lunedì 3 novembre 2008

Lettera aperta al Sindaco Alemanno

Egregio signor Sindaco Alemanno,
in questi giorni, dai giornali, ho modo di apprendere quali sono le priorità della sua politica: abituare le scolaresche ai pellegrinaggi ad Auschwitz; lotta dura e senza paura contro i razzisti e i fascisti; chiusura dei siti antisemiti che definiscono Lei e il Presidente della Camera Gianfranco Fini come “servi degli ebrei”. In verità, vista la grave crisi economica internazionale, avrei preferito da Lei qualcosa sui banchieri di Wall Street che hanno rovinato l’Occidente, qualche soluzione per la crisi, qualche opinione sugli interventi sociali che il Governo e il Comune di Roma intendono adottare per aiutare le famiglie in difficoltà.
Caro Signor Sindaco, il pellegrinaggio ad Auschwitz è, ahimè, cosa nota. Fa parte di quella memoria unica, stabilita per legge, che la classe dirigente europea – alla quale anche Lei appartiene – ha definitivamente definito come condizione sine qua non della propria agenda politica. E’ una sorta di assicurazione: senza l’adesione cieca e incondizionata al dogma olocaustico, in base al quale chiunque provi a porsi delle domande diventa automaticamente un “antisemita”, in Italia non si fa politica, e si rimane ai gradini più bassi. Tutto questo Lei, che per arrivare ad avere un ruolo importante nella politica italiana sente la necessità di sdoganarsi sempre più dalla scomoda etichetta di Fascista dileggiando e offendendo quotidianamente il Fascismo e i Fascisti, dovrebbe saperlo bene.
Suscita un certo stupore, viceversa, la Sua lotta contro i siti fascisti e razzisti. Checché Lei ne dica, il Fascismo può essere una ideologia da abbracciare senza per questo diventare degli asociali, dei violenti, dei razzisti fanatici. Lei stesso, tra le altre cose, è l’esempio più calzante di quanto scrivo, dato che fino a poco tempo fa dimostrava di apparire non particolarmente negativo nei confronti del Fascismo, ed è sempre stata una persona che io ritengo molto pacata e culturalmente superiore alla media dei politici italiani. Spiace vedere che oggi, per assecondare una politica vuota e superficiale e politicamente corretta, Lei non abbia esitato a rinnegare ciò che invece, solo pochi anni fa, sosteneva entusiasticamente, tanto da poter vantare, ancora oggi, una buona base elettorale proprio tra quei fascisti dei quali oggi vuole chiudere i siti.
Sul razzismo, viceversa, mi trovo perfettamente d’accordo con Lei. Le teorie che inneggiano alla supremazia razziale di una razza o di una etnia su di un’altra sono del tutto prive di fondamento, benché fossero unanimemente approvate da tutti gli Stati europei fino alla seconda guerra mondiale, ed alcuni Stati, come gli Stati Uniti d’America – per i quali sembra che Lei abbia particolare simpatia – tennero le leggi razziali in vigore addirittura fino agli anni Sessanta.
Posso permettermi di consigliarLe alcuni “bersagli” della sua crociata antirazzista, che sostanzialmente approvo?
Dato che è Sindaco di Roma, potrebbe cominciare innanzitutto con Israele, quello staterello piccino e indifeso che si è autodefinito, anche dal punto di vista giuridico, come “Stato ebraico”, basato pertanto sull’appartenenza religiosa dei suoi cittadini alla religione ebraica: poiché la discriminazione su base religiosa è condannata in sede internazionale, potrebbe farsi sentire addirittura in sede europea. Vada avanti senza timore: gli antirazzisti come me sono con Lei, signor Sindaco.
Ancora, potremmo consigliarLe di lanciare i suoi strali contro un movimento denominato “White Power” (Potere Bianco), il quale esalta la superiorità della razza bianca nei confronti di tutte le altre razze, in particolar modo di quella nera. Se prova a chiedere a qualcuno dei suoi elettori, molti dei quali mostrano con orgoglio le magliette di questo movimento, potrà saperne qualcosa di più. Si faccia sentire, signor Sindaco, e protesti vivacemente: io sono con Lei. Non esiti, ordunque, e faccia un repulisti nelle sedi della Fiamma Tricolore, di Forza Nuova, di Alleanza Nazionale, in altre parole la maggior parte del suo bacino elettorale che Le ha permesso di stare dove è adesso. Considerando che l’hanno votata nonostante anche Lei, da qualche anno a questa parte, non esiti a condannare il Fascismo sempre e comunque, su qualunque giornale o TV in cui le capiti di apparire, il suo potere elettorale non dovrebbe risentirne eccessivamente.
Infine mi permetto di consigliarLe un’altra forma di razzismo, che io ritengo più subdola. Dato che ormai qualunque forma di intolleranza viene classificata con questa etichetta (anche la festa del 4 novembre, a quanto so, è diventata razzista), non dubito che anche l’episodio del quale mi accingo a parlare possa essere classificato razzista. Qualche campionato fa, allo stadio Sant’Elia, dove la squadra di serie A del Cagliari disputa le sue partite in casa, si giocava Cagliari-Milan. Io non ero presente di persona, ma ebbi modo di vedere le foto, fatte da amici che in quell’occasione si recarono allo stadio per vedere la partita, che dimostravano inequivocabilmente che i tifosi del Milan avevano issato sulla curva a loro destinata un grande disegno, nel quale, sostanzialmente, si paragonavano i sardi a dei pecorai. Tornava in auge, al Sant’Elia, l’antica equazione sardo=pastore, come se essere un pastore sardo fosse un qualcosa del quale vergognarsi e con il quale prendere in giro i sardi. Signor Sindaco, non ho sentito una sola parola da parte di nessuna parte politica che condannasse questo gesto. Io Le chiedo: se anziché l’equazione sardo=pastore, che come noi sardi abbiamo appurato non interessa particolarmente Voi della politica che conta, ci fosse stato un disegno che insultava gli uomini di colore, che cosa sarebbe successo? Lasci che lo scriva io: avremmo sentito un coro unanime di condanna, con i vari politici che facevano a gara per proporre la punizione più esemplare in assoluto, non esclusa la fantozziana crocifissione in sala mensa!
Vede Signor Sindaco? C’è razzismo e razzismo… E mentre Lei perde tempo per mettere in guardia i suoi cittadini da un pericolo antisemitismo che sostanzialmente non c’è – se non in alcune frange davvero estremiste e fanatiche, che hanno votato Lei alle ultime elezioni di Roma, tra l’altro – dimentica altre forme di razzismo ben più pericolose e sulle quali nessuno, neanche Lei, mostra di avere la minima attenzione: il razzismo del Nord contro il Sud; il razzismo contro gli italiani che porta questi ultimi a vergognarsi anche delle loro festività nazionali, come accaduto recentemente; il razzismo contro una determinata parte politica, dalla quale proviene anche Lei, accusata di essere guerrafondaia, teppista, violenta, sadica, ignorante, priva di qualunque valore propositivi e costruttivo: un razzismo talmente forte che ha portato l’opinione pubblica italiana ad inventarsi episodi di razzismo di sana pianta pur di criminalizzare tale area ideologica…
Egregio Sindaco Alemanno, rimane ancora un dubbio a chi scrive: in futuro potremo ancora schierarci dalla parte degli oppressi del conflitto israelo-palestinese, vale a dire i Palestinesi, o saremo dichiarati antisemiti? Potremo affermare un dato di fatto, cioè che Israele è lo Stato più armato di tutto il Medio Oriente, con più di 300 testate nucleari e diversi sottomarini nucleari, e che – bombe e sottomarini nucleari a parte – utilizza questo suo arsenale per annettere la terra che appartiene ad un altro popolo, o saremo etichettati come pericolosi fascisti dei quali oscurare i siti? Potremo chiedere una ricerca storica non viziata da comportamenti e pregiudizi di parte, che ci permetta di fare luce sulla nostra Storia più recente, oppure si aprirà anche per noi il carcere? Potremo dire ed affermare una verità inconfutabile ed incontrovertibile, e cioè che i Fascisti presero regolarmente il potere e in Venti anni trasformarono in positivo l’Italia, tanto da meritare l’attenzione e la stima anche di coloro che poi, nella seconda guerra mondiale, sarebbero diventati i nostri acerrimi nemici? E se qualcuno cercherà di farci tacere con la forza e con metodi antidemocratici, con la violenza, con l’intimidazione, potremo contare sulla sua solidarietà in nome della democrazia? Oppure, da Fascisti, saremo considerati alla stregua del niente e quindi privabili anche dei più elementari diritti?
Egregio Sindaco Alemanno, penso di conoscere già la risposta a queste mie domande. Malgrado tutto, però, noi del MFL continueremo a batterci per l’unica cosa che conta davvero: la verità.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Frugavo su OKNO e sono capitato qui dopo lunghi mesi. Noto qualche piccolo passo in avanti nei tuoi ragionamenti: poco, ma sempre meglio di niente.

