lunedì 2 gennaio 2017

Non basteranno due barriere anti-tir a salvarci



Le immagini delle barriere anti-camion, erette qua e là per prevenire eventuali attacchi terroristici come l’ultimo avvenuto a Berlino, non sono solamente l’immagine di un’Europa impaurita, debole, ferita, ma, ed è questa la cosa più grave, anche il più chiaro ritratto delle fallimentari politiche migratorie.



L’Europa, addirittura aiutandoli con la Marina Militare Italiana, Frontex e quant’altro, ha permesso l’invasione del continente europeo da parte di centinaia di migliaia di parassiti africani all’anno, senza pretendere quantomeno di controllarli, di censirli, di sapere chi sono e cosa fanno, aprendo il fianco agli attacchi terroristici.

A dirlo non è solo Matteo Salvini o i cattivissimi fascisti come noi altri, bensì Frontex. Si, esatto, proprio l’istituzione che, con il beneplacito dell’Unione Europea, fa la spola tra le acque africane e quelle italiane per traghettare quotidianamente migliaia di parassiti africani.

È stato proprio Fabrice Legeri, il direttore esecutivo del programma Frontex, ad affermarlo in una recente intervista a Voice of America: “Molte persone potrebbero venire radicalizzate e manipolate, utilizzate dai gruppi terroristi dopo il loro ingresso in Europa. L’Isis vuole armare i richiedenti asilo”

Come non ricordare i due terroristi dell’attentato francese che erano entrati illegalmente attraverso l’isola greca di Leiros? Come non ricordare Amid Nasri, il perfetto eroe boldriniano, cosmopolita, che parlava diverse lingue, povero profugo scappato dalla guerra, che ha ben pensato di far schiantare un tir su una folla inerme in un mercatino natalizio di Berlino?

Abbiamo permesso l’invasione dell’Europa a questa gente che non può integrarsi e, soprattutto, non vuole integrarsi. Abbiamo finito per essere prigionieri del terrore in casa nostra, costretti a fare zig zag tra le barriere di cemento nei mercatini di Natale.

Perché quando le barriere non le metti ai confini nazionali per difendere i tuoi cittadini e la tua civiltà, poi sei costretto a metterle dappertutto.

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