Il vertice di Tallin, dove il governo italiano sperava
di ricevere qualche pacca sulle spalle, si è risolto in sonori calci in faccia.
Nelle parole del Ministro dell’Interno Marco Minniti c’è
tutta la faccia di bronzo di un governo che non si sa se sia più incapace o più
criminale nel gestire il dramma dell’invasione che l’Italia subisce ormai da
qualche anno ad opera di genti stranieri che vedono nel nostro Paese una terra
di conquista.
“I
ministri dell’Interno Ue hanno raggiunto un accordo sulla necessità di
accelerare il lavoro collettivo nell’attuazione delle seguenti azioni
prioritarie per ridurre la pressione migratoria sulla rotta del Mediterraneo
centrale e rafforzare il sostegno all’Italia: aumentare l’impegno per la Libia
e altri Paesi terzi chiave; rivedere e coordinare meglio le operazioni di
search and rescue (codice condotta ong); e i rimpatri”.
È un insieme di belle promesse ma, nei fatti, nulla è
stato fatto. Mentre Minniti afferma che “sulla
chiusura dei porti ci sono posizioni contrastanti” le posizioni, invece,
sembrano essenzialmente due: da una parte l’Italia, che continua con la scellerata
politica dell’invasione (è stato arruolato anche il cazzaro Tito Boeri,
Presidente dell’INPS, che solo fino a qualche mese fa rassicurava sulla tenuta
dei conti e ora grida alla tragedia se non verranno altri immigrati a pagarci
le pensioni); dall’altra tutti gli altri Stati europei – con in prima fila
Francia, Spagna e Austria (che ha addirittura schierato l’esercito ai confini
dell’Italia per impedire che dal nostro Paese i clandestini possano passare nel
loro) – che cercano, come è giusto che sia, di difendere i propri confini. Perfino
Macron, fino a qualche giorno fa idolo della sinistra liberista e erasmiana e
fancazzista, ha candidamente affermato che la difesa dei confini francesi on è
in discussione. Più chiaro di così.
Che cosa ha portato a casa, l’Italia? Il minimo
sindacale: elenchi dell’equipaggio delle ONG e obbligo di rendere pubblici i
finanziamenti alle ONG. La prima cosa ci pare il minimo; la seconda ci si
dimentica di ricordare che è già legge, grazia ad una proposta di Fratelli d’Italia
di Giorgia Meloni.
Sembravano cose scontate che si dovesse sapere nome e
cognome degli scafisti internazionali e come prendono i soldi. Scopriamo, invece,
che non lo è.
Uno Stato forte, che abbia a cuore la difesa dei propri
confini, prenderebbe atto di ciò che è lampante ed evidente: che la strategia
europea in tema di immigrazione ha fallito e che l’Italia sta pagando il prezzo
più alto di tutti. Vista sola, un governo forte difenderebbe le frontiere nell’unico
modo possibile: con le armi.
L'emergenza migranti va vista per quello che è: un atto
di guerra contro il nostro continente e l'Italia.
Affondare i barconi, imporre la legge marziale in
territorio marittimo italiano, minare con bombe marine le rotte dei
trafficanti, confiscare le navi delle ONG ed arrestare tutti gli appartenenti
alle stesse, internare in appositi campi ed espellere tutti gli irregolari,
eseguire incursioni nei porti libici per distruggere i gommoni.
Tutto il resto sono stronzate. O vertici di Tallin.
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