martedì 16 giugno 2020

Davvero quelli di sinistra vogliono darci lezioni sulla pedofilia?



Almeno un decennio passato a combattere l’ISIS in terra straniera per scoprire, ma guarda il caso, che i terroristi li abbiamo sempre avuti “in casa”, accanto a noi, nelle nostre palestre, nelle nostre scuole, nel nostro condominio.

Come un pericoloso virus – ben più spaventoso del Covid-19 – l’odio verso l’uomo bianco, che in queste settimane dilaga in tutta Europa, è arrivato anche in Italia, trovando frotte di imbecilli pronti ad accoglierlo.


A farne le spese, qualche giorno fa, è stata, a Torino, la statua di Leopoldo II, sovrano illuminato europeo, vandalizzato dagli antifascisti senza che a sinistra si emettesse un “ma”.


Ieri, per l’ennesima volta, la statua dedicata ad Indro Montanelli è stata decapitata ed imbrattata di vernice. La colpa del giornalista? Non essere di sinistra, in primis, ed aver avuto alle sue dipendenze, durante la guerra etiopica, una negretta di 12 anni che sposò, come egli stesso racconta nelle sue memorie ed in diverse interviste rilasciate quando era ancora in vita.


Valutare episodi di decine e decine di anni fa con il metro del presente è quantomeno ridicolo: ecco perché ci fa ridere l’accusa ad Indro Montanelli di essere uno stupratore ed un pedofilo. La pratica di tenere una indigena nella propria dimora, per sbrigare le faccende domestiche ed allietare, è sempre stata una pratica diffusissima in tutte le popolazioni colonizzatrici, Italia inclusa. 


Oggi ciò ci disgusta, va bene; può anche farci schifo Indro Montanelli e quelli come lui, va bene. Con ciò non vogliamo certo affermare che tenersi una negretta tutto fare in casa sia una cosa buona e giusta (tant’è che il regime Fascista cercò di intervenire vietando questa pratica, ma senza successo), ma la sorte di queste ragazze era certamente migliore nelle case degli italiani che in quelle dei loro stessi connazionali, dove le violenze fisiche, psicologiche e sessuali erano all’ordine del giorno, e dove la donna aveva (ed ha) una considerazione pari (o addirittura inferiore) a quella degli animali. Una delle prime cose che fece il Governo Fascista, infatti, fu proprio quella di eliminare la schiavitù in tutte le terre sotto il dominio italiano, schiavitù che era assolutamente normale tra le popolazioni africane e che non fu certamente inventata dal cattivo uomo bianco, assorto, in questi ultimi anni, a simbolo di tutte le nefandezze e crudeltà.

Davvero, però, dobbiamo accettare di farci dare lezioni sulla pedofilia dalla sinistra? Proprio quella parte politica che la pedofilia, almeno da una ventina d’anni, non solo l’ha accolta al massimo con una alzatina di spalle ma addirittura istigata e foraggiata?

Davvero ci danno lezioni gli estimatori di Pier Paolo Pasolini, noto “cacciatore” di giovani adolescenti omosessuali nei vicoli più malfamati di Roma, assolto già nel ’52 per atti osceni in luogo pubblico (solo perché fece un’orgia con dei ragazzini ben protetto da una siepe - già negli anni Cinquanta la sinistra poteva contare sul suo braccio armato più efficiente: la Magistratura), cacciato dal PCI per indegnità morale, morto ucciso – molto probabilmente – a causa dei suoi vizietti?

Dovremmo ascoltare con la testa chinata le lezioncine degli estimatori di Woody Allen, che sconta ancora oggi un lunghissimo processo penale per molestie sessuali sulla figlia?

Possono davvero salire in cattedra gli adulatori di Roman Polanski, reo confesso dello stupro di Samantha Geitner, nel 1978 una tredicenne che ebbe il solo torto di trovarsi nella casa di Jack Nicholson in cui era ospite il regista?

Sono quelli del Forteto, un gigantesco parco giochi per pedofili, coccolati, coperti e vezzeggiati dalla sinistra.

Sono quelli di Bibbiano: bambini venduti agli amici, alle coppie omosessuali, torturati psicologicamente per cancellare dalla loro memoria i genitori naturali, il tutto con la complicità di educatori, giudici, assistenti sociali, un intero sistema criminale messo su per sostenere ed abbracciare deliberatamente il Male.


Sono gli amici di Daniel Cohn-Bendt, il noto ambientalista di sinistra tedesco, idolo della sinistra internazionale, che già decenni fa confessava candidamente di farsi aprire la patta dei pantaloni per far giocare i suoi bimbi studenti.


Sono gli elettori di Nichi Vendola, quello che, davanti all’uditorio della FGCI che aveva ancora il buon gusto di farsi venire la pelle d’oca a sentirlo parlare così, disse: “Non è facile affrontare un tema come quello della pedofilia, ad esempio, cioè del diritto dei bambini ad avere una loro sessualità, ad avere rapporti tra loro, o con gli adulti, e trattarne con chi la sessualità l’ha sempre vista in funzione della famiglia”, e che qualche anno dopo sarà il promotore di un testo di modifica di legge volto a sdoganare tutti gli orientamenti sessuali.

Anche la pedofilia è un orientamento sessuale? Chiedetelo a Daniele Capezzone, che quando era ancora nel Partito Radicale si esprimeva così: “La pedofilia, proprio come un qualunque orientamento e preferenza sessuale, non può assolutamente essere considerata un reato”.

Sono quelli che intitolano i nomi dei loro circoli a Mario Mieli, omosessuale, coprofago, convinto ed entusiasta sostenitore della pedofilia: https://www.secoloditalia.it/2018/09/il-gay-mario-mieli-cosi-parlava-di-pedofilia-la-bomba-di-silvana-de-mari-in-tv/.

Come al solito, i sinistri non possono dare lezioni di moralità a nessuno, nemmeno su questo tema, essendo i loro rappresentanti politici e culturali coloro che più di tutti si sono spesi, in questi decenni, per lo sdoganamento della pedofilia.

Possiamo discutere se un artista o  un intellettuale possa essere scisso dal suo lato umano, e più specificamente dalle sue azioni più esecrabili. Possiamo porci il problema se continuare a guardare i film di Polanski sapendo che è uno stupratore reo confesso, o se leggere i libri di Pasolini sapendo che era un pederasta conclamato, o se riprendere gli articoli di Montanelli sapendo che aveva sposato una bambina dodicenne durante la sua permanenza in Africa, sotto il regime Fascista.

Il dilemma e le relative conclusioni, però, devono valere per tutti o per nessuno.

Si chiama onestà intellettuale: una cosa che, dalle parti degli antifascisti di professione, è quantomeno merce rara.

1 commento:

Carlo ha detto...

Fossi in te rivedrei il riferimento al sovranno "illuminato" del Belgio... https://www.africarivista.it/storia-le-atrocita-di-re-leopoldo-ii-in-congo/63934/