Chi ci segue con un minimo di continuità sa bene che, nel nostro piccolo, cerchiamo di parlare quasi esclusivamente di argomenti “importanti”, tralasciando le chiacchere da bar . Il calcio e il campionato di serie A sono tra queste ultime. Ma può capitare anche che le storture politicamente corrette di una opinione pubblica perbenista e ipocrita emergano da una semplice partita di pallone.
La prossima giornata di campionato si giocherà una delle partite più importanti e più belle di tutto il campionato della serie A, quella tra l’Inter e
Chiunque abbia visto una partita di calcio sa bene che la domenica è l’unico giorno di tutta la settimana in cui una manica di esaltati ed imbecilli si affolla sulle gradinate di uno stadio a urlare slogans pro o contro una determinata squadra e, di conseguenza, anche ai giocatori. I fischi ci sono sempre stati, durante le partite, e mai nessuno ha avuto niente da obiettare. Ma, come per i transessuali e i pederasti nel mondo dei vips e dei politici, sembra che anche nel mondo dello sport calcistico italiano si voglia creare una categoria a parte per la quale non devono valere le regole che invece sono chiamati a rispettare tutti gli altri calciatori. Insomma: si possono fischiare tutti i giocatori, basta che non siano neri. Perché, per questo razzismo al contrario, se si fischiano i negri è razzismo per definizione.
Ma viene da chiedersi come faranno i giornalisti e i nostri esperti opinionisti a distinguere un coro razzista da un altro che invece razzista non è. Hanno forse uno strumento speciale, che so io, un razzismometro? Riescono a valutare l’intensità del coro o la modulazione? C’è forse una particolare gestualità che accompagna il coro in questione? Vallo a sapere da questi solerti esperti.
Il sottoscritto, che pur segue spesso e volentieri le partite dell’Inter, non riesce proprio a capire perché un giocatore come Balotelli, che in campo si dimostra arrogante, dispettoso, irruento, provocatore, irrispettoso dell’avversario e “falloso” oltre ogni decenza, non possa venire fischiato. Se fosse stato di pelle bianca avremmo fatto le stesse considerazioni?
Sia ben chiaro: il calcio è diventato, specialmente negli ultimi vent’anni, la cloaca di tutte le fondamentali degenerazioni degli italiani: volgari, pressappochisti e cafoni. Dovrebbe essere vietato urlare come degli zulù durante le partite, non fosse altro che per una questione di decenza; se i tifosi calcistici si comportassero allo stesso modo in una qualunque partita di pallamano, di basket o di rugby (sport molto più duro del calcio ma anche molto più sportivo e leale, tanto da vantare addirittura un terzo tempo in cui tutti i giocatori, chi ha vinto e chi ha perso insieme, si riuniscono a cena) verrebbero immediatamente sbattuti fuori dallo stadio o dal palazzetto.
Ora ai trans e agli omosessuali si aggiunge un’altra categoria protetta: quella dei giocatori strapagati e poco sportivi, ma purché abbiano la pelle scura.
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