro per l’emigrazione ebraica? Come si fa a parlare di “olocausto programmato” se sono ormai note le collaborazioni (spesso proficue) tra i sionisti e i tedeschi per favorire l’emigrazione degli ebrei in Palestina? Del resto non fu proprio la stessa comunità ebraica ad auto dichiararsi nemica della Germania nel marzo 1933, dopo un feroce boicottaggio dei prodotti tedeschi (non sanzionato dalle autorità tedesche) che incise pesantemente sull’economia tedesca?
Pio XII ha avuto il torto di non credere alle menzogne che i vincitori hanno imposto al mondo per legittimare una guerra che furono gli stessi Stati Uniti e gruppi di potere internazionali più o meno occulti a volere fortemente. Ed ancora oggi i grembiulini – e chi per loro ha svenduto la camicia nera per il ben più remunerativo cappuccio – vogliono togliersi questo sassolino dalla scarpa, al fine di poter raggiungere, con lo screditamento di Pio XII, due obiettivi: gettare ulteriore discredito sulla Chiesa Cattolica (nemica giurata della massoneria nei secoli) e rafforzare la vulgata ufficiale olocaustica che pian piano comincia ad avere qualche crepa.

P.S. Per ulteriori informazioni:

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Purtroppo Gianfranco Fini sta studiando da Presidente della Repubblica. Il problema grosso è che sta assumendo dosi talmente massiccie di "politicamente corretto" che rischia di trasformarsi in un Veltroni qualsiasi.

Andrea Chessa ha detto...

Posso ammettere, come molti mi fanno notare, che dal punto di vista strettamente politico il cammino di Fini sia coerente; ma pensavo che la coerenza nell'ideale fosse un distintovi dei cosiddetti "Fascisti", che imperterriti continuano a votare personaggi che poi, quotidianamente, si dedicano a sbugiardare e ad infamare il loro stesso elettorato senza avere alcuna ricaduta negativa in termini elettorali.
Forse se ad ogni scemenza detta da Fini (quella sulla RSI è vergognosa, a dir poco) il suo bacino elettorale si abbassasse il nostro ci penserebbe due volte. Evidentemente conosce molto meglio di me la stupidità di molti della cosiddetta area (che strepita contro Fini ma poi si rifiuta di fare con noi un volantinaggio contro Ulderico Pesce) se fa così bene i suoi calcoli.