martedì 3 marzo 2009

Williamson: perchè non lo impicchiamo?

E’ notizia recente che il vescovo Williamson, salito alla ribalta della cronaca per aver negato l’olocausto nazista e aver dubitato della stima ufficiale dei sei milioni di ebrei uccisi, ha chiesto pubblicamente scusa alla Chiesa Vaticana ed alle vittime della seconda guerra mondiale: “Non avrei mai pronunciato quelle parole, se avessi saputo in anticipo il dolore che avrebbero causato”. Ammesso e non concesso che disquisire del numero di morti dell’Olocausto equivalga a mancare di rispetto ai morti della seconda guerra mondiale (e anzi, questo dovrebbe essere fatto proprio per rendere loro una “vera” giustizia, che stabilisca una verità che non sia quella dei vincitori), la Chiesa Cattolica ha comunque detto che no, queste dichiarazioni non bastano proprio.

Capiamo che aver espulso Williamson dall’Argentina per un delitto che altro non è se non di opinione, averlo cacciato dal movimento lefevbriano, averlo privato anche della pensione e dei soldi che gli garantivano di campare, evidentemente tutto ciò non è sufficiente perché Williamson, che comunque coraggiosamente non ha ritrattato le proprie posizioni “storiche”, venga punito per aver contraddetto l’unico credo religioso che la Chiesa si sente in dovere di difendere con tutte le sue forze: quello olocaustico.

Allora ci chiediamo: quale pena potrà mai essere considerata sufficiente per tale eresia? Forse la crocifissione, da effettuarsi simbolicamente ad Auschwitz? Forse lo scuoiamento totale alla presenza della comunità ebraica? Forse gli vogliamo dare una bella e grande lavagna su cui scrivere con le unghie, alla maniera di Bart Simpson, “L’olocausto è veramente avvenuto, l’olocausto è veramente avvenuto, l’olocausto è veramente avvenuto….”? Oppure, in pieno stile dantesco, potrebbero utilizzare la famosa pena del contrappasso: lo buttino in un forno crematorio e chi si è visto si è visto. No, no… sembra tutto troppo poco per il peccato di cui il vescovo si è macchiato. Insomma: non è mica comunista, pedofilo oppure assassino: è un negatore dell’olocausto! Forse l’idea migliore sarebbe un’altra, che permetterebbe, tra le altre cose, una grande sintonia tra i laici e i cattolici: un colpo alla nuca e non se ne parli più! Non è stato proprio Marcello Pera, qualche settimana fa, a dire su Sky che i negazionisti sono come dei serpenti ai quali va schiacciata la testa? Noi altri, tra vedere e non vedere, faremo meglio a dotarci di apposito elmetto antinfortunistica.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao,a proposito di pedofili qualche giorno fa le iene hanno trasmesso un servizio sulla penitenzeria apostolica e sono stati intervistati cardinali e monsignori sulla questione dei preti pedofili,costoro hanno invitato i genitori delle vittime a non denunciare i preti ma di limitarsi a informare il vescovo che provvedera a trasferire il prete o a fargli un rimprovero perchè i panni sporchi si lavano in famiglia.

Andrea Chessa ha detto...

Ciao Paolo.
Si, il servizio de Le Iene l'avevo visto anche io, ma si trattava di un video di qualche anno fa che testimoniava come all'interno della Chiesa Vaticana ci fosse il massimo tentativo di insabbiare e di nascondere. Sicuramente è lo stesso, oppure un altro dello stesso tenore.
Che vergogna... altro che Concordato...

Tra le altre cose non so come dovrebbe funzionare la questione, per lo meno dal punto di vista giuridico. I preti sono comunque cittadini di uno Stato estero, per l'appunto il Vaticano, ma i crimini commessi sono sul territorio italiano (a meno che non vengano commessi dentro il Vaticano o nelle Chiese, e anche quello purtroppo non stupirebbe) e a danno di cittadini italiani. Quindi sotto giurisdizione italiana. Pertanto, se le mie conoscenze giurisprudenziali non mi ingannano, lo Stato Vaticano copre e protegge gli autori di un misfatto che lo Stato Italiano è chiamato a verificare e punire.