giovedì 5 marzo 2020

I genitori di Ugo Russo chiedono Giustizia? Eh no! Qui la Giustizia la esigiamo noi



In uno spettacolo di qualche anno fa il comico Enrico Brignano faceva divertire il pubblico più o meno così: “Se tu ti compri la villa, quella è istigazione a delinquere: se avessi avuto un monolocale il ladro non sarebbe venuto a rubare a casa tua”.

Pietro Ioia, il “garante dei detenuti” (si, non lo sapevo nemmeno io, ma in Italia esiste un garante per i detenuti), in merito alla morte di Ugo Russo, il “bravo ragazzo” ucciso da un Carabiniere durante un tentativo di rapina che alle due e mezza di notte andava in giro per Napoli a fare le rapine anziché dormire come fanno tutti i cattivi ragazzi, afferma: “In questa tragedia ci sono due vittime: un ragazzo di quindici anni ed uno di 23, che avrà il rimorso per tutta la vita. Comunque sia non do la colpa al Carabiniere, ma a Napoli, col Rolex al polso, non ci devi girare”. Nello studio radiofonico de La Zanzara è calato il gelo. “Finalmente” qualcuno ha osato dirlo, e non alla Brignano, per far ridere, ma con serietà, addirittura dal proprio ruolo di garante per i detenuti (si, ve lo ripeto e dovete farvene una ragione: in Italia esiste il garante per i detenuti… non lo sapevo nemmeno io, ma così stanno le cose). Se giri per Napoli con un bell’orologio al polso, una bella auto, un bel giaccone, è perfettamente normale che ti rapinino! Se invece girassi con un bidone su ruote e l’aspetto da cencioso nessuno ti degnerebbe nemmeno di uno sguardo, e potresti girare in auto con tutta tranquillità.

Rispondiamo a Pietro Ioia che come devi aspettarti che qualcuno ti punti una pistola in faccia se giri a Napoli col Rolex in bella vista, allo stesso modo devi aspettarti che qualcuno possa girarsi di balle e spararti in faccia. Tra gli applausi della popolazione “normale”, tra l’altro.

Sia come sia, in questa vicenda di vittime non ce ne sono solamente due, bensì molte di più. La prima, innanzitutto, è un giovane Carabiniere di 23 anni che, anziché essere insignito di una medaglia al valore per aver impedito che un criminale continuasse a delinquere (come sembra fosse prerogativa del bravo ragazzo Ugo Russo, nelle cui tasche, subito dopo la morte, sono stati ritrovati orologi e collane, sicuramente i proventi di altre rapine), deve sorbirsi il processo non per eccesso di legittima difesa, che farebbe già ridere, bensì, addirittura, per omicidio colposo. Certo, molto probabilmente – ce lo auguriamo, se in questa Nazione è rimasto non dico un briciolo di amor proprio, ma almeno di logica – il tutto si risolverà in una bolla di sapone e il Carabiniere riuscirà a dimostrare che, quando hai una pistola puntata sulla faccia e la tua fidanzata terrorizzata affianco, non capisci affatto se la pistola che ti puntano addosso è finta o giocattolo, né se il criminale che ti sta minacciando è maggiorenne o minorenne, né se è un bravo ragazzo o no, né se si sta muovendo perché vuole fare fuoco oppure perché si sta allontanando – perché sei spaventato, sei un Carabiniere ma ancora prima sei un uomo – e pensi soltanto ad abbatterlo.

Sembrerà strano, ma tutte queste cose sono state dette dai soliti che, quando c’è da patteggiare per l’una o l’altra parte della barricata, non hanno mai alcuna esitazione a schierarsi con i delinquenti.

Subito dopo l’avvenimento la famiglia del criminale, genitori in testa, non si sa bene con quale logica, ha letteralmente fatto a pezzi l’ospedale in cui si stava cercando di salvare la vita del figlio; poi “ignoti” hanno sfilato davanti alla Caserma dei Carabinieri di Napoli, insieme ad altri bravi ragazzi della stessa risma del Russo, sparando in aria, con il chiaro scopo di intimidire le forze dell’ordine. Il tutto, ovviamente, con il beneplacito di buona parte della popolazione napoletana e campana.

In una Nazione civile si sarebbe preso atto di una ovvietà che in qualunque altra parte d’Italia è evidente e palese: che in Campania lo Stato non c’è più, che quando c’è è totalmente impotente, e che per ristabilire la sua autorità è necessario sospendere temporaneamente le libertà democratiche per instaurare una legge marziale che permetta di restituire quelle zone all’Italia manu militari, con autoblindo, carri armati, ed esercito in assetto da guerra. Si, lo so, scandalizzerò le anime belle: me ne farò una ragione.

Dubito fortemente che vedremo mai una cosa del genere in una Nazione in cui se richiedi sorveglianza sanitaria per impedire l’estendersi del Coronavirus vieni tacciato dal Presidente della Regione Toscana di “squadrismo sanitario”, salvo poi essere costretti a fare retromarcia e bloccare tutta la Nazione perché il Coronavirus se ne frega dei vari “abbraccia un cinese” e “il vero virus è il razzismo” di quei cretini del Partito Democratico e delle sardine.

