domenica 2 marzo 2008

L'olocausto palestinese: è già cominciato

60 morti, 150 feriti, la stragrande maggioranza civili: la rabbia di Israele si calcola con i numeri dei morti e dei feriti che salgono di giorno in giorno, di ora in ora. E’ la risposta, clamorosamente sproporzionata per eccesso, al lancio di quei grossi petardi che vengono pomposamente definiti “razzi kassam”. I numeri della seconda guerra mondiale, al confronto, sembrano roba da chierichetti. Se è vero che i tedeschi applicarono una proporzione di 1:10 e gli americani addirittura di 1:50 ( ciò vuol dire che, per ogni soldato ucciso, il diritto di rappresaglia contemplava per i nazionalsocialisti 10 italiani da giustiziare e per gli americani 50 ), qui sono aerei, bombardieri, carri armati che spianano, bombardano, sparano, cannoneggiano… Soldati con i visori notturni, fucili ad alta precisione, aerei caccia ad alta tecnologia, rappresentanti di uno Stato che dispone tra le 300 e le 500 bombe atomiche, sottomarini armati con testate nucleare per una seconda risposta nucleare via mare, e che ha il terzo o quarto esercito del mondo, si accaniscono contro una popolazione umiliata, decimata, mancante di acqua, petrolio, medicinali, costretta a lasciar agonizzare i propri familiari ai posti di blocco israeliani per un vizio burocratico, sottoposta giorno e notte ad incursioni aeree e di terra, costretta a stare a guardare mentre i bulldozer con la stella di David buttano giù le loro case e fanatici coloni si appropriano delle loro terre. Forse, tra decenni, quando si ammorbidirà almeno un minimo la nebbia della disinformazione, che pennivendoli corrotti ci propinano dalle prime pagine dei giornali dei loro padroni, l’eroismo di questo popolo, che resiste con qualche petardo o razzo ad uno degli eserciti più potenti del mondo con spirito di sacrificio, senso del dovere, sprezzo del pericolo, ci apparirà nella sua giusta dimensione. Nell’oscurità più totale, i lettori di un blog o di un sito internet sono molto più informati di coloro che leggono il Corriere della Sera o La Repubblica, comodamente adagiati tra le polemiche vuote e viscide di Berlusconi e Veltroni, i consigli per gli acquisti, le dichiarazioni di Lele Mora o di Pippo Baudo, i calendari di prossima uscita di sgualdrine prezzolate con il mal di schiena a furia di stare sotto le scrivanie.
Mai frase venne più presa sul serio, applicata con lucida coerenza nei fatti: «Quanto più aumenta il fuoco dei Qassam e s´allunga la loro gittata, tanto più (i palestinesi) attireranno su di sé una shoah più grande, perché useremo tutta la nostra forza per difenderci». Queste parole agghiaccianti sono state proferite appena ieri da Matan Vilnai, il vice del Ministro della Difesa israeliano. Ovviamente, non trattandosi di una svastica disegnata a bomboletta sul muro da chissà quale anonimo, di cimiteri ebraici profanati, di qualche sopravvissuto ai lager tedeschi che scrive un suo libro di memorie, di qualche pestaggio di radicali di destra, la cosa non fa assolutamente notizia. Già immagino il Veltroni e il Berlusconi che si mangiano le mani: se solo quella frase l’avesse pronunciata un qualsiasi Ahmadinejad, l’imam di qualche moschea, l’esponente di qualche partito neofascista, avrebbero potuto gridare al pericolo e all’indignazione, metterci in guardia dal nuovo antisemitismo, sbandierare ai quattro venti su Porta a Porta e Matrix il loro pieno sostegno alla comunità ebraica, perseguitata, ostracizzata e minacciata. Invece questa volta ha parlato quella che, con somma ipocrisia, viene ancora definita “l’unica democrazia del Medio Oriente”: manco quelli del Memri – che a suo tempo riuscirono a fare miracoli con le parole di Ahmadinejad (http://chessaandrea.blogspot.com/search/label/AHMADINEJAD%202008 ) – sono riusciti ad impedire l’autogol.
Ma quella che molti cercano di spiegare come la gaffe di un vice ministro un po’ imbranato, altro non è che il deliberato disegno, che noi di Fascismo e Libertà – e con noi partiti o movimenti politici in antitesi a noi, con i quali nulla abbiamo a che fare – abbiamo sempre a chiare lettere denunciato: costringere i palestinesi ad abbandonare la loro terra. Se guardate il grafico qui affianco non avrete bisogno di particolari spiegazioni.
Qualche giorno fa qualcuno, in Israele, parlava di una “operazione su vasta scala” ( con questo linguaggio da Grande Fratello, sterile e burocratico, viene indicata la messa a morte di un intero popolo ) da cominciare in breve tempo a Gaza. Talmente arroganti e sicuri del silenzio dell’opinione pubblica internazionale, non parlano neanche più in burocratichese: ora parlano apertamente di “olocausto”, il termine chiave dell’unica religione rimasta, [...] quella che non riconosce eretici, contrari o anche solo dubbiosi, quello che prima era usato per l'unico olocausto che meritava di essere ricordato veramente.
Adesso hanno avuto la loro Pearl Harbour, il loro 11 settembre. Non si fermeranno fino a che non scompariranno anche quei piccoli tratti verdi dalla carta del Medio Oriente.
Andrea Chessa – MFL Sardegna
2 marzo 2008

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