Il progetto appena partito all’ospedale Brotzu di Cagliari, Fase 1, è il primo di tutta una serie di interventi che dovranno riguardare in futuro tutto lo Stivale.
L’iniziativa è stata pensata e messa in pratica dal precedente Presidente della Regione Sardegna, Renato Soru (che La Spisa, presentando il progetto a Roma, ha pubblicamente ringraziato), e sta venendo portata avanti dall’attuale esecutivo.
In questa nuova struttura di sperimentazione, che collabora con il Ministero della Sanità e l’Agenzia Italiana del farmaco, è prevista la sperimentazione di farmaci (non più di tre o quattro ogni anno) di ricercatori che difficilmente troverebbero modo di portare avanti i loro progetti in altre strutture; ciò anche avvalendosi di cavie umane che si sottoporranno volontariamente alla sperimentazione, dietro un compenso che non dovrebbe superare i tremila euro. Partirà, a breve, una vera e propria campagna di reclutamento di volontari; attualmente sono un centinaio, ma ne serviranno almeno il triplo. A questi volontari si affiancheranno anche i pazienti dell’Oncologico, che sperimenteranno nuovi farmaci contro i tumori.
Questo progetto, è importante dirlo, non dovrebbe avere come obiettivo quello di fare cassa: tutti i soldi dei finanziamenti (circa 4 milioni di euro ogni anno) verranno continuamente reinvestiti nella ricerca.
Si tratta di un progetto importante, che a parere del sottoscritto non apre solo nuove opportunità economiche all’isola, ma è anche un importante passo avanti verso una cultura medica dove la sperimentazione e la ricerca non vengano fatti solo sulla pelle degli animali.
L’iniziativa è stata pensata e messa in pratica dal precedente Presidente della Regione Sardegna, Renato Soru (che La Spisa, presentando il progetto a Roma, ha pubblicamente ringraziato), e sta venendo portata avanti dall’attuale esecutivo.
In questa nuova struttura di sperimentazione, che collabora con il Ministero della Sanità e l’Agenzia Italiana del farmaco, è prevista la sperimentazione di farmaci (non più di tre o quattro ogni anno) di ricercatori che difficilmente troverebbero modo di portare avanti i loro progetti in altre strutture; ciò anche avvalendosi di cavie umane che si sottoporranno volontariamente alla sperimentazione, dietro un compenso che non dovrebbe superare i tremila euro. Partirà, a breve, una vera e propria campagna di reclutamento di volontari; attualmente sono un centinaio, ma ne serviranno almeno il triplo. A questi volontari si affiancheranno anche i pazienti dell’Oncologico, che sperimenteranno nuovi farmaci contro i tumori.
Questo progetto, è importante dirlo, non dovrebbe avere come obiettivo quello di fare cassa: tutti i soldi dei finanziamenti (circa 4 milioni di euro ogni anno) verranno continuamente reinvestiti nella ricerca.
Si tratta di un progetto importante, che a parere del sottoscritto non apre solo nuove opportunità economiche all’isola, ma è anche un importante passo avanti verso una cultura medica dove la sperimentazione e la ricerca non vengano fatti solo sulla pelle degli animali.
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