giovedì 19 gennaio 2017

Un abbraccio a voi



Quella che le tv e i social network ci fanno vedere in queste ore, specialmente al centro Italia, è un’Italia ferita, fiaccata, provata. Da un’ondata di gelo che ha sorpreso perfino il sud, e da altre scosse di terremoto, le ennesime, che hanno colpito nuovamente zone già martoriate. 

In questo preciso momento la situazione delle popolazioni dell’Italia centrale è estremamente critica: migliaia di famiglie tagliate via da ogni sistema di comunicazione, impossibilitate ad uscire di casa, stalle e rifugi con al loro interno animali che muoiono assiderati. Tantissimi volontari si stanno apprestando a raggiungere le zone colpite dal gelo e dalle scosse sismiche per portare il loro aiuto, generi di prima necessità, coperte, generatori elettrici, bagni chimici.

Dovrebbe essere il momento di totale e piena unità nazionale. Dovrebbe essere decretato lo Stato di emergenza, riunito in fretta e furia il Consiglio dei Ministri, stanziati fondi straordinari. Invece niente di tutto questo. Di Gentiloni non è dato sapere. Del Presidente della Repubblica, purtroppo, sappiamo: in visita agli immigrati greci, e pare che abbia deciso di non cambiare minimamente i suoi impegni istituzionali, come avrebbe fatto qualunque altro Capo di Stato vero, fosse anche quello di una repubblica delle banane.

L’Italia dei terremotati e degli sfollati, in cui si fa di tutto per lottare contro il gelo e per salvare uomini e animali quanto più possibile, non trova abbastanza tempo né abbastanza fondi per aiutare i suoi figli, vale a dire gli italiani. Non riesce ad impiegare le stesse risorse che utilizza per invasori e per parassiti africani di varia natura, che solo nelle carceri costano due milioni al giorno allo Stato Italiano (quasi un miliardo di euro all’anno per mantenere nigeriani e romeni criminali all’interno delle nostre strutture penitenziarie).

Uno Stato serio avrebbe immediatamente bloccato questo inutile sperpero di denaro pubblico già dal terremoto di Amatrice, imposto la costruzioni di migliaia e migliaia di container coibentati (esistono e sono in commercio) per gli sfollati, razionalizzato le spese, in primis il mantenimento ad oltranza ai parassiti stranieri.

Ma non siamo uno Stato. Il governo non si vede. Abbiamo un Presidente della Repubblica che non è nemmeno tornato dal fare visita ai fancazzisti che così gentilmente accogliamo. 

E non mi si venga a dire che nessuno poteva prevedere questa situazione: è in una situazione di emergenza che uno Stato serio mostra le sue capacità, senza utilizzarla come scusa per le proprie competenze ed inefficienze.

Povera Italia mia. Un abbraccio a chi in questo momento è in difficoltà.

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