Erano
quelli del “vaffa-day”, quelli che avrebbero aperto il Parlamento come una
scatoletta di tonno (ma a fare i tonni ci sono finiti loro), quelli manettari
che urlavano “Onestà!”. Sono finiti peggio dei socialisti, peggio di un
qualunque partito della Prima Repubblica: accusati di corruzione, svenduti al
sistema di potere dominante (viene da rimpiangere Bettino Craxi, che almeno
ebbe le palle di far circondare gli americani dai Nostri Carabinieri, con tanto
di armi spianate – il canto del cigno della sovranità italiana), culo e camicia
con quel “sistema” che dicevano di voler abbattere.
La
storiella della valigetta che in queste ore investe il Movimento Cinque Stelle
è solo la ciliegina sulla torta delle malefatte di un movimento politico
composto da ignoranti e da ciarlatani, che, Dio volendo, tra qualche anno
finirà come gli si conviene: nel nulla cosmico dal quale è uscito, dopo aver
svolto per bene il suo compitino per i padroni, cioè canalizzare ed incanalare il
consenso.
Probabilmente
sapete già di cosa stiamo parlando: ABC, quotidiano spagnolo, pubblica uno
scoop in cui si evince che nel 2010 il M5S avrebbe ricevuto una valigetta
contenente 3,5 milioni di euro, valigetta depositata direttamente all’ambasciata
venezuelana. L’operazione sarebbe partita dalle sfere alte dell’apparato
dirigente del Venezuela, direttamente da Nicolas Maduro, all’epoca Ministro
degli Esteri di Chavez. Lo fa per bocca di uno dei suoi giornalisti di punta,
Marcos Garcia Rey, autore di altri servizi del genere che si sono sempre
rivelati fondati ed azzeccati, tanto da valergli un Premio Pulitzer.
Sappiamo
che già altre volte il Venezuela ha cercato di allacciare buone relazioni con
partiti anti-sistema ed anti-capitalisti: proprio così era stato definito il
Movimento Cinque Stelle dall’apparato venezuelano, che aveva quindi ritenuto
conveniente dargli una spintarella, anzi: una bustarella.
Si
spiegano così le aperture e le lodi sperticate che spesso e volentieri gli
esponenti del Movimento hanno rivolto al Venezuela – una nazione dove vige una
ferrea dittatura comunista, dove la gente muore di fame, dove se protesti ti
sparano addosso – e ai suoi esponenti politici?
Francamente
ce lo auguriamo: pensare che i 5 Stelle si siano messi a leccare il deretano
dei comunisti venezuelani per soldi è comunque molto più confortante che sapere
che l’hanno fatto gratis, solo e semplicemente perché sono dei coglioni,
estimatori dell’ideologia più sanguinosa e criminale della Storia.
Garcia
Rey, il giornalista d’inchiesta di ABC che ha firmato il servizio, non è il
primo imbecille: altre volte ha realizzato inchieste simili che si sono
rivelate spesso fondate. Mentre il M5S fa blocco, dal quotidiano spagnolo si
dicono sicurissimi di quello che hanno pubblicato: la valigetta sarebbe stata
addirittura scoperta da un funzionario dell’ambasciata venezuelana prima che
potesse arrivare tra le mani del destinatario, quel Gianroberto Casaleggio,
fondatore del Movimento, che è passato a miglior vita e pertanto non può darci
la sua versione dei fatti, e sarebbe stato proprio l’intervento delle alte
sfere del Venezuela ad intervenire per evitare l’incidente diplomatico,
permettere che la valigetta finisse nelle mani giuste, e il tutto al riparo da
occhi indiscreti.
Non
sappiamo se ciò che viene scritto dal quotidiano spagnolo sia vero. Siamo garantisti,
non siamo manettari, non lanciamo monetine agli avversari politici. Guardiamo ed
aspettiamo.
Ricordiamo,
però, che per molto meno, un articoletto apparso su un giornale scandalistico
straniero e poi ripreso come oro colato dai nostri giornali, ai quali non è
sembrato vero di potersi gettare su un osso così succulento, la Lega è stata
costretta a riferire in Parlamento, additata su tutti i giornali e i media come
un partito politico asservito agli interessi stranieri (la Russia del “dittatore”
Vladimir Putin), inquisita e messa sotto inchiesta. A distanza di un anno dall’apertura
delle indagini non si è ancora riusciti a dimostrare il passaggio di un solo
euro dai fondi russi alle casse del partito guidato da Matteo Salvini,
costretto a riferire in Parlamento sul nulla cosmico.
Non
risultano richieste simili di chiarimenti fatte dal Partito Democratico all'alleato, magari per bocca di
quello stesso Nicola Zingaretti che sui mai dimostrati finanziamenti russi alla
Lega disse, tutto corrucciato: “E’ una cosa di una gravità inaudita. Salvini
deve riferire immediatamente in Parlamento”. Eppure sarebbe interessante sapere
qualcosa di questa vicenda, riguardante il partito che esprime la maggioranza
di Governo e l’attuale Presidente del Consiglio. Partito il quale,
curiosamente, ha abbandonato i toni manettari per riscoprirsi improvvisamente
pacato e garantista, proprio quando lo scandalo riguarda se stesso. Quando si
dice il caso.
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