giovedì 11 maggio 2017

Se anche Mario Balotelli è più intelligente degli antifascisti



Entrata dura di Mario Balotelli. Stavolta, però, l’intervento non lo ha fatto in campo, bensì fuori, precisamente durante una intervista al programma televisivo brasiliano Esporte Espetacular. Tra un attacco di umiltà e l’altro (“Vorrei vincere il pallone d’oro. So che Ronaldo, Neymar e Messi stanno meglio di me, ma con l’aiuto dell’Altissimo posso farcela”) ad un certo punto il fattaccio: Prima di essere italiano io sono africano. Se fossi stato italiano sarei stato bianco”. Normalissime esternazioni che solo in una civiltà corrotta possono creare scalpore. E, molto probabilmente, non lo faranno. 

Perché gli incensatori di Mario Balotelli, sempre così solerti a difenderlo dai fischi dei tifosi (avversari e non) anche quando questi fischi erano palesemente rivolti alle sue scarse prestazioni sportive (il giocatore non è certo un modello di continuità e di rendimento sportivo), anche quando dimostrava di non saper portare quella maglia della Nazionale Italiana nella quale, evidentemente, non si ritrovava, siamo certi che ora taceranno.

L’esempio di multirazzialità (che poi esempio non è), il primo giocatore nero ad indossare la maglia della nostra nazionale, è stato tale finché è servito ad una pletora di giornalisti e di commentatori (sportivi e non) votati al politicamente corretto. Che, oltre a qualificarli per gli indegni quali sono, ben poco aiuto hanno portato al giocatore africano, che aveva tutte le qualità per diventare un giocatore importante a livello europeo (se non mondiale) e invece è stato lasciato solo a sguazzare nella sua arroganza. Molta meno di quella che dimostrano quotidianamente gli antirazzisti di professione, comunque sia.

Se anche Mario Balotelli dimostra di essere più serio e più intelligente degli antifascisti, due domandine, fossi in loro, me le farei.

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