mercoledì 19 maggio 2021

Reprimono il dissenso con i TSO: stiamo diventando uno Stato totalitario?

La storia che arriva da Fano ha dell’incredibile.

Marco ha voluto protestare contro l’utilizzo delle mascherine a scuola e si è presentato in classe senza mascherina, legandosi simbolicamente al banco con una catena di bicicletta: è stato ricoverato e sottoposto ad un TSO obbligatorio.

Il sistema non può crollare. Per impedire a tutti di vedere che il re è nudo, e che tutto il circuito pandemico si fonda su un gigantesco mare di menzogne, anche la più piccola forma di opposizione deve essere stroncata sul nascere. Per renderlo appetibile a quella massa di imbecilli che è diventato il popolo italiano, ecco che si intervista una delle compagne di classe di Marco – ovviamente di origini straniere, in modo da consolidare contemporaneamente anche il mito moderno del “buon selvaggio” – e si dice che Marco era Fascista, aveva delle “strane idee sulla Storia” ed era contrario ai vaccini. Supponiamo che Marco fosse contrario al fatto che  dei vaccini sperimentali vengano inoculati nella cavie umane, le stesse che firmano entusiaste il modulo davanti ai banchetti delle vaccinazioni, ma la narrazione del no-vax esagitato e fanatico ha sempre la sua carica allarmistica. Ad ogni modo: niente di nuovo. Nei nuovi libri di Psicologia è chiaramente scritto che spesso avere idee che si rifanno al Fascismo, al Nazionalsocialismo ed al Revisionismo (tre elementi strettamente collegati, perché se non si fosse revisionisti non si potrebbe essere Nazionalsocialisti) è indice di un disturbo psichiatrico, di traumi subiti nell’infanzia, ed altre cazzate del genere.

Il messaggio che si vuole far passare è, comunque la si voglia vedere, chiaro: Marco simpatizzava per il Fascismo ed era un negazionista del Covid, quindi aveva qualche disturbo psichiatrico ed è stato sottoposto ad un trattamento sanitario obbligatorio. Il regime ha fatto un passo in avanti: se prima erano gli stessi compagni di scuola a rendere impossibile la vita ad un diciottenne Fascista, entusiasti sgherri in erba del regime, ora è il regime stesso che si attiva in prima persona per prevenire, e quando necessario stroncare, il dissenso.

L’anno scorso, poco prima dell’estate, era stato Dario Musso, colpevole di andare in giro a Ravanusa con un megafono a protestare contro le ragioni di un blocco totale di alcuni settori economici che già aveva paralizzato la Nazione, a subire un TSO obbligatorio dopo essere stato brutalmente immobilizzato.


Non so se capite la gravità di quanto sta accadendo: reprimere il dissenso con il trattamento psichiatrico è tipico dei regimi totalitari, quegli stessi regimi che pensate di combattere accettandone un altro, questo si vero e reale, che da più di un anno ha paralizzato la Nazione, gettato sul lastrico decine di migliaia di attività economiche, causato danni mentali irreparabili in giovani e bambini, gli stessi bambini che bardate di mascherine e gel per le mani ogni volta che li vedete uscire di casa o dovete portarli a Scuola, nemmeno se stessero andando a fare la guerra.

Però a voi basta che il dittatore non abbia i baffetti e la riga di riporto sulla testa e, ovviamente, non parli il tedesco: se si presenta in giacca e cravatta, con parole calme e suadenti, siete ben disposti a fare da cavie, ad accettare che il vostro vicino muoia di fame, a spostarvi portando con voi il modulo per l’autocertificazione, nemmeno ci fosse un coprifuoco da stato di guerra.

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