lunedì 13 luglio 2009

L'ENI spreme, e se ne va

C'è da prendere atto che all'ENI, della Sardegna e dei suoi lavoratori, non interessa proprio nulla. E che la politica prevalente è stata quella “del limone”: spremere e spremere fino a che non esce più nemmeno una goccia, e poi buttare tutto via. Chi se ne frega se migliaia di lavoratori saranno senza stipendio?

ENI afferma che lo stop sarà solo per due mesi. Ma il sospetto fondato è che questo sia solo il prologo alla definitiva chiusura degli impianti.

E non ci sarebbe molto da stupirsi. In questo senso non si riesce a capire lo sdegno di molti, che oggi si strappano le vesti ed i capelli. Gli stessi i quali, fino a ieri, sostenevano e straparlavano entusiasmi di libero mercato, di competizione, di concorrenza. Che hanno fatto – e fanno – carriere politiche prestigiose in partiti per i quali il libero mercato, la totale assenza dello Stato dalle questioni economiche è un cardine fondamentale di libertà e di democrazia. E allora? E allora solo chi ha conservato, almeno in questi ultimi anni, un minimo di coerenza (come noi di Fascismo e Libertà) dovrebbe avere il coraggio di parlare. Gli altri dicano le cose come stanno, una buona volta per tutte, oppure tacciano.

Verrebbe quasi da dire che è quello che si sono cercati. Che hanno foraggiato ed alimentato con il loro voto e la loro partecipazione politica. Ma fermiamoci qui. Non è il caso di essere impopolari. Solo: di che cosa si stupiscono? Tipico comportamento all'italiana: coltivare il proprio orticello e poi gridare “Al lupo! Al lupo!” quando la bomba esplode nel proprio giardino.

E ora tocca ai sardi, un grande e gigantesco limone spremuto dall'ENI (a partecipazione statale, è bene ricordarlo). Che ha preso i soldi, tanti, li ha fatti, e ora – con tipico atteggiamento di libero mercato – chiude e se ne va.

C'è solo una cosa che bisogna capire: che il mito del libero mercato ci sta uccidendo tutti. L'economia deve essere funzionale all'uomo, non viceversa. Fino a che continueremo 8anzi, continueranno... anzi: continuerete!) a sostenere i partiti e i capi funzionali al sistema transnazionale – con gli USA al vertice della piramide economica – l'uomo e le sue necessità saranno sempre subordinate alle esigenze del grande capitale.

Che la parola d'ordine torni ad essere una: socialismo nazionale. E chiamateci pure nostalgici.

Chessa Andrea

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Magari sarebbe meglio di questi industriali che fanno tutto coi soldi nostri...

Alessio

Andrea Chessa ha detto...

Credo proprio di si.

Per chi vuole vedere la dottrina economica del Fascismo - ottima terza via tra il capitalismo americano ed il socialismo sovietico - è oggi attuale più che mai.

Il comunismo è caduto. Il capitalismo è un ubriaco che guida una macchina a folle velocità, travolgendo qualunque cosa incontri sul suo cammino.

La socializzazione si impone con l'evidenza. Ma i massoni burocrati di oggi sono tenacemente attaccati al potere, e faranno di tutto per restarci.

Anonimo ha detto...

Parlando di economia, ti segnalo questo articolo di Eugenio Benetazzo che dà una serie di spunti interessanti:

http://www.eugeniobenetazzo.com/manifesto_economico.htm

Alessio

Unknown ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Andrea Chessa ha detto...

Ti ringrazio di questo spunto, che è sicuramente molto interessante.

Diverse di queste istanze sono esposte nel nostro Statuto e nei nostri punti programmatici. Il Mutuo Sociale, in particolar modo, fu una istanza che porta avanti la Fiamma Tricolore e alla quale, fino a poco tempo fa, in alcune zone collaborammo anche noi del MFL.

Le proposte sono comunque interessanti e condivisibili.

Un saluto