giovedì 5 gennaio 2017

Difendere i lavoratori dal capitalismo selvaggio: si può fare

È la famosissima frase del film “Frankenstein Junior” quella che ci viene in mente nel leggere una delle notizie del giorno: fedele al programma economico presentato agli elettori americani durante la campagna elettorale, Donald Trump, che si insedierà alla Casa Bianca tra qualche giorno, ha candidamente fatto sapere alla General Motors e alla Ford, note case automobilistiche americane, che se costruiranno le loro nuove fabbriche all’estero pagheranno grossi dazi. Né più, né meno.

La risposta più interessante è arrivata proprio dalla Ford, che, per bocca del suo amministratore Mark Fields, ha annunciato che annullerà il progetto di costruzione di una nuova fabbrica in Messico dal valore di 1,6 milioni di dollari, investendo 700 milioni per costruirne una in Michigan.

L’obiettivo è quello di riportare il lavoro all’interno degli Stati Uniti, bloccando la fuga delle multinazionali all’estero (in particolar modo in Oriente e in Europa dell’est, dove i costi salariali sono di gran lunga inferiori), e pare proprio che il neo Presidente degli USA voglia continuare su questa strada.

Quella, cioè, di una politica sovranista e nazionale, in cui le aziende americane lavorino in America e paghino cittadini americani. Quello che ogni politico dovrebbe essere portato a fare nel proprio Paese.

Sappiamo bene che le promesse della campagna elettorale sono cosa ben diversa dalla normale prassi di governo, ma Trump sembra intenzionato a non smentirsi.

È ancor più significativo che un tale cambiamento di rotta nella politica economica americana avvenga proprio negli Stati Uniti, vale a dire la Nazione che più di tutte al mondo ha beneficiato dei vantaggi del capitalismo totale, avendolo inventato.

Probabilmente difendere i lavoratori con politiche sovraniste non sarà così semplice come la mettiamo noi, ma non è nemmeno così difficile come vogliono farci credere i soloni del liberalismo e del capitalismo globale: un candidato alla Casa Bianca, per ora, ci sta provando.

Si può fare.

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