sabato 9 gennaio 2010

Rosarno poteva essere la rivoluzione, e invece...

Non se ne abbia a male qualche lettore, ma ciò che è successo a Rosarno e a Gioia Tauro va oltre le solite e noiose dichiarazioni, leggibili su tanti siti “di destra”, dei negri incivili che sfasciano le vetrine e rompono i negozi. La situazione va analizzata con un po’ più di sincerità e chiarezza.




Che cosa è successo? È accaduto che, dopo la gambizzazione di due negri, probabilmente per un regolamento di conti o per una busta paga non pagata, un vero e proprio mini-esercito clandestino di immigrati (magrebini, pakistani, arabi, indiani, tunisini, filippini, rumeni), stimati fra i 1500 e i 2000, ha preso d’assalto la città di Rosarno, sfasciando vetrine, rompendo negozi, rovesciando i cassonetti e le automobili presenti, non avendo cura, in molti casi, di accertarsi che le stesse automobili fossero vuote (appartenenti agli stessi cittadini di Rosarno, gli stessi che probabilmente sono affiliati alla ‘ndrangheta e fanno finta di non sapere o di non vedere).


Secondo quanto riferiscono i giornali, la Polizia, in assetto anti-sommossa, si è rifiutata di intervenire se non nelle situazioni estremamente critiche: non si vuole mica essere accusati di essere razzisti con i poveri extracomunitari!





Ironia a parte, sgombero subito il campo da ogni equivoco: se proprio bisogna scegliere da che parte schierarsi, allora bisognerà scegliere quello degli immigrati clandestini. Vittime continue di violenze, costretti ai margini della (e dalla) società, alloggiati in tuguri fatiscenti e privati anche delle minime condizioni igienico-sanitarie per poter anche solo lontanamente avvicinarsi ad una condizione di vita decente, spesso e volentieri non solo sottopagati, ma non pagati proprio, sono l’esempio più lampante ed evidente dell’ipocrisia borghese italiana. La stessa ipocrisia che, in nome dell’antirazzismo, permette ad un esercito di disperati di entrare in Italia – così non possono dire che siamo razzisti o xenofobi – salvo poi girare la testa o far finta di non vedere le sopraffazioni e la miseria in cui sono costretti a vivere in una zona nella quale la ‘ndrangheta controlla completamente ogni attività economica.


Perché permettere indiscriminatamente l’ingresso degli extracomunitari, costringendoli a vendere accendini ai semafori o a vivere in capannoni senza i lavandini, la luce elettrica e l’acqua calda, e chiamarla “politica dell’accoglienza”, è semplicemente criminale.


E alla fine, la rabbia degli extracomunitari è esplosa con violenza, come capita quando sei costretto per anni ed anni a chinare la testa e a tirare avanti nella violenza e nel degrado, sotto il tallone di un padrone crudele, violento e menzognero come è la ‘ndrangheta. Quanti discorsi cadono! Quanto risultano vane elucubrazioni dei sinistri radical chic, quando vedi gli immigrati extracomunitari reclamare il loro diritto alla vita e la loro esigenza di dignità! Nell’unico modo che hanno gli oppressi e chi non ha voce: la guerriglia urbana. Sono lavoratori, molti sono laureati in ingegneria, in informatica, in medicina, sentono tutta la loro dignità sulle spalle ed hanno la coscienza dei loro diritti. E vogliono lottare per averli, sanno che devono conquistarseli tutti, fino all’ultimo. È quello che gli italiani, che hanno permesso alla mafia di mettere le mani su qualunque cosa, di entrare nei municipi, negli ospedali, nelle commissioni che distribuiscono lucrose gare d’appalto, di dettare i ritmi e le armonie della vita stessa, hanno smesso di fare da tanto tempo.