Ad ogni modo, c’è da rabbrividire nel constatare come una larga fetta di italiani siano totalmente assuefatti alla mentalità mafiosa e parassitaria risultando, né più né meno, una gigantesca palla al piede per tutto il resto della Penisola. Se ci dobbiamo interrogare così a lungo su chi sia la vittima, in questa situazione, qualcosa non funziona per niente, in Italia. 

Vogliamo Giustizia, dicono i genitori di Ugo Russo. Era un bravo ragazzo, dicono altri.

Ora, abbiamo capito che la nostra concezione di “bravo ragazzo” è diversa da quella che c’è a Napoli, e questo è evidente. Però chi deve esigere Giustizia siamo noi, non voi.

Vogliamo sapere perché il padre del delinquente morto ammazzato era tranquillamente a casa sua, anziché essere in carcere a scontare qualche decennio di carcere per tutte le rapine e i furti compiuti (tale padre, tale figlio, ma tant’è).

Vogliamo sapere perché il bravo ragazzo Ugo Russo a 15 anni andava a fare le rapine in giro per Napoli, e sembra anche che avesse una certa esperienza nel settore, anziché stare a casa a dormire, come si dovrebbe fare a 15 anni.

Vogliamo sapere che tipo di famiglia sia la famiglia Russo, come sono stati educati i figli, di cosa viva questa famiglia, come si mantenga e che lavoro facciano i genitori.

Vogliamo sapere se l’Ordine dei Giornalisti non abbia niente da dire riguardo l’opera di beatificazione che i mass media stanno facendo nei confronti di un bandito di 15 anni, con tanto di interviste a parenti, genitori e conoscenti.

Vogliamo sapere perché un Carabiniere che sacrosantemente difende la propria vita e quella della sua ragazza debba passare per carnefice, con tanto di processo in corso, con fior di periti balistici e commentatori della domenica che cercano di capire la traiettoria del proiettile, la dinamica dei movimenti aggressore/aggredito nel buio di una strada scarsamente illuminata e nella concitazione di una rapina (Ugo Russo dava le spalle al Carabiniere perché stava fuggendo o era di fronte? Quanto era esplicita la minaccia?) e via dicendo, anziché prendere atto dell’ovvietà: che chi teme – a ragione, perché viene chiaramente minacciato da due sgherri armati – per la propria vita non ha tempo di pensare più di tanto, ma se ha una pistola spara, e fa fuoco anche più volte, per accertarsi che l’aggressore rimanga a terra e non si rialzi più.

Le vere vittime, qua, sono anzitutto un ragazzo di 23 anni che ha fatto quello che avrebbe fatto chiunque di noi nella sua stessa situazione, e poi tutti gli italiani perbene, che pensano che a 15 anni devi stare a casa – forse a guardare la TV, se papà ti dà il permesso – ma non in giro a puntare le pistole in faccia alla gente, e sono costretti a convivere con una fascia geograficamente ben determinata di popolazione intrisa di cultura anti-italiana e di mentalità mafiosa e connivente.

Quelli che vogliono Giustizia, qui, siamo noi.

Giustizia che in una Nazione civile sarebbe stata elargita a suon di fucilazioni sul posto ed esecuzioni sommarie. Ma questo è un altro discorso.

3 commenti:

Sed Vaste ha detto...

Ma chessa Andrea e'il momento di imporre le sue idee cominci una buona volta con il suo web lo spazio c'è l'ha lo usi , lei dovrebbe saperlo bene che con la buonanima e le Squadracce Nere la delinquenza era stata debellata e allora se non ora quando ormai siete pieni di negri e musulmani state Morendo almeno un rantolo informatico prima di tirare le cuoia ci vuole, qui bisogna ritornare all'italia fascista o è ' la fine di tutti i fascisti e antifascisti, faccia qualcosa sputi fuoco su sta invereconda vergogna un genocidio del popolo italiano che sta avvenendo sotto gli occhi di tutto il mondo

Nicola ha detto...

Verità ineccepibili come sempre le tue,Andrea, tra l'altro il Carabiniere non è accusato di omicidio colposo, bensì VOLONTARIO!!! Capisci?? VOLONTARIO!!!
È stato lui cioè, secondo le cervellotiche valutazioni iniziali della casta degli intoccabili in toga, a cercarsi l'occasione quella sera di uccidere una bravissima persona.
E qualcuno cerca ancora i segni dell' apocalisse biblica?? Ce li abbiamo quotidianamente sotto gli occhi ormai.

Andrea Chessa ha detto...

Concordo, Nicola.
Negli Stati Uniti - che hanno tanti difetti, ma almeno lì il principio di autorità è sacro - non si sarebbe nemmeno aperto un fascicolo.