mercoledì 4 marzo 2009

Il Molo Ichnusa abbandonato: parte l'inchiesta

Qualunque cagliaritano che, come il sottoscritto, passa spesso e volentieri in via Roma, sicuramente lo avrà visto. Parlo del Terminal Crociere che, già dal 2007, anno del suo completamento, aspetta di entrare definitivamente in funzione. In oltre due anni di abbandono questa bella struttura, che si affaccia su uno dei porti più belli di tutta Italia, quello di Cagliari per l’appunto, ha funzionato per neanche due settimane, ospitando l’evento “Prix Italia”, sponsorizzato dalla Rai, nel settembre dello scorso anno. Solo due settimane di lavoro: poca cosa rispetto a quello che il nuovo terminal dovrebbe e potrebbe fare.

Accogliere le grandi navi da crociera, innanzitutto. Per una città come Cagliari, che ha la vocazione e l’ambizione di essere città turistica non soltanto tre mesi all’anno, un bel terminal in cui accogliere le grandi navi era auspicabile e necessario. E, sulla carta, la “nuova” struttura del Molo Ichnusa si presta bene a questa eventualità: una piazza coperta polivalente, con bar, ristoranti, negozi e punti di ritrovo; cinque corpi costruiti attorno alla piazza centrale, che possono essere adibiti non solo allo scopo principale della struttura, ma anche per eventi pubblici, manifestazioni, spettacoli culturali e via dicendo. Soprattutto se si pensa ai tanti problemi di spazio ai quali va incontro Cagliari ogni qualvolta si tratti di organizzare manifestazioni culturali o eventi pubblici ad ampio raggio, di spazio in primis, ma anche di adeguamento tecnico delle strutture.

Ma quale è il motivo per cui il nuovo terminal portuale non riesce ad entrare in funzione? A dir poco incredibile, a maggior ragione se si pensa che, a quanto scrivono questi giorni diversi siti e quotidiani sardi, il vero e unico problema era noto a tutti: la scarsa profondità del fondale che, essendo di soli 7 metri, non permette l’attracco di navi da crociera che necessitano anche di fondali con più di 10 metri di profondità. Se così non fosse, le navi toccherebbero e rischierebbero di restare incagliate sul fondo. La domanda nasce spontanea: come mai, prima di costruire il terminal vero e proprio, non si è provveduto quantomeno ad adeguare il fondale dello scalo, fondamentale requisito perché il terminal potesse entrare in funzione, prima di costruire il corpo-struttura vero e proprio? E’ questa la domanda principale alla quale cercherà di rispondere la Magistratura, che ha aperto, proprio in questi giorni, un’inchiesta per accertare le cause dell’accaduto. L’ipotesi di reato è chiara: abuso d’ufficio.

E mentre aspetto di sapere se questo scandalo all’italiana è dettato da incompetenza oppure malafede (ma, in tipica salsa “italica”, non mi sorprenderei se fossero entrambe le cose), non posso fare a meno di cercare con lo sguardo, ogni volta che passo in via Roma, un’altra occasione mancata per Cagliari.



Le foto sono prese dai seguenti siti:

www.prixitalia.rai.it

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