giovedì 29 settembre 2011

Povera Patria (Draghi, Trichet e altri predoni)

C’è una sola parola per definire al meglio la lettera segreta, pubblicata dal Corriere della Sera, che Jean Claude Trichet e Mario Draghi hanno inviato al governo italiano: diktat. L’ennesimo, che vedrà purtroppo capitolare il nostro Paese. E come potrebbe essere diversamente se, per ammissione dello stesso Berlusconi, abbiamo un Presidente del Consiglio che per la stragrande maggioranza del tempo pensa a portarsi a letto mignottumine vario, per dedicarsi all’attività di governo nei minimi ritagli di tempo?

Le ricette di Trichet e Draghi sono le tipiche ricette che, bene o male, sono state messe in atto per la Grecia: lacrime e sangue. Privatizzazioni, licenziamenti più facili, tagli su pensioni, assistenza sociale, sanità, istruzione, abbassamento degli stipendi del pubblico impiego. Tagli, tagli e ancora tagli. Ma così anche io potrei fare il Presidente della BCE. E prenderei anche meno soldi di Trichet.

Dall’altra parte Barack Obama, che ha appena regalato dei missili di ultima generazione ad Israele con cui continuare ad incenerire i palestinesi, sale in cattedra e col suo ditino da primo della classe abbronzato ammonisce l’Europa: non sta facendo abbastanza per risolvere la crisi.

Avete capito l’arroganza? Gli Stati Uniti, con il loro capitalismo rapace, i loro swap, i loro hedge fund e le loro azzardatissime speculazioni finanziarie, hanno creato una crisi sistemica ed epocale, probabilmente assai peggiore di quella altrettanto tremenda del ’29, e ci vengono anche a dire che non stiamo facendo abbastanza per superarla! E nessuno, dico nessuno, che abbia avuto non dico il coraggio, ma almeno il buongusto di dire ad Obama di tacere.

Povera la mia Patria che fu di Dante, di Ariosto, di Macchiavelli e di Mussolini, terra di conquista, oggi come ieri, di predoni, assassini e criminali.

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