Li abbiamo visti, poi, questi italiani di Rosarno all’opera. C’è gente che si è seduta sulla moto, fucile a tracolla, e se n’è andata tranquillamente in giro per il Paese a fare il tiro a segno; c’è gente che ha cercato di entrare di forza nella questura, per reclamare un diritto alla sicurezza nei confronti degli immigrati: ma perché non hanno mai manifestato per chiedere più sicurezza contro la mafia quando questa mette le bombe, spara, ammazza, chiede il pizzo e si impossessa con intimidazione e violenza degli appalti? Un altro è salito su una pala meccanica ed è andato in giro per il Paese a cercare i negri… A Rosarno, insomma, è cominciata la caccia al nero. La Polizia fa quel che può, ma sostanzialmente è impotente. È l’ennesima sconfitta di uno Stato che ha rinunciato alla violenza per appropriarsi di quei territori, che solo con l’esercito e le leggi marziali può essere recuperato. Di colpo i cittadini di Rosarno, che fino ad una settimana fa consideravano questi esseri umani peggio delle bestie, si scoprono tutti contro gli immigrati: “Cacciateli fuori a calci nel culo uno per uno! Noi non li vogliamo!” Non vogliono i negri, loro. Allora perché non si trova, in tutta la campagna, qualcuno che vada a raccogliere pomodori e mandarini? Dovrebbe essere una occupazione più che dignitosa per chi spesso non ha fatto neanche le elementari ed è abituato a parlare solo nello strettissimo dialetto del suo Paese, che vive nell’ignoranza più totale e che spesso e volentieri è incapace anche solo di scrivere qualche frase in italiano. Ma è molto più facile affiliarti a quel clan mafioso, oppure votare per quel politico che se passa può darti un posto al Comune (ecco perché aspetti mesi per una pratica che normalmente richiederebbe un giorno), nella ditta locale di smaltimento rifiuti (sempre gestita dalla mafia, si intende), farti assumere come infermiere o – se proprio sei impresentabile – come barelliere (ecco perché gli anziani cadono dalle ambulanze che vengono chiuse male, ecco perché entri per farti togliere un dente e ti conviene fare un testamento, salutare parenti e amici, farti il segno della croce ed affidarti a Dio, chè non si sa mai se ne esci vivo), oppure mettere una buona parola per te alla cooperativa locale (sempre affiliata, gestita o sottomessa alla mafia)…


Poteva essere la scintilla di una rivolta, uniti tutti insieme contro l’oppressore. E invece i cittadini solidarizzano con i carnefici, si stringono tutti intorno ai capetti locali per mandare il messaggio chiaro: “Non abbiate paura, non fateci del male, noi non stiamo con loro”. Non c’era da dubitarne, del resto, in un Comune che è stato commissariato diverse volte per infiltrazioni mafiose.


Ma ci potevamo aspettare simili discorsi dai mass-media e dai cosiddetti “programmi di approfondimento” che approfondiscono ed approfondiscono, senza mai dire veramente niente? Non sia mai: ormai abbiamo capito che dobbiamo diffidare di loro a prescindere. Ecco quindi che ti fanno vedere i negri che distruggono la città, ma si guardano bene dal dirti perché lo fanno, in modo che tu spettatore possa pensare: “Ecco gli immigrati che cosa fanno!”




Stessa cosa per la politica. Il Ministro dell’Interno Maroni ha detto: “C’è troppa tolleranza con i clandestini”. Mai scelta di tempo per fare questa dichiarazione fu più errata, più dannosa, più vigliacca. Maroni avrebbe potuto condannare la pratica schiavistica dello sfruttamento degli extracomunitari in zona Rosarno, approfittare della situazione per mandare l’esercito a fare un po’ di pulizia di qualche clan mafioso. E invece niente: si è schierato senza esitazioni contro i clandestini, colpevoli solo di reclamare il loro diritto a vivere, non a sopravvivere; senza esitazioni ha – seppur implicitamente – solidarizzato con i cittadini di Rosarno, quegli stessi che hanno affidato le sorti della loro terra alla mafia, che sfrutta gli immigrati e, se alzano troppo la testa, non ha esitazioni a sparargli addosso.


E prendano nota, gli antirazzisti, di quello che si appresta ad essere la loro società multirazziale della quale non mancano, un giorno si e l’altro pure, di tessere le lodi. Una società che diventa sempre più un gigantesco calderone omologato in cui aumenta il divario tra una piccola parte di ricchi ed una gigantesca massa di poveri, frutto dello sfruttamento economico di quel mostro che ci sta divorando tutti, e che si chiama capitalismo. Ci dicono: “Guardate gli Stati Uniti, vera società multirazziale! Guardate la Francia!” E bravi coglioni! Grazie a voi diventiamo sempre più simili agli USA, dove se sbagli il quartiere in cui entri ti sparano addosso o ti fanno la pelle, senza troppi complimenti. Grazie a voi siamo sempre più simili alla Francia, dove i negri sono ghettizzati in giganteschi quartieri dormitorio, costretti ad essere non-persone tranne il momento in cui decidono di mettere a ferro e fuoco la città.


Eccola. Guardatela. La vedete la vostra società multirazziale, basata sul libero mercato? Godetevela tutta, gustatevela fino in fondo la vostra paradisiaca società multirazziale ed il vostro schifoso sistema economico. Ci auguriamo che i negozi incendiati siano i vostri, che le macchine rovesciate siano le vostre, che quelli che nel casino si prendono qualche botta sul cranio siate voi.
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Perché così, almeno, nessuno ci potrà togliere la soddisfazione di prendervi pure per il culo: è la società multirazziale, bellezza, e tu non hai voluto farci niente.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Io,premetto,non mi piace farmi manipolare,quindi mi rifaccio alla storia nostra: siamo lo stato europeo con piu' emigranti al mondo,perche? coloro che detenevano il potere lasciavano la gente nella piu' spaventosa poverta',mentre loro vivevano in splendidi palazzi,chiesa al seguito.I nostri emigranti,si sono trasferiti in massa in tutto il mondo causando conflitti sociali con gli autoctoni,favorendo gli interessi dei padroni.Non c'era la legge 626! all'universita' spiegano le cause dei flussi migratori: gli interessi degli industriali nei paesi di provenienza degli immigrati.Egitto:dal 1950 trivelliamo petrolio. Nigeria anche qui trivelliamo.Marocco:aziende manifatturiere.Insomma,dietro ogni emigrato c'e' l'interesse di una nostra azienda che non solo sovverte il nostro stato sociale ma che non paga neanche le tasse di quello che percepisce all'estero.Sempre la solita storia a te i debiti a me i guadagni.
Quindi quando parlano di nuovi contratti stipulati con paesi stranieri e' sicuro che ci sara' un flusso migratorio.Infatti non viviamo in democrazia ma in una oligarchia dove la maggioranza e' schiacciata dagli interessi dei pochi.
Solidarieta' con tutti gli oppressi,immigrati e cittadini calabresi oppressi dallo stato e dall'antistato.
Ciao.
Giuseppe.

Andrea Chessa ha detto...

Non potevi chiudere meglio. Mi associo.

Un saluto

http://blog.libero.it/lavocedimegaride ha detto...

Beh! Divertitevi a leggere questo scambio con un cazzillo di pseudo-meridionalista... eppoi, giudicate!
LA MAMMA DEI CRETINI E' SEMPRE INCINTA:
scambio di battute su Facebook dopo aver pubblicato un articolo di mie due illustri corrispondenti:
Pedrito Ya: Calabria Saudita?? cos'è un dispregitivo? l'articolo poi è a dir poco vergognoso ed ancora piu' vergognoso è che lo posta una napoletana!!
--------------- Marina Salvadore: Eh! No!... caro meridionalista dell'ultim'ora! Un vero sudista sa distinguersi dai sudici rappresentati della questione meridionale "a cazzi loro" ovvero quelli che - da Bassolino ai calabretti con coppola e lupara - portano quotidianamente Mezzogiorno all'onore delle Cronache NERE! Purtroppo, la Calabria è Saudita perchè ad ogni livello sociale è stato inoculato il virus della mentalità mafiosa! I calabresi perbene dovrebbero cacciare a pallettoni i calabresi permale e NON questi poveri schiavi che vanno a fare il lavoro più degradante al posto dei tanti bellimbusti disoccupati che vanno a lamentarsi ad Annozero, con tanto di trucco e parrucco!!! Mi spiace, ma il MERIDIONE è anche questo: soprattutto di chi finge di ignorare le sue piaghe!!!... Mostra tutto
-------Pedrito Ya: calabretti con coppola e lupara???- ad ogni livello sociale è stato inoculato il virus della mentalità mafiosa???-Lei scrive come scriverebbe un bergamasco che nn ha la minima idea di come sono strutturate certe realta'!! a differenza di tante altre regioni La Calabria è un esempio di integrazione raziale elogiata anche dalla comunita' europea. Paesi come Riace , Badoato e Caulonia sono stati donati dagli abitanti locali agli immigrati!!!Lei ha appena affermato praticamente che tutti i calabresi sono mafiosi!!!! è come che io dicessi che i campani oltre a mettersi a 90gradi davanti ai camorristi è anche gente a cui piace sguazzare nell'immondizia!!! ma si rende conto delle strozate che scrive????-
per ultimo io meridionalista dell'ultima ora?? Sara' forse perche' sono piu' giovane di lei ed ho qualche chilo in meno!!!!
--------- Marina Salvadore: se scrivo stronzate non vedo perchè sei così masochista da leggerle! Sono fieramente NAPOLETANA, semplicemente perchè ho fatto mia la CULTURA e la CIVILTA' della Magna Grecia... fino ai Borbone.... ma pur essendo strenuo difensore di NAPOLETANITA' non posso fingere di ignorare LE VERE SERPI CHE IL SUD SI COVA IN SENO, il VERO NEMICO! L'onestà intellettuale e lo spirito critico dovrebbero essere i presupposti per la rinascita del Mezzogiorno! Ed in quanto alle mie "dimensioni fisiche", egregio signorino "gentiluomo", la differenza non sta nei chili in più , ben proporzionati agli abbondanti centimetri in più che mi elevano sulla massa, tanto da garantirmi un punto di osservazione privilegiato!... nonostante mia nonna paterna fosse una calabrese, ha partorito una stirpe di nibe-lunghi!!! Non cancello le idiozie del tuo maleducato messaggio senza costrutto, per lasciarti esposto al pubblico ludibrio di gente dotata di maggiore buonsenso! Se immagino un futuro del Mezzogiorno con gentarella come te da opporre ai meridionali marci..... mi vien voglia di arruolarmi nella Legione Straniera!
2 minuti fa ·

Andrea Chessa ha detto...

Se pure il testo pubblicato è estratto fuori dal suo contesto, mi sembrano più accettabili le parole di questa Marina Salvadore. E basta con questo indignarsi per l'evidenza: non si fa un torto a nessuno se si dice che in certe zone molto estese, come molti tratti della Calabria, sono "inoculate di mentalità mafiosa" dal carrettiere del villaggio fino al sindaco. La stessa che finge di non vedere che la cosiddetta "politica dell'accoglienza" che ci ha imposto questo sistema economico è un comportamento criminale.

http://blog.libero.it/lavocedimegaride ha detto...

Peccato che gli italioti abbiano memoria corta: un anno fa a Castelvolturno moriva Miriam Makeba (chissà se qualcuno, dopo averne fatto un IDOLO, l'ha già ipocritamente dimenticata, poichè ormai "esaurita" ...) La Makeba era venuta a cantare in difesa dei morti ammazzati a Castelvolturno dai meridionalissimi casalesi, allorquando si paventò una rivolta "alla Spartaco" degna di Rosarno....
A prescindere, l'Italia Unita che festeggerà il suo 150.mo nel 2011 sotto una pioggia di sovvenzionamenti pubblici... e l'Italia colonia americana del mondialismo e del Bilderberg Club hanno un debito di riconoscenza con la MAFIA: i due storici sbarchi in Sicilia (quello garibaldesco e quello "alleato") non avrebbero ottenuto così eclatante successo senza l'appoggio dei mafiosi!!! Medita, Gleba!

Anonimo ha detto...

Di solito quando succedono queste cose e tutta l'opinione pubblica si concentra su di esse significa che qualche altra cosa ben più grossa è successa.

Un pò come quando vengono arrestati i corrieri della droga all'aeroporto grazie ad una soffiata e fanno da specchietto per le allodole così da permettere il passaggio a quantitativi molto più grandi...

Per il resto, hai fatto un'analisi attenta e lucida.

Alessio

Andrea Chessa ha detto...

Sono d'accordo quando dici che sicuramente ci sono tante cose più importanti delle quali parlare, anche sul fronte interno.

Però, a mio parere, è una situazione grave perchè è lo specchio di un profondo disagio, e la mia paura è che quello che accade a Rosarno possa accadere (in molti luoghi sta già accadendo) nel resto d'Italia. Come Inghilterra, dove impazzano le baby-gangs, o in America, dove la diversità razziale è accentuatissima, o come in Francia, dove frequentemente eserciti di immigrati mettono a ferro e fuoco la città.