La protesta dei lavoratori dell’Alcoa si sposta dalla Sardegna a Roma. Ci sono tutti, incluso Cappellacci. L’obiettivo è essenzialmente uno: impedire che i circa 400 operai della Alcoa, la multinazionale dell’alluminio, vengano messi in mezzo alla strada a causa della decisione del colosso americano di licenziare 2000 lavoratori tra Sardegna e Veneto. Dopo aver goduto di un particolare regime tariffario per l’energia elettrica – che è stato pagato con le bollette di tutti noi (incluso un sovvenzionamento statale dal 2006 al 2009 che è stato ritenuto “aiuto di Stato” dall’Unione Europea, e per il quale è stata aperta nei confronti del nostro Paese una procedura di infrazione) – fa le valigie e torna a casa.
Il limone è spremuto. Tutti i soldi finiscono oltreoceano, in Pennsylvania, dove il colosso ha la sua sede.
Terra di conquista, come nel far west. Un importante polo industriale del Sulcis, e della Sardegna tutta, rischia di chiudere. E con lui un pezzo di territorio importante. Con buona pace dei lavoratori sardi, dei sovvenzionamenti di Stato e dell’Italia. E’ il mercato, bellezza.
Il limone è spremuto. Tutti i soldi finiscono oltreoceano, in Pennsylvania, dove il colosso ha la sua sede.
Terra di conquista, come nel far west. Un importante polo industriale del Sulcis, e della Sardegna tutta, rischia di chiudere. E con lui un pezzo di territorio importante. Con buona pace dei lavoratori sardi, dei sovvenzionamenti di Stato e dell’Italia. E’ il mercato, bellezza.
3 commenti:
E j'hanno pure menato!
Alessio
Lo stavo sentendo stasera. Da quello che ho capito c'è stato il tentativo di forzare un blocco...
Ricordo una battuta del Commissario Montalbano:
"Ma come? Quelli manifestano perchè non hanno il lavoro e noi che facciamo? Li pigliamo a manganellate?"
Alessio
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