Mi auguro che in futuro si potrà ristabilire una sorta di dialogo intelligente tra noi, perché la tua intelligenza è un dato di fatto. Se solo mettessi a punto l'analisi e il metodo, e lasciassi da parte un po' di contraddizioni...

Io sono fiducioso: eri berlusconiano ed ora non lo sei più; eri filoamericano ed ora non lo sei più; sei andato a fare la ronda alla Marina contro un nero (che non hai trovato), ed ora sei antirazzista.

I punti di ripartenza ci sono. Ora sta a te svilupparli.

Con amicizia, ti saluto.

PS:la lettera al sindaco non è male, perché non mandargliela?

Andrea Chessa ha detto...

Comincio subito col dirti che il sottoscritto il dialogo non l'ha mai interrotto: ho solo preso atto di una determinata situazione, o meglio di un tuo preciso atteggiamento, e sebbene a malincuore ho dovuto regolarmi di conseguenza. Comincio a pensare che non sia tanto il sottoscritto - ignorante e intollerante per definizione - a non riuscire a stare con gli altri, ma che siano gli altri a non riuscire a stare con me. Tu ne sei l'esempio più lampante: col sottoscritto hai chiuso tutti i ponti, di colpo, nonostante ti avessi offerto anche il mio sostegno per alcune situazioni che tu sai e che pensavo volessi condividere con me... C'era ben poco da fare.

Per quanto riguarda gli episodi che tu citi, sono episodi di dieci anni fa Federico. Sono cambiato, da allora. Almeno un minimo...

Per quanto riguarda il tuo post scriptum non mi sembra il caso di fare una cosa del genere: tra i siti razzisti dovremmo esserci anche noi, benché il MFL non sia mai stato razzista. Sarebbe un po' ingenuo andare a mettersi spontaneamente davanti al plotone d'esecuzione, o no?

Anonimo ha detto...

Beh, il dialogo si fa in due, e si interrompe in due. Ma può capitare a tutti, anche agli amici. Certo, a malincuore.
Tu mi hai offerto SEMPRE il tuo sostegno, questo tengo a dirlo a gran voce. E te ne sarò sempre grato.

Per il resto so che sei cambiato per tante cose. Per altre forse dovresti cambiare, ma questo riguarda solo te. Io ho buone speranze. Vedremo.

Un saluto.