Entro qualche settimana arriverà in Senato – dopo essere
passato alla Camera dei Deputati – il disegno di legge Fiano, che dovrebbe
vietare la propaganda fascista su tutto il territorio nazionale. Includendo,
nella definizione di “propaganda fascista”, anche la vendita dei soliti gadget (bandiere,
vini, busti con la figura di Mussolini) su cui una intera cittadina, Predappio,
ha fondato la sua stessa esistenza. Non solo: la legge vieterebbe perfino la
cosiddetta gestualità fascista. Oltre all’abusato saluto romano, insomma, state
attenti a parlare con le mani sui fianchi e i piedi uniti, oppure a serrare
troppo la mascella e ad alzare troppo il labbro inferiore: qualcuno potrebbe
scambiare la vostra espressione per la famosa mascella volitiva di Mussolini, e
decidere di denunciarvi per apologia di Fascismo.
La demenza di questa legge dimostra, al di là di ogni
ragionevole dubbio, anzitutto una cosa: che lor “signori” sentono il fiato sul
collo di un vento che non tira più nella loro direzione. E reagiscono con l’unica
cosa che conoscono meglio: la repressione di regime.
Il gigantesco muro di balle su cui hanno preteso di
erigere questa repubblica di massoni, mafiosi e mignotte comincia a mostrare
troppe crepe: la propaganda di regime non fa più il suo dovere: troppi, in
questo Paese, cominciano a pensare che, riguardo alle vicende che hanno interessato
il Nostro paese nella prima metà del Novecento e nel secondo conflitto mondiale,
i buoni e i cattivi non stiano solo dall’una o dall’altra parte. L’ultimo blitz
con cui dare il colpo definitivo all’identità degli italiani al fine di
renderli un mucchio miserabile di bastardi e di rincoglioniti facilmente
governabile e manovrabile, non è riuscito: il Ministero dell’Interno, Marco
Minniti, ha detto chiaramente che l’introduzione dello ius soli “avrebbe messo
in pericolo la tenuta democratica del Paese”. Tradotto significa: se
legalizziamo l’invasione di parassiti e di fancazzisti africani che gli
italiani sono costretti a subire passivamente sulla propria pelle, questi
vengono a sbucciarci come una banana.
L’antifascismo istituzionale non tiene più botta: basta
entrare su una qualsiasi pagina Facebook dell’ANPI per vedere, tra i commenti,
persone che pubblicano autorevoli inchieste giornalistiche su questi criminali
di guerra venduti allo straniero e che hanno favorito l’invasione della Nazione
da parte degli angloamericani. Sempre più questi personaggi, che a distanza di
ottanta anni mostrano tutta la loro caratura morale perfino difendendo lo
stupro e la tortura di Giuseppina Ghersi perché ritenuta una fascista (una
ragazzina di tredici anni, è bene ricordarlo) trovano quello che meritano:
insulti e pernacchie.
Davanti al ritorno di una ideologia che nonostante
tutto non si è riusciti a fermare con disposizioni transitorie e leggi
anti-apologia, questa gente ha dovuto prendere atto che sempre più persone,
specialmente giovani, sono disposte, nel bene o nel male, a difendere il
Fascismo o ciò che il Fascismo rappresentò.
Alle loro democratiche autostrade che crollano giù dopo
qualche anno, alle loro volgari palazzine grigie e tristi da parco buoi, il
Fascismo oppone i suoi monumenti e le sue opere: l’EUR, la stazione di Milano,
la bonifica delle paludi pontine, l’Università di Roma, Cinecittà, Littoria,
Pomezia, Sabaudia, Aprilia, Carbonia, Arborea, la sede centrale delle Poste
Italiane a Roma, la sede INPS, il Foro Mussolini (ora Foto Italico), i Fori
Imperiali, La Sapienza, l’Idroscalo Milanese, il Palazzo di Giustizia di
Milano, la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, la Stazione Ferroviaria di
Santa Maria Novella, la Milano-Bergamo, la Milano-Torino, il Ponte del Littorio
(oggi Ponte della Libertà) di Venezia, la costruzione di decine e decine di
città, la sottrazione all’incuria di centinaia e centinaia di chilometri
quadrati di territorio, le strade, le scuole, le università.
Ai democratici e progressisti Beppe Severgnini e
Roberto Saviano il Fascismo oppone Guglielmo Marconi, Filippo Tommaso
Marinetti, Giuseppe Ungaretti, Italo Calvino, Gabriele D’Annunzio, Ardengo
Soffici, Curzio Malaparte, Filippo Corridoni, Carlo Emilio Gadda, Eugenio
Montale, Massimo Bontempelli, Giovanni Gentile, Giovanni Papini, Mino Maccari,
Leo Longanesi, Berto Ricci, Alberto Carocci, Ugo Ojetti, Telesio Interlandi,
Ennio Flaiano, Alberto Moravia, Mario Praz.
Al “jobs act” il Fascismo oppone la Carta del Lavoro.
Ad Equitalia il Fascismo oppone l’INFPS.
Ad una Valeria Fedeli che siede sulla poltrona di
Ministero dell’Istruzione senza avere nemmeno uno straccio di laurea il
Fascismo oppone l’Enciclopedia Treccani, monumentale creazione ad opera di
Giovanni Gentile valida ed attuale ancora oggi.
Il Fascismo esiste e resiste. Tra venti anni di
Fascismo e ottanta di democrazia il confronto è impietoso. È attraverso il
Fascismo che questa classe dirigente fatta di mediocri, di cui Fiano è il più
autorevole esponente, vede il riflesso della propria nullità politica, umana,
morale, fatta solo di odio, di rancore e di nulla. Perché di Mussolini si
continuerà a parlare anche fra cento anni. Di Fiano, una volta archiviata la
sua ridicola legge (così ci auguriamo, quantomeno per goderci un delizioso
prosecco davanti alla sua faccina piagnucolosa in TV) non si ricorderà nessuno.
3 commenti:
Minniti con LA kippah fotografato nella sinagoga di milano fiano l'ebreo che sta prendendo il posto alla boldrini come politico piu odiato d'italia il treno di bugie ebreo sta deragliando.Piu cercano di vietare e piu provocano l'effetto contrario ,da parte mia cerchero di migliorarmi una Bella lettura digitate" lasha darkmoon l'america vinta" qualche americano capisce ancora
Caro camerata Andrea mi trovi completamente d'accordo con te. Quello che hai scritto non è semplice propaganda come direbbe qualche omuncolo senza palle e dignità ma come la storia ci insegna è la VERITÀ la sola e semplice verità. Sono Corrado e come ho detto più volte noi siamo la storia i libri parlano di noi è del nostro ideale. I libri parlano del ventennio e del fascismo perché il fascismo non morirà mai anzi diventerà sempre più forte anche grazie a camerati come te. Bioa chi molla e onore a te e al tuo movimento
Mi unisco al commento accorato del Camerata Corrado per dire che contro le temprate, incrollabili vestigia architettoniche, sociali e soprattutto "morali" del Fascismo si sgretoleranno miseramente l'odio, la violenza e le menzogne della canea rossa....e con essi la loro falsa, illusoria democrazia che purtroppo ancora obnubila le menti e la coscienza delle masse.
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