Nel totale silenzio dell'opinione pubblica (con l'unica eccezione de La Stampa, che ha riportato il racconto di Màiread Maguire, suscitando le ire di quelli di Informazione (S)Corretta) – e di quella italiana in particolare – troppo impegnata ad informarci sulla morte del pedofilo Michael Jackson per vagliare qualunque altra notizia seria, l'avvenimento è passato sotto silenzio.
Ma testimonia, per l'ennesima volta e se mai ce ne fosse ancora bisogno, il grado di arroganza e di impunità che contraddistingue Israele.
Il 1 luglio l'esercito israeliano ha letteralmente sequestrato una nave che portava aiuti a Gaza, denominata Spirit Of Humanity (Spirito di Umanità), con tutto il suo equipaggio.
In acque internazionali la Spirit of Humanity è stata circondata da due minacciose navi da guerra dell'entità sionista, che hanno prima ordinato alla nave di tornare indietro, e poi, al netto rifiuto dell'equipaggio di pacifisti, hanno assaltato la nave, non prima di aver silenziato tutte le comunicazioni satellitari e via radio. Una unità militare in assetto anti-sommossa ha prima speronato la piccola imbarcazione, e poi ha fatto irruzione sul ponte, conducendo tutti i militanti nel centro di detenzione di Ashdod.

Il sequestro di una imbarcazione che porta con se solo materiale umanitario, per la ricostruzione e giocattoli, che è già stata controllata alla partenza nel porto di Cipro, e che non si è neanche avvicinata alle acque israeliane ma si è mantenuta in acque internazionali, con la chiara intenzione di arrivare a Gaza City, è l'ennesimo atto di protervia di uno Stato per il quale il diritto internazionale è una bufala, e vale invece solo il diritto del più forte.
Non una parola è stata scritta, in merito a questa vicenda, dai nostri media. I quali, ipocritamente, non hanno esitato a dare lezioni di democrazia agli Stati scomodi come l'Iran, colpevoli di reprimere con forza il teppismo di una parte politica incapace di accettare la propria sconfitta elettorale, o di trattenere per indagini giornalisti accusati di spionaggio, come accaduto con Roxana Saberi (accusa assolutamente giustificata, visti tutti i tentativi fatti dagli Stati Uniti di infiltrare uomini propri all'interno dello Stato iraniano con l'obbiettivo di avviare una strategia della tensione). In queste circostanze è stato tutto uno strapparsi i capelli, una unanime levata di scudi contro l'Iran ed Ahmadinejad, descritto per l'ennesima volta come un guerrafondaio.
Eppure, il sequestro di un ex deputato americano e di un Premio Nobel p

Una cosa è certa: quanto più l'opinione pubblica si mostrerà servile e schierata perennemente a difesa di Israele, pronta anche a difendere le sue trasgressioni più gravi, tanto più i sionisti si sentiranno sempre più autorizzati a proseguire nella infame repressione genocida contro il popolo palestinese, e contro chiunque osi difenderlo.
Il silenzio dell'Europa sancisce la sua complicità.
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