Devo essere sincero: quando, prevalentemente su Facebook,
i miei contatti commentavano la nuova legge sulla legittima difesa, ho pensato
che ci fosse un errore o, alla meglio, che si stesse facendo solo un po’ di
sana goliardia. Mi sembrava impossibile che in una Nazione civile potesse
essere introdotta una norma relativa alla legittima difesa che ti permette di
sparare al ladro, ma solo di notte. “E’ una cosa troppo imbecille”, dicevo tra
me e me, “e anche se in quanto a imbecillità non siamo secondi a nessuno, siamo
pur sempre la Patria di Roma e del diritto civile”. Insomma: pensavo che fosse
un errore. Poi, pian piano, leggo che Salvini viene addirittura cacciato dal
Senato per aver urlato ripetutamente “Vergogna!” ai parlamentari che hanno
votato la legge. Leggo e, incredibilmente, è vero.
La legge sulla legittima difesa, diciamolo chiaramente,
è un obbrobrio giuridico. E non bisogna aver fatto Giurisprudenza o essere un
avvocato o un maestro del Diritto, per affermare una cosa del genere, ma solo
aver letto qualche libro.
Un pasticcio, una aberrazione giuridica, una vera e
propria trappola per chi si difende, un contentino dato al popolino che chiede
incessantemente più sicurezza. La legge sulla legittima difesa è questo, e
molto altro.
Una manovra politica da parte del PD, innanzitutto. Si è
voluta mettere a tacere quella parte dell’opinione pubblica, specialmente
quella non legata a sinistra, che chiedeva (e da ora in poi, presumiamo,
continuerà a farlo con rinnovato vigore) maggiori garanzie per chi si difende sacrosantamente
dai ladri, anche con qualche sacrosanta fucilata.
Cosa che, con la nuova legge,
sostanzialmente non è avvenuta. Resta tutta da dimostrare a carico del padrone
di casa (o di chi si difende da un’aggressione in auto o in ufficio) la
legittimità della reazione, che sarà poi valutata dal giudice con grande
discrezionalità. Niente di diverso da quello che è sempre accaduto: se non hai
una pistola alla tempia, col rapinatore che sta premendo il grilletto, non puoi
fare fuoco. E anche lì devi dimostrare che il rapinatore ti aveva puntato la
pistola alla tempia e stava per fare fuoco. Insomma: non è cambiato
sostanzialmente nulla. Sentiremo ancora parlare di situazioni simili a quel
processo in cui il giudice, qualche tempo fa, condannò un padrone di casa reo
di aver sparato un bandito al fianco. Se lo hai sparato al fianco, è stata la
spiegazione del giudice, vuol dire che stava scappando oppure era girato, e
quindi, per la tua incolumità, non costituiva un pericolo immediato. Detto in
altre parole: deve esserci una proporzione evidente e dimostrabile (a carico di
chi si difende) tra l’offesa e la reazione.
Ancora: viene introdotta una disparità di trattamento
tra la notte e il giorno. Di giorno, teoricamente, dovrebbe valere la vecchia
legge, quella in base alla quale il povero Cristo deve farsi rapinare, perché se
osasse reagire dovrebbe risarcire il ladro (Ermes Mattielli, che poi è morto di
crepacuore, è un esempio). Siamo alla legittima difesa per fasce orarie. Il livello,
in Italia, è questo. Introdurre una discriminazione legislativa tra il giorno e
la notte mediante un concetto, la “notte”, appunto, che non è tecnico. Come si
fa a qualificare se è notte oppure giorno? E se siamo all’imbrunire? E se c’è
appena stato il passaggio all’ora legale?
Molto meglio sarebbe stato introdurre un principio
giuridico chiaro ed univoco: chi commette una violazione di domicilio va
automaticamente “contra legem”. È pertanto piena discrezionalità del
proprietario di casa decidere come meglio agire per tutelare i suoi familiari e
le sue cose. Inclusa qualche sacrosanta fucilata.
Tutto troppo semplice, per i soloni del politicamente
corretto e per i benpensanti di turno. Alla testa dei quali si pone, come al
solito, Roberto Saviano, ormai idolo assoluto dei centri sociali e di teppaglia
simile. Di uno che pontifica su come debba difendersi un povero cristo che si
trova i ladri in casa, dall’alto del suo attico a New York e con la scorta che
gli guarda le spalle, non vale la pena parlare. Saviano descrive alla
perfezione il tipico radical chic di sinistra che, quando il deretano non è il
suo, pontifica di civiltà e di senso dello Stato, e se non fai come dice lui, allora significa automaticamente che sta tornando il Fascismo (questa parola mistica della quale anche il Roberto nazionale si riempie la bocca e di cui sa, evidentmente, ben poco). Quello stesso senso dello
Stato che i suoi amichetti dei centri sociali smarriscono ogni volta che
manifestano, con vetrine distrutte, guerriglia urbana e cariche contro la
Polizia assortite.
Che questa legge sia una porcata, del resto, se n’è
accorto anche il PD (ed è tutto dire!) che medita già di modificarla al Senato.
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