Ormai l’antifascismo militante è paranoico, isterico,
aggressivo, ma soprattutto cacasotto. Come da più di settant’anni a questa
parte, si badi bene.
Succede che dei militanti del Veneto Fronte Skinheads
entrano in una sede dell’associazione “Como senza frontiere”, che riunisce a
Como, per l’appunto, decine di realtà pro-invasione, e leggano un volantino, in
maniera pacata e composta, ai presenti. Poi, con la stessa calma e la stessa
pacatezza con la quale sono entrati, se ne vanno.
Il tutto senza aver torto un capello a nessuno, senza
aver nemmeno sfiorato nessuno di quei militanti che, giornalmente, collaborano
con lo straniero per l’invasione della Nazione da parte di genti estranee che,
se fossimo in un Paese civile, sperimenterebbero sulla loro pelle ben altro che
questa pacatezza.
Ai giornalai di regime non sembra vera, una notizia del
genere. Per quanto non ci sia nessuna aggressione basta definirla, come ha
fatto Paolo Berizzi su La Repubblica, una azione dimostrativa di una “pacatezza
inquietante” e il caso da montare è bello e pronto. Con un gioco linguistico la
pacatezza diventa “inquietante”, ed ecco che tutti i soloni del politicamente
corretto, in primis quel Matteo Renzi che addirittura se l’è presa con quei
politici rei di non aver stigmatizzato energicamente l’accaduto (la nuova
religione politicamente corretta dei sinistri non esige solo cieca obbedienza,
ma anche entusiastica adesione al Nuovo Credo), hanno trovato un po’ d’aria
perdar fiato ai denti, almeno per qualche giorno.
Il metro di giudizio con il quale si giudicano i nemici
e si interpretano gli amici non potrebbe essere più palese: gli antifascisti
che minacciano il proprietario di un locale colpevole solo di aver affittato
uno spazio ai ragazzi di Casapound, e ciò con metodi tipicamente mafiosi (del
resto antifascismo e mafia vanno a braccetto, dal ’45 in poi) come affiggere un
volantino dove si indica chiaramente nome, cognome e indirizzo di casa del
proprietario in questione, passa completamente sotto silenzio; un semplice e
pacifico gesto politico, come esprimere ai collaborazionisti pro-invasione
tutto il proprio dissenso per le politiche immigrazioniste che sta portando
avanti l’Italia, è un atto di inaudita violenza.
Passano gli anni ma rimangono quelli di sempre: ipocriti,
piagnucolosi e, soprattutto, cacasotto.
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