mercoledì 17 giugno 2020

Altro che "Onestà! Onestà!": il più pulito di loro ha la rogna



Erano quelli del “vaffa-day”, quelli che avrebbero aperto il Parlamento come una scatoletta di tonno (ma a fare i tonni ci sono finiti loro), quelli manettari che urlavano “Onestà!”. Sono finiti peggio dei socialisti, peggio di un qualunque partito della Prima Repubblica: accusati di corruzione, svenduti al sistema di potere dominante (viene da rimpiangere Bettino Craxi, che almeno ebbe le palle di far circondare gli americani dai Nostri Carabinieri, con tanto di armi spianate – il canto del cigno della sovranità italiana), culo e camicia con quel “sistema” che dicevano di voler abbattere.

La storiella della valigetta che in queste ore investe il Movimento Cinque Stelle è solo la ciliegina sulla torta delle malefatte di un movimento politico composto da ignoranti e da ciarlatani, che, Dio volendo, tra qualche anno finirà come gli si conviene: nel nulla cosmico dal quale è uscito, dopo aver svolto per bene il suo compitino per i padroni, cioè canalizzare ed incanalare il consenso.

Probabilmente sapete già di cosa stiamo parlando: ABC, quotidiano spagnolo, pubblica uno scoop in cui si evince che nel 2010 il M5S avrebbe ricevuto una valigetta contenente 3,5 milioni di euro, valigetta depositata direttamente all’ambasciata venezuelana. L’operazione sarebbe partita dalle sfere alte dell’apparato dirigente del Venezuela, direttamente da Nicolas Maduro, all’epoca Ministro degli Esteri di Chavez. Lo fa per bocca di uno dei suoi giornalisti di punta, Marcos Garcia Rey, autore di altri servizi del genere che si sono sempre rivelati fondati ed azzeccati, tanto da valergli un Premio Pulitzer. 

Sappiamo che già altre volte il Venezuela ha cercato di allacciare buone relazioni con partiti anti-sistema ed anti-capitalisti: proprio così era stato definito il Movimento Cinque Stelle dall’apparato venezuelano, che aveva quindi ritenuto conveniente dargli una spintarella, anzi: una bustarella.

Si spiegano così le aperture e le lodi sperticate che spesso e volentieri gli esponenti del Movimento hanno rivolto al Venezuela – una nazione dove vige una ferrea dittatura comunista, dove la gente muore di fame, dove se protesti ti sparano addosso – e ai suoi esponenti politici?

Francamente ce lo auguriamo: pensare che i 5 Stelle si siano messi a leccare il deretano dei comunisti venezuelani per soldi è comunque molto più confortante che sapere che l’hanno fatto gratis, solo e semplicemente perché sono dei coglioni, estimatori dell’ideologia più sanguinosa e criminale della Storia.

Garcia Rey, il giornalista d’inchiesta di ABC che ha firmato il servizio, non è il primo imbecille: altre volte ha realizzato inchieste simili che si sono rivelate spesso fondate. Mentre il M5S fa blocco, dal quotidiano spagnolo si dicono sicurissimi di quello che hanno pubblicato: la valigetta sarebbe stata addirittura scoperta da un funzionario dell’ambasciata venezuelana prima che potesse arrivare tra le mani del destinatario, quel Gianroberto Casaleggio, fondatore del Movimento, che è passato a miglior vita e pertanto non può darci la sua versione dei fatti, e sarebbe stato proprio l’intervento delle alte sfere del Venezuela ad intervenire per evitare l’incidente diplomatico, permettere che la valigetta finisse nelle mani giuste, e il tutto al riparo da occhi indiscreti.

Non sappiamo se ciò che viene scritto dal quotidiano spagnolo sia vero. Siamo garantisti, non siamo manettari, non lanciamo monetine agli avversari politici. Guardiamo ed aspettiamo.

Ricordiamo, però, che per molto meno, un articoletto apparso su un giornale scandalistico straniero e poi ripreso come oro colato dai nostri giornali, ai quali non è sembrato vero di potersi gettare su un osso così succulento, la Lega è stata costretta a riferire in Parlamento, additata su tutti i giornali e i media come un partito politico asservito agli interessi stranieri (la Russia del “dittatore” Vladimir Putin), inquisita e messa sotto inchiesta. A distanza di un anno dall’apertura delle indagini non si è ancora riusciti a dimostrare il passaggio di un solo euro dai fondi russi alle casse del partito guidato da Matteo Salvini, costretto a riferire in Parlamento sul nulla cosmico.

Non risultano richieste simili di chiarimenti fatte dal Partito Democratico all'alleato, magari per bocca di quello stesso Nicola Zingaretti che sui mai dimostrati finanziamenti russi alla Lega disse, tutto corrucciato: “E’ una cosa di una gravità inaudita. Salvini deve riferire immediatamente in Parlamento”. Eppure sarebbe interessante sapere qualcosa di questa vicenda, riguardante il partito che esprime la maggioranza di Governo e l’attuale Presidente del Consiglio. Partito il quale, curiosamente, ha abbandonato i toni manettari per riscoprirsi improvvisamente pacato e garantista, proprio quando lo scandalo riguarda se stesso. Quando si dice il caso.

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