giovedì 23 aprile 2009

Pure Malta ci prende per il sedere...


Due episodi recentissimi di cronaca, diciamo così, “internazionale”, danno la vera idea di quale reputazione abbia l’Italia all’estero. E non parliamo di nazioni europee e/o occidentali come Francia, Spagna, Germania o addirittura Stati Uniti, ma di Malta e Filippine.

La storia di Malta la conosciamo. Per l’ennesima volta il governo maltese ha “girato” verso le coste siciliane un cargo, la Pinar, che aveva salvato un consistente gruppo di clandestini. Ennesima volta perché non è certamente la prima occasione nella quale Malta si rifiuta di prestare soccorso alle imbarcazioni cariche di disperazioni che cercano di lasciare i loro martoriati paesi. Probabilmente devono aver pensato questo: che anche se c’è un governo che viene detto “di destra”, da noi gli immigrati si accolgono a braccia aperte e quindi, perché no?, qualche altro centinaio in più non avrebbe certamente fatto la differenza.

Giustamente l’Italia ha chiesto un confronto con Malta in sede UE, mediante dossier preparato da Maroni. Frattini tace: se non si tratta di lodare e difendere Israele da qualsiasi accusa lui non si muove.

Il secondo episodio viene alla luce in queste ore. Nelle Filippine ci sono diversi gruppi separatisti, che combattono contro il governo costituito delle Filippine. Uno di questi gruppi ha rapito Eugenio Vagni, operatore della Croce Rossa. Ora, chiunque abbia un minimo di esperienza in queste situazioni, sa bene che la prima cosa da non fare assolutamente è un blitz. Questa soluzione viene riservata per le occasioni più estreme. Non è raro che il rapimento di un ostaggio si concluda con un suo rilascio, a fronte di qualche altra concessione: spesso, per alcuni gruppi privi di reale rappresentatività politica all’interno del territorio in cui si trovano ad operare, un sequestro è una delle pochissime soluzioni che si hanno non solo per avere su di se un’attenzione mediatica che altrimenti non avrebbero, ma anche per ottenere dei risultati che sono difficli da conseguire in altri modi.

Il Ministro degli Esteri italiano ha consigliato alle Filippine di non intervenire: proviamo a trattare, vediamo che cosa vogliono e se vogliamo e possiamo concederlo in maniera indolore, e poi eventualmente trattiamo. Ma il blitz sia l’ultima istanza, in quanto spesso e volentieri è la vita dell’ostaggio ad essere messa in pericolo. Si si, dicono i filippini, niente blitz. Ma poi il blitz lo fanno davvero. Ora non si sa nulla delle condizioni dell’ostaggio, neanche se sia vivo o morto. La Farnesina è preoccupata, la Croce Rossa internazionale è preoccupata, tutti siamo preoccupati.

Speriamo solo che a quel geniaccio di Berlusconi non venga in mente di provare a comprarsi anche Malta e le Filippine come ha fatto con la Libia (la quale, sia detto per inciso, per tutta risposta ha aumentato lo sversamento di materiale umano sulle nostre coste che già effettuava precedentemente). Sai com’è….

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