giovedì 11 febbraio 2010

E' arrivata la Barbie emancipata

Cittadini cagliaritani, esultate! La nostra città si pone all’avanguardia nel celebrare l’emancipazione della donna nel mondo. Quale personaggio è stato scelto per la manifestazione che si terrà alla passeggiata coperta del Bastione? Forse Grazia Deledda, la scrittrice sarda vincitrice del Premio Nobel? O forse Madre Teresa di Calcutta? Saffo, la straordinaria poetessa greca dell’antichità? Oppure la geniale Maria Montessori, che ha completamente rivoluzionato gli studi di pedagogia e di psicologia infantile?

Niente di tutto ciò. Serviva un vero simbolo dell’emancipazione femminile, mica scherzano quelli di Cagliari! Ed ecco che trovano lo splendido esempio: la Barbie. Si, la Barbie, avete capito bene, non fate quelle facce! Proprio quella bambola, simbolo del capitalismo selvaggio americano (insieme alla Coca-Cola, la Microsoft ed Emma Bonino), con la quale milioni e milioni di giovinette hanno imparato a troieggiare fin dalla più tenera età.

Qualcuno, sicuramente un cagliaritano retrogrado, oscurantista e magari fascista, negazionista ed antisemita, ha provato a protestare: forse non è la cosa migliore prendere una bambola della Mattel come esempio della donna. Ma come si sbaglia! Quale miglior esempio di questo femminismo d’accatto, che ha basato le sue rivendicazioni confondendo l’emancipazione con la puttanaggine? Pretendete forse che vi parlino di Grazia Deledda, di Saffo o di Madre Teresa di Calcutta? Loro preferiscono la Ventura, la Canalis (si deve sposare con Clooney! Che esempio di emancipazione!) e Sophia Loren. Chissenefrega della Montessori: non sarebbe mai riuscita a fare uno stacchetto come quelli della Fico (un altro esempio di emancipazione femminile che mise in vendita la propria verginità per un milione di euro)!!






I patrocinatori dell’iniziativa si indignano. Ada Lai (Politiche Sociali) dice: è il carnevale dei bambini, e poi paga tutto la Mattel, Cagliari spende poco. Silvia Cannas, ex Miss Mondo, dice che per i bambini mica si poteva scegliere un Premio Nobel: si deve ridere di tanto in tanto!

Se non fosse per il fatto che questi fulgidi esempi di emancipazione sociale vengano ripresi con deferenza dai media ci sarebbe da farsi quattro risate. Ma purtroppo tocca replicare. Come sarebbe a dire che non si poteva scegliere un Nobel? Si doveva scegliere un Nobel! Quantomeno un esempio di donna conosciuta per aver dato il proprio contributo nel mondo della cultura, della medicina, della scienza, dell’arte. Ce ne sono tante: non potevano scegliere qualche esempio migliore della Barbie? Ma bisogna ridere ogni tanto, ci dice la Cannas. Poveri bambini moderni, dovremmo farli ridere di più: tra la scuola, il trombare con le compagnette nei cessi delle discoteche, lo spacciar droga fuori dalla scuola, il dare fuoco ai senzatetto, i porno e Facebook, ridono proprio poco.

In questo siparietto squallido e miserabile, per fortuna, qualcuno ha ancora una propria dignità. Michela Murgia, l’autrice di Accabadora, dopo aver saputo quale sarebbe stata la testimonial della manifestazione, ha preferito declinare l’invito a presenziare.

La manifestazione di Cagliari è un piccolo ma tangibile esempio del nostro decadimento morale come società. Che prima si sforzava a formare i bambini, ma ora pensa solo a farli divertire. Mi viene in mente una lettura che feci qualche tempo fa. Se la memoria non mi inganna siamo in Giappone. È in una piccola cittadina di questo Paese che hanno dedicato una statua ad una ragazza del posto, indicata (con annessa e pomposa cerimonia di inaugurazione) come una brava studentessa che riesce a finire gli studi con qualche anno di anticipo rispetto ai compagni: ecco l’esempio per tutti gli studenti giapponesi. Immaginatevi cosa accadrebbe in Italia se si facesse una cosa del genere: oscurantisti! torniamo al Medio Evo (magari!)! Fascisti! Retrogradi! Bigotti! Impedite ai nostri bambini di divertirsi! Lo sentite il coro del politicamente corretto che si indigna furiosamente? E i genitori “per caso” che difendono a spada tratta i loro pargoletti? E infatti noi dedichiamo le statue a Manuela Arcuri, altro esempio brillante di emancipazione femminile.

Meno male che Deledda e la Montessori non ci sono più: almeno questa vergogna se la sono risparmiata. Povere donne: se questi sono i loro esempi siamo messi male.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Finito di leggere questo articolo,l'unica parola che mi viene in mente è IPOCRISIA
Già mi immagino la gente,i genitori a "divertirsi" a "ridere" alla cerimonia.....per poi rimanere shockati o indemoniati quando scoprono che la figliola per delle ricariche si faceva sbattere dal bidello,oppure che con gli amici visto che in paese non si sa che fare,o si brucia gente o si passa il tempo a fare sesso......"ma dai lo fanno tutti"

Totalmente soggiogati,succubi,degli effetti della comunicazione
A volte mi guardo intorno e mi rendo conto di essere in mezzo a una mandria di pecoroni


Io credo che aveva intuito molto già Pasolini decenni fà

Come in questo link http://www.youtube.com/watch?v=A3ACSmZTejQ

TiTi

Ciao

Andrea Chessa ha detto...

Lo penso anche io. Non per niente l'hanno fatto fuori.