lunedì 19 ottobre 2009

Attentato in Iran: cui prodest?

La domanda su chi possa trarre vantaggio, nel delicato scacchiere della politica mondiale e medio-orientale, dall'attentato suicida avvenuto in Iran – attentato che ha ucciso circa una quarantina di persone, tra le quali uomini di alto rango dei Pasdaran – è una domanda che bisogna obbligatoriamente porsi.

Non ci vuole molto ad accorgersi che questo attentato è una vera e propria manna dal cielo per quei gruppi che non vedono di buon occhio l'incontro tra l'Iran e Stati Uniti, Russia e Francia per discutere del programma nucleare di Teheran. Gruppi che premono per le soluzioni veloci e rapide, stile Iraq e Afghanistan. La lobby israeliana è in prima fila nel caldeggiare questa soluzione.

L'Iran, dal canto suo, ha immediatamente accusato potenze estere, prime fra tutte Gran Bretagna e Inghilterra (oggi come ieri di mezzo ci sono sempre loro a scatenare le guerre). Sono dichiarazioni pesanti, che l'Iran – che in questi anni ha dimostrato di sapersi muovere con accortezza sullo scenario internazionale (non sono ancora riusciti a muovergli guerra) – non farebbe se non avesse in mano elementi validi. Che abbia forse intenzione di usarli come carta da giocare? Personalmente ne dubito.

Perché sembra che l'Iran, al summit di oggi (e a quello di qualche settimana fa), ci sia andato con le migliori intenzioni. Non è esclusa l'ipotesi che, per chiudere l'incontro, Teheran possa autorizzare la Russia a trattare l'arricchimento dell'uranio. La Russia già in passato ha caldeggiato questa opzione. Non c'è modo migliore, da parte di Ahmadinejad, di mostrare tutta la propria disponibilità. In sintesi dice: non credete al nostro programma di arricchimento dell'uranio per scopi civili? Bene: allora l'uranio prendetelo voi, lavorateci su, e poi restituitecelo.

Difficile affermare che l'Iran non stia tendendo le mani, specialmente all'amministrazione Obama.

Proprio per questo qualcuno ha pensato che forse, con qualche botto, si poteva accelerare la questione. Non ci sarebbe nulla di cui stupirsi.

Del resto: non abbiamo forse già visto, nella Storia passata, uno Stato che viene continuamente provocato onde poter suscitare una sua reazione e scatenare poi la guerra mondiale, facendo passare l'aggredito per aggressore e viceversa?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

L'Iran è un paese che vuole essere autonomo come lo è uno stato che si definisce nazionalista e non intende piegarsi ad ingerenze esterne di nessun tipo; anzi dimostra più di qualche altro Paese capacità di dialogo. Il potere massonico giudaico non tollera le prese di posizione del suo presidente e come la storia racconta, questa si ripete attraverso provocazioni e attacchi continui per far si di scatenare una reazione e poi accusare lo stato iraniano di terrorismo. A questo punto non si esclude, nel medio-lungo periodo, a un possibile attacco USA...chi vivrà vedrà.
In alto i cuori!!!
Emil

Andrea Chessa ha detto...

Esattamente.

Ieri Germania e Italia, oggi Iran e Iraq.