martedì 9 marzo 2021

Povero il mio Tricolore, povera la mia Italia


La Nazione è distrutta, preda di orde barbariche che la depredano, la sviliscono, la umiliano. A cominciare dal suo simbolo più importante: la bandiera nazionale.

Il Tricolore che gettò il seme del contrattacco armi in pugno a Ual Ual, che gli italiani strinsero con amore mentre annaspavano tra le nevi delle glaciali terre del mostro sovietico, che i sedicenni franchi tiratori di Firenze baciavano e benedivano prima di cadere fucilati dai plotoni dei traditori partigiani, viene umiliato e dileggiato da un cialtrone bastardo pomposamente definito cantante, e che altro non è se non un lurido degenerato, il tutto dal palco del festival della canzone italiana, che di italiano non ha più nulla, e di canzone nemmeno, mentre folle di incarogniti ipocondriaci applaudiscono avvolti nelle loro mascherine e nel loro gel per le mani dal loro divanetto di casa.

In altri tempi, e con altri uomini, una squadra di camicie nere sarebbe intervenuta in diretta nazionale, armi in pugno, per difendere l’Onore del Tricolore, che non deve mai toccare né terra né acqua, e che invece viene gettato con disprezzo durante l’esecuzione di una ridicola canzonetta del figlio di un magistrato che va in giro ad urlare “Cacca! Pupù! Piscia!” e che per questo viene osannato come il David Bowie del decennio, nel più assoluto silenzio della Magistratura che finge di non conoscere l’articolo 292 del Codice di Procedura Penale. Sì: vilipendere la bandiera è un reato, penalmente punito. Sprazzi di civiltà che, non ne dubitiamo, verranno ben presto cancellati nel nome del politicamente corretto.

Il problema, però, è più generale, e coinvolge una classe politica che – salvo pochissime eccezioni – è compattamente schierata per disintegrare l’Italia come Nazione, prima ancora che come Stato. Mentre Laura Boldrini e Michela Murgia vorrebbero mettere al rogo il dizionario Zanichelli per le espressioni ingiuriose che condiscono il termine “donna” – fingendo di non vedere che, poco dopo, lo stesso dizionario si preoccupa di precisare che si tratta di affermazioni misogine e sessiste, fortemente lesive dell’Onore della donna stessa – nessuno fiata più nel vedere una Italia chiusa in casa, con interi settori economici disintegrati, con bambini trattati come untori e costretti ad andare a scuola manco fossero degli scampati a Chernobyl. Il prestito dell’Unione Europea – che verrà saldato dalle generazioni future con fiumi di lacrime e sangue (noi trentenni/quarantenni, che comunque ci lamentiamo, stiamo molto meglio di quanto staranno i nostri figli e nipoti) – arriverà a breve, o almeno così si spera: perché mettersi a litigare proprio quando devono piovere 200 miliardi e rotti di euro?  

E mentre la classe politica è unita nell’affossarci, nell’umiliarci e nel deriderci, mai il popolino italiano (chiamarlo “popolo” è un termine troppo nobile per questa masnada di debosciati) è stato così diviso: da una parte la categoria del “se non lavori non mangi” composta da piccole partite IVA, imprenditori, liberi professionisti, cioè coloro che ancora danno un minimo di lustro e garantiscono un minimo di competitività a questa Nazione, e dall’altra i parassiti di Stato, che guardano con disprezzo i ragazzi “dello Spritz”,  potenziali untori di un pericolosissimo virus che ha una mortalità dello zero virgola qualcosa. Basta fare un giro su Facebook per imbattersi in frotte di idioti decerebrati. “Devono metterci tutti in pericolo perché loro non possono rinunciare allo spritz?”, oppure “Le discoteche possono chiudere perché non sono attività fondamentali, i giovani stiano a casa a leggersi un libro”: questo è il tenore di cinquantenni/sessantenni che magari sono già in pensione o che hanno il posto statale garantito, che magari nella loro vita ne hanno combinata una più di Bertoldo e che, come tutti i falliti, pensano di espiare i peccati commessi in gioventù col bigottismo ed un ridicolo rigore morale in tarda età, evidentemente ignorando che quelli spritz e quelle discoteche che tanto deridono compongono il settore della ristorazione e dell’intrattenimento, un tempo veri e propri fiori all’occhiello della Nostra Nazione. Del resto, quando si ha il culetto bello al caldo, è fin troppo facile pontificare di attività fondamentali e non.

Ultima notizia in ordine di tempo, ma non meno importante: il Governo Draghi si affiderà alla consulenza di una società americana, la McKinsey (già Goldman Sachs e Fondo Monetario Internazionale), per capire come intervenire sui conti pubblici e per gestire il prestito di 200 miliardi dell’Europa. Per noi è solo la conferma che ormai l’Italia ha cessato di esistere come Nazione sovrana (del resto è questa la fine che fai quando affidi il Governo ad un banchiere massone). Se per voi è una sorpresa, beh, abbiamo una notizia pe voi: siete dei coglioni.

3 commenti:

Legione ha detto...

D'accordo su tutto soprattutto la seconda parte che è tragicamente evidente anche ai più dementi sinistri; il coprifuoco è un provvedimento insulso, quando durante il pomeriggio vedi orde di vecchi settantenni (ed oltre) pascolare ovunque. Provvedimenti anti-giovani perchè i vecchi pensionati ovviamente fanno comodo alla politica vigente. Unica critica quando scrivi "questo è il tenore di cinquantenni/sessantenni che magari sono già in pensione o che hanno il posto statale garantito"; non che tu esponga una cosa non giusta, anzi, giustissima, ma "sessantenne" o quasi ci può sicuramente stare, ma "cinquantenne" non è troppo corretto secondo me in quanto io, quasi cinquantenne, faccio parte di una generazione garantita zero e cioè faccio parte della generazione diventata adulta nella "seconda Repubblica" cioè post 1994. Posso garantire che a differenza dei "baby boomers", vantaggi zero e lavoro statale zero, almeno nel mio caso e di moltissimi altri miei conoscenti/coetanei. Complimenti per il blog!

Unknown ha detto...

Ringrazio per i complimenti.
Certamente quando scrivo di cinquantenni già pensionati parlo di quelli del gruppo statale, ovviamente, e non certo dei poveri disgraziati che cercano di arrabbattarsi un giorno si e l'altro pure. Ha mai fatto due chiacchere con qualche dipendente alla Corte dei Conti, o alla Forestale, o in qualche assessorato? Se tiene al suo fegato non lo faccia.

Andrea Chessa ha detto...

Ringrazio per i complimenti.
Certamente quando scrivo di cinquantenni già pensionati parlo di quelli del gruppo statale, ovviamente, e non certo dei poveri disgraziati che cercano di arrabbattarsi un giorno si e l'altro pure. Ha mai fatto due chiacchere con qualche dipendente alla Corte dei Conti, o alla Forestale, o in qualche assessorato? Se tiene al suo fegato non lo faccia.