Mohamed Abdallah non ha alcun tentennamento: “Si, ho consegnato Giulio regeni al
Ministero degli Interni e qualunque buon egiziano, al mio posto, avrebbe fatto
lo stesso”.
È una dichiarazione che solo i mass media servili, e i
dementi di sinistra, possono trovare scioccante e disdicevole. Dichiarazione che, oltretutto, è palesemente falsa. Il termine "consegnato" farebbe pensare proprio ad una trappola, o al fatto che Abdallah abbia effettivamente incastrato Regeni, mentre andando a vedere le sue dichiarazioni risulta che egli abbia semplicemente fatto una telefonata per avvisare il proprio Paese di quel ragazzo che si comportava in modo certamente strano, per uno straniero.
Noi, viceversa,
non ci vediamo alcuna stranezza: qualunque buon patriota, vedendo uno straniero che ficca il naso negli affari interni del proprio Paese, avrebbe il dovere di intervenire come ritiene più utile.
Il capo del sindacato autonomo degli ambulanti non ha
alcun dubbio in proposito: “Io e Giulio
ci siamo incontrati in tutto sei volte. E’ un ragazzo straniero che faceva
domande strane e stava con gli ambulanti per le strade, interrogandoli su
questioni che riguardano la sicurezza nazionale. L’ultima volta che l’ho
sentito al telefono è stato il 22 gennaio, ho registrato la chiamata e l’ho
spedita agli Interni”. Perché? “E’
illogico che un ricercatore straniero si occupi delle condizioni degli
ambulanti se non lo fa nemmeno il Ministero degli Interni”. Traduzione: “Giulio Regeni faceva troppe domande”. Aggiungiamo
noi: aveva anche delle frequentazioni particolari, come la società con la quale
collaborava, Oxford Analitica. Si tratta di una azienda fondata da personaggi
poco raccomandabili come, a quanto si può leggere in alcuni siti web, John
Negroponte, importante funzionario e diplomatico degli Stati Uniti e già
implicato nello scandalo dei cosiddetti squadroni della morte, squadracce agli
ordini del Governo degli Stati Uniti per fare il lavoro sporco. La Oxford
Analityca è una società che, diciamo così, si occupa di raccogliere
informazioni per conto di grandi imprese, onlus, agenzie governative. Niente esclude,
in sostanza, che possa essere una agenzia di intelligence sotto copertura. Questo
avvalorerebbe la tesi che Giulio Regeni, in realtà, lavorasse per i servizi, di
quale Paese non è dato sapere, anche se ciò è stato sempre categoricamente
smentito dalla famiglia (ci pare anche ovvio).
Non è da escludere, comunque, che il ragazzo sia stato
ucciso da qualcuno. Stupisce, infatti, la data della sua morte, avvenuta
proprio nel periodo in cui l’Italia e l’Egitto erano in procinto di
sottoscrivere un accordo sullo sfruttamento di un importante giacimento
minerario scoperto recentemente in acque egiziane ed altre importanti questioni
economiche.
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