venerdì 10 febbraio 2012

Il nostro Giorno della Memoria

Sono passati tanti anni da quei giorni di sangue e di terrore in cui migliaia e migliaia di donne e bambini vengono massacrati dalla furia dei comunisti jugoslavi. Casa per casa, armi in pugno, fazzoletto rosso intorno al collo (perché quando il nemico è ormai sconfitto i vigliacchi escono allo scoperto per banchettare), nelle mani i carnefici – pienamente supportati dai banditi italiani – hanno l’elenco degli italiani che, legati l’uno con l’altro, e spesso ancora vivi, verranno infoibati nel nero profondo di quelle fosse carsiche che ancora oggi, a distanza di decenni, non hanno ancora restituito tutti i corpi martirizzati di chi ebbe il solo torto di essere italiano in quelle terre che il barbaro slavo reclamava come proprie.

È una Nazione strana, l’Italia. Crede ciecamente ad olocausti mai avvenuti e si dimentica di ricordare quegli olocausti della propria gente che invece sono accaduti realmente. E, ogni anno dobbiamo sorbirci i negazionisti in stile Marta Vincenzi, quelli sempre pronti ad unirsi al ricordo delle foibe con i “ma…”, i “se…”, i “però…”, i “contestualizziamo…” Eppure, quando si parla di Shoa, nessuno parla di contestualizzare, nessuno dice “ma…”, “se…”, “però…” Sono tutti col capo chino, a chiedere scusa di non si sa bene che cosa…

Ma lasciamo perdere Marta Vincenzi e i miserabili come lei. Come quel disgustoso rottame della Storia che pomposamente si fa chiamare Presidente della Repubblica, che ci viene a dire che la causa delle foibe fu il nazionalismo. Che ridicolo... chissà cosa accadrebbe se per commemorare la Shoa si dicesse che è stata colpa dei sovietici, o non si citassero mai i crudelissimi nazisti come autori della "presunta" strage... Questi sono i negazionisti funzionali al regime, non sono scomodi, e pertanto nessuno chiederà mai qualche legge repressiva per loro. Lasciamoli alle loro squallide miserie umane e spirituali, prima ancora che politiche, e pensiamo ad altro. Almeno oggi non facciamo polemica con questi polverosi resti umani di un comunismo rancoroso e crudele.

Io ricordo. Io non voglio dimenticare la grande tragedia che ancora oggi, in tanti, ricordano quasi più per senso del dovere (in molti casi nemmeno quello) che per una propria esigenza personale, quello di allacciare i legami spirituali e sentimentali con uno dei pezzi più importanti e tragici della propria Storia patria. Io invece ricordo. Non sono passati poi così tanti anni da quando frequentavo le Scuole Superiori e parlavo di foibe. Sembrava una realtà così lontana, così mitizzata, che ero scambiato per un visionario, anzi peggio. Non mi aiutava certamente il mio professore, anch’egli comunista e, ovviamente, sempre pronto a ricordare gli olocausti inventati degli altri piuttosto che quelli veri patiti dalla propria gente. I miei compagni mi chiedevano: perché dovremmo credere a te quando di quello che ci dici non ne abbiamo mai sentito parlare né alla TV, né sui libri di Storia, né da nessuna altra parte?

Chi fa ancora questa domanda, in Italia, sono ancora in troppi. Ma pazienza, almeno per oggi. Noi oggi ricordiamo, a dispetto dei negazionisti e degli smemorati di ieri e di oggi. Questo è il nostro vero Giorno della Memoria.


4 commenti:

Anonimo ha detto...

noi non scorderemo mai! ogni figlio d'italia è nostro fratello, ogni morto per la gloria della nostrapatria è nostro fratello! che mai nessuno dimentichi le proprie origini, la propria cultura, la propria patria italica.
fiore di millennio e storia!

Andrea Chessa ha detto...

Ogni italiano è anche istriano, giuliano e dalmato.

wids72 ha detto...

I figli della patria non si domenticano contrapponendosi nei confronti di coloro, di questo tempo infame, che vogliono distruggere identità, tradizioni e cultura...ma noi nel loro ricordo li facciamo vivere per sempre...In alto i cuori!!!!

Sante Di Biase ha detto...

Oltre a non condividere una parola di ciò che lei dice...ma questo non è affatto un problema ci mancherebbe....lei purtroppo è un ignorante! E conferma il mio cattivo giudizio sul sistema educativo nazionale.