Le immagini delle barriere anti-camion, erette qua e là
per prevenire eventuali attacchi terroristici come l’ultimo avvenuto a Berlino,
non sono solamente l’immagine di un’Europa impaurita, debole, ferita, ma, ed è
questa la cosa più grave, anche il più chiaro ritratto delle fallimentari
politiche migratorie.
L’Europa, addirittura aiutandoli con la Marina Militare
Italiana, Frontex e quant’altro, ha permesso l’invasione del continente europeo
da parte di centinaia di migliaia di parassiti africani all’anno, senza
pretendere quantomeno di controllarli, di censirli, di sapere chi sono e cosa
fanno, aprendo il fianco agli attacchi terroristici.
A dirlo non è solo Matteo Salvini o i cattivissimi
fascisti come noi altri, bensì Frontex. Si, esatto, proprio l’istituzione che,
con il beneplacito dell’Unione Europea, fa la spola tra le acque africane e
quelle italiane per traghettare quotidianamente migliaia di parassiti africani.
È stato proprio Fabrice Legeri, il direttore esecutivo
del programma Frontex, ad affermarlo in una recente intervista a Voice of
America: “Molte persone potrebbero venire
radicalizzate e manipolate, utilizzate dai gruppi terroristi dopo il loro
ingresso in Europa. L’Isis vuole armare i richiedenti asilo”.
Come non ricordare i due terroristi dell’attentato
francese che erano entrati illegalmente attraverso l’isola greca di Leiros? Come
non ricordare Amid Nasri, il perfetto eroe boldriniano, cosmopolita, che
parlava diverse lingue, povero profugo scappato dalla guerra, che ha ben
pensato di far schiantare un tir su una folla inerme in un mercatino natalizio
di Berlino?
Abbiamo permesso l’invasione dell’Europa a questa gente
che non può integrarsi e, soprattutto, non vuole integrarsi. Abbiamo finito per
essere prigionieri del terrore in casa nostra, costretti a fare zig zag tra le
barriere di cemento nei mercatini di Natale.
Perché quando le barriere non le metti ai confini
nazionali per difendere i tuoi cittadini e la tua civiltà, poi sei costretto a
metterle dappertutto.
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