martedì 31 marzo 2009

Dalla casa del Padre alla casa del padrone

Parlando con diverse persone, e leggendo diverse emails, vengo a sapere di tanta gente indignata per la totale e definitiva conversione di Fini al partito unico della destra; la parola che va per la maggiore è quella della condanna perenne: “traditore”.


Tanti vogliono sapere che cosa ne pensiamo noi del MFL. Solo questa domanda dimostra ampiamente come in tanti, anche all’interno della nostra area, sentano ma non riescano ad ascoltare. Noi del MFL siamo da anni che denunciamo l’abiura politica di Fini; ed è un tradimento che comincia da lontano, da Fiuggi. E’ da anni che Fini sparla pubblicamente del Fascismo, di Benito Mussolini, dei Fascisti. E, per sdoganarsi completamente, ha assunto un portamento ed un atteggiamento politico che definire antifascista è dir poco. Condanna totale del Fascismo, che diventa male assoluto; pellegrinaggi allo Yed Vashem, per celebrare quella che è l’unica religione per la quale non solo non si accettano eresie, ma neanche dubbi, tentennamenti o prese di posizione neutrali; elogio dell’antifascismo e della Resistenza (“Ringraziamo i partigiani che hanno combattuto per la nostra libertà”, ha sentenziato recentemente); condanna delle leggi razziali; condanna della Chiesa, che a parere di Fini rimase a guardare mentre in Italia veniva attuata una campagna di eliminazione nei confronti degli ebrei. Insomma, il camerata ha svestito la camicia nera, difficile e pericolosa da portare, per il grembiule e il cappuccio. E così è diventato un personaggio "politically correct", infarcito di un po' di buonismo, di un antifascismo viscerale, ogni tanto qualche polemica con Berlusconi (che eccita molti i sinistri), qualche stronzata qua e la' detta però con convinzione...

Ce n’è abbastanza perché un Fascista serio prenda le distanze da questo personaggio. Invece, così non è accaduto: alla vittoria di Berlusconi e del suo governo è stato un tripudio di pseudonazionalisti che salutavano la truppa del capitalista massone come il governo dei camerati; e alla vittoria di Alemanno, alle ultime elezioni di Roma, abbiamo dovuto assistere a pseudocamerati che, con le bandiere di AN e dell’Italia, si esibivano nel tanto vituperato saluto romano. Quanto fosse camerata Alemanno l’ha dimostrato nelle settimane successive, ma questo è un altro discorso.


Quello che voglio dire è questo: personaggi come Fini, o come Alemanno, o come La Russa, che hanno utilizzato un ideale per arricchirsi, salvo poi rinnegarlo una volta seduti nelle poltrone che contano, sarebbero stati dimenticati da un pezzo nella spazzatura della politica italiana se non avessero trovato una legione di imbecilli pronti a votarli, convinti di portare al potere il Fascismo e i Fascisti. Molto pragmaticamente, Fini ed i suoi colonnelli hanno scoperto che in questa sedicente democrazia le ideologie pesano. Sono zavorra. E’ difficile, specialmente in questo orrendo Paese, avere un’ideologia. Per dichiararsi Fascisti pubblicamente ci vogliono le palle. Non si diventa sindaci di Roma facendo politica col fascio. E’ più facile diventarlo promettendo musei del ricordo dell’Olocausto in caso di elezione. Il che si può fare, per carità. Ma la smettano, una volta per tutte, di infangare il nome del movimento politico più nobile, più audace, più "sanamente italiano" che l'Italia abbia mai avuto. Hanno scelto di passare dalla "casa del Padre" alla casa del padrone, Berlusconi (che personalmente preferisco di gran lunga a Fini: quantomeno fa i suoi interessi, in maniera coerente, e non si è mai finto Fascista per avere il voto dei Fascisti). Che i sedicenti Fascisti, se tra quella accozzaglia di arrivisti ce n'è ancora qualcuno, la smettano una buona volta di farsi prendere per il culo.

Nessun commento: