giovedì 14 gennaio 2010

Apocalisse su Haiti



L’apocalisse si è abbattuta su Haiti. Mancano pochi minuti alle diciassette, ad Haiti; da noi sono quasi le undici. E di colpo la terra trema, butta giù come foglietti di carta la Chiesa, il Trinitè e Maternità, il palazzo presidenziale, gli edifici dell’ONU, e migliaia di altre case.

Sono solo pochi secondi di inferno, passati i quali vi sono alcuni secondi di silenzio di fine del mondo. E sembra proprio che la società haitiana si sia completamente sgretolata, tra la macerie e la polvere.

I morti sono stimati tra i 100.000 e il mezzo milione; sono talmente tanti che qualunque strumento matematico e di conteggio si infrange senza speranza conto le urla di chi è rimasto sotto le macerie, i feriti che strepitano, i bambini che si aggirano senza speranza cercando di trovare i loro genitori. Sembra che la mano di un gigante vendicativo si sia scagliata con furia e violenza contro il paesaggio haitiano.

Il mondo si è messo in moto. Conta salvare i superstiti che sono sotto le macerie, aiutare le donne incinte e i bambini. Servono medicinali, cibo, acqua, coperte e abitazioni prefabbricate, per lenire almeno un poco il dolore di questa popolazione già martoriata, contro il quale il destino sembra volersi accanire con sadica volenza.

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