George Orwell sosteneva che “In tempi di menzogna
universale, dire la verità è un atto rivoluzionario”. Aggiungiamo noi: in tempi
di menzogna universale, di una martellante e annichilente propaganda immigrazionista e terzomondista, di un razzismo strisciante contro gli italiani e a favore
di una pletora di parassiti incapaci nel migliore dei casi, e di delinquenti se
non di terroristi nel peggiore, in tempi simili anche un bellissimo gesto come
quello di aiutare gli italiani in difficoltà vede puntualmente sulle barricate
i soloni dell’immigrazione, i sinistri e quella pletora di sottosviluppati che
li seguono e danno credito alle loro menzogne. E' il segno della decadenza dei tempi, evidentemente.
A cosa ci riferiamo? A Ravenna succede che un
ristoratore e la sua famiglia, Marco, Eleonora ed Ennio Moriconi, decidano di
offrire il pranzo di Natale a 23 persone indigenti della loro città,
specificando però una cosa: devono essere italiani. Non immigrati fancazzisti,
avanzi di galera che scappano dal loro Paese per sfuggire a qualche sacrosanto
calcio nel culo, bensì italiani martoriati e vessati dalla crisi, operai in cassa
integrazione, pensionati che non riescono a pagare l’affitto, imprenditori che
hanno dovuto chiudere le loro aziende. Tutte categorie di persone che, ormai,
sembra sia vietato aiutare in questo Paese, per dedicarsi, evidentemente con
molto più profitto, sia sociale sia economico, alla torma di parassiti africani
che puntualmente giungono sulle nostre coste.
“Ho chiesto ad una associazione caritatevole che mi
mandassero famiglie italiane –
spiega Moriconi al Resto
del Carlino – ben
sapendo che qualcuno avrebbe anche potuto darmi del razzista.
Non lo sono per niente e so benissimo cosa significa aiutare il prossimo. C’è
un dato: la crisi sta producendo
effetti devastanti sugli italiani delle classi più basse e della ex classe
media, che non hanno strumenti a cui appellarsi per un aiuto. Non saranno mai primi nelle graduatorie delle
case popolari, non hanno diarie giornaliere”.
Dovrebbe essere chiaro a chiunque abbia ancora un
barlume di cervello che Marco Moriconi non ha detto nulla di scandaloso, e che
ha ribadito, in maniera chiara, semplice ed efficace, ciò che qualunque
individuo sano dovrebbe pensare e provare: prima l’attaccamento alla propria
comunità e ai propri cittadini, poi gli altri. Allo stesso modo in cui il buon
padre di famiglia, prima di aiutare qualcuno che non conosce, prima pensa a
sfamare i propri figli. Ben vengano, allora, azioni simili, di italiani che
aiutano altri italiani, specie in un momento in cui le istituzioni e questo
merdoso Stato, capace solo di pensare ai clandestini e alle onlus che sulla
pellaccia di questi ultimi ci speculano ampiamente, li hanno ormai
completamente abbandonati. Ben vengano le azioni come quelle di Marco, Eleonora
ed Ennio: italiani che aiutano italiani.
Allo stesso modo noi ribadiamo un concetto chiaro e
semplice, sul quale non sono ammesse deroghe: prima vengono gli italiani, tutti
gli altri dopo.
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