mercoledì 8 settembre 2010

67 anni fa moriva la Patria


L'Europa, con la sua varia e splendida civiltà, moriva agonizzando nel sangue dei suoi caduti. Moriva a Berlino, con i ragazzi dei battaglioni Nordland e Charlemagne a difendere un chilometro quadrato di rovine, un pezzo di idea, il simbolo dell'Europa che non si arrendeva: il bunker del Fuhrer. Moriva con i giovani hitleriani, che cantano in mezzo alle cariatidi e ai feriti, con il Panzerfaust in spalla, pronti a contendere ogni metro di terreno alla bestia rossa che avanza distruggendo, stuprando, uccidendo. Moriva con i giovani di Schio, arresisi pattuendo di aver salva la vita, massacrati fino all'ultimo uomo, beffandosi dei loro carnefici mentre urlano "Viva Mussolini!". Moriva con le donne dei Fascisti che vengono braccate, seviziate, uccise, rasate a zero ed esposte alla rabbia e alla cattiveria di una folla inferocita. Moriva nelle gelate distese russe, in mezzo a quelle lunghissime file di uomini e di vite. Moriva ai Salò, con i fascisti che si preparano disperatamente all'ultima battaglia della Valtellina. Moriva nelle foibe, dove non si sa ancora con esattezza il numero di tutti coloro (sacerdoti, uomini, donne e bambini) che sono stati scaraventati nell'abisso. Moriva a Giulino di Mezzegra. Moriva nel bunker della Cancelleria.

Moriva. Ma c'è una fiammella che, per quanto piccola, arde ancora nei cuori di chi non ha tradito, di chi non si arrende, di chi ancora difende quei simboli, quegli uomini, quelle idee. Scalda ancora. E fa ancora paura.

Disprezziamo il tradimento, l'infamia, e il disonore militare e politico trasformato in vittoria da mangiatori di carogne avidi e corrotti, che hanno svenduto la nostra Patria al nemico, e i cui eredi stanno ancora lì, seduti ai posti di comando. Non abbiamo tradito. Non tradiremo. Non ci arrenderemo mai.

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