A
Campiglia Marittima un clandestino, appena scappato da un centro di
accoglienza, cucina un gatto in mezzo alla strada, dopo averlo selvaggiamente
pestato a terra (come si vede dalle macchie di sangue del filmato che lo ritrae
mentre una donna si indigna, facendogli notare che se ha i soldi per le
sigarette evidentemente ha anche 1 euro e 50 per comperarsi un panino, e lui la
minaccia con un bastone); a Rosarno, in Provincia di Reggio Calabria, un altro
clandestino gira tranquillamente in motorino, tenendo un gatto – si spera già
morto, per il bene della povera bestiola – per una zampa, tra lo sconcerto dei
passanti.
Guardo
la mia cagnolina, una creatura indifesa di sette chili che dorme accucciata ai
miei piedi, e penso che se mai dovessi assistere ad una scena simile potrei
anche uccidere.
Mi
chiedo, però, di che cosa vi scandalizziate.
Una
classe politica di criminali ha permesso, negli ultimi 10 anni (unica eccezione
il primo governo Lega-5 Stelle, con Matteo Salvini che ha provato almeno a
contenere l’invasione della Nazione ed è finito sulla graticola mediatica e giudiziaria),
l’ingresso di centinaia di migliaia di criminali, di parassiti e di malati di
mente, che lapidano pappagallini indifesi mentre svolazzano al parco (è successo
all’uccello del noto attore comico Enzo Salvi, che, intromessosi per cercare di
difendere il suo animale, è stato pure picchiato), che cucinano animali d’affezione
in mezzo alla strada, una pratica barbara che noi italiani abbiamo praticato
solo durante la guerra e nell’immediato dopoguerra, e di certo non ne andiamo
fieri.
Ma
davvero: di cosa vi stupite? Avete già dimenticato il caso di Pamela
Mastropietro o di Desiree Mariottini? La prima è stata fatta a pezzi,
presumibilmente ancora viva, dopo essere
stata violentata e drogata, e messa a tranci dentro due valigie poi
abbandonate, diversi organi mancanti, presumibilmente utilizzati in qualche
rituale selvaggio; la seconda è stata drogata, portata in un casolare
abbandonato e poi ripetutamente violentata da almeno una dozzina di
clandestini, e poi lasciata lì a morire, ed una volta morta l’hanno stuprata
nuovamente.
Oppure
potreste chiedere agli abitanti dell’isola di Lampedusa, che di stranieri che
cucinano cani e gatti ne sanno qualcosa già da almeno una decina d’anni (eppure continuano a votare a sinistra: rappresentazione plastica della coglionaggine degli italiani).
Forse
è il caso di rinfrescarvi la memoria, e ricordarvi cosa dicevano i due amici di
Oshegale, il galantuomo che ha ucciso Pamela Mastropietro, in una
intercettazione dei Carabinieri:
Desmond: «L’ha tagliata… l’ha tagliata,
l’ha tagliata», «Gli ha tolto l’intestino… è molto coraggioso (inteso Innocent
Oseghale)»
Awelima: «Quell’intestino forse l’ha
buttato nel bagno»
D.: «L’intestino è lungo. Come puoi
buttarlo dentro al bagno?!»
A.: «L’intestino poteva tagliarlo a
pezzi»
D.: «Tagliarlo in pezzettini?»
A.: «Sì. Pezzi, pezzi. Così buttava a
pezzetti. Così sarebbe stato più facile… Forse lui (inteso Innocent) ha già
ucciso una persona così».
D.: «Gli ha tolto tutto il cuore»
A.: «Poteva mangiarlo. Perché non l’ha
mangiato?»
D.: «Poteva metterlo in frigo»
A.: «Lo metteva in frigo e cominciava
a mangiare i pezzi»
D.: «Così sarebbe stato meglio per lui
mangiare il corpo»
A.: «Sarebbe stato meglio. Avrebbe
avuto solo il problema per la testa, quella avrebbe dovuto buttarla. Tutto il
resto invece lo metteva dentro il frigo e poi quando voleva lo cucinava.
D.: «Faceva il brodo»
A.: «Sì, continuava a mangiare il
brodo poco a poco»
D.: «Se lui avesse avuto un
congelatore grande, avrebbe potuto metterlo lì»
A.: «Poi lui quello che non riusciva a
cucinare, lo buttava piano piano…»
D.: «Però lui ha detto che non è stata
lui a tagliarla e forse per questo stanno ancora investigando»
A.: «Per questo stanno cercando
qualcun altro»
Vi
sembra così inconcepibile che persone che fanno cose simili a degli esseri
umani, a delle ragazzine, e che hanno il sostegno e l’approvazione dei propri simili, non abbiano alcun problema a
farlo con gli animali?
Potreste
rispondere che gli stranieri che si macchiano di atti simili siano una
minoranza, a fronte di tanti altri che vengono qui per migliorare la propria vita
ed integrarsi. Sbagliato. Gli stranieri sono tra il 5 e l’8% della popolazione
ma delinquono per quasi la metà per quanto riguarda i reati contro la persona
(aggressioni, scippi, violenze sessuali, omicidi); al 1 gennaio 2018 gli
stranieri presenti in Italia – tra regolari ed irregolari (questi ultimi sono
la maggior parte e, tenetevi forte, vi do’ una notizia: contrariamente ai
regolari, che sono pochissimi, non contribuiscono a pagarci le pensioni,
casomai fanno solo la raccolta di pomodori ad 1 euro e 50 l’ora, in condizioni
da schiavi, per la gioia della Bellanova), erano poco più di 5 milioni: ebbene,
nelle carceri italiane un terzo dei detenuti è straniero. Riepilogando: una
piccolissima parte della popolazione, al massimo l’8%, riempie le carceri per
un terzo e compie metà dei reati contro la persona: c’è un problema di
incidenza dei reati e di proporzionalità? Si. Significa che abbiamo fatto
entrare in Italia centinaia di migliaia di subumani che non possono – né tantomeno
vogliono – integrarsi qui, e che anche se volessero non hanno i minimi mezzi
culturali ed economici per farlo? Si. Nei loro Paesi è pure peggio? Si. Leggetevi
Paolo Barnard, giornalista che non può certamente essere accusato di essere
Fascista, e che non può essere Fascista ve ne accorgerete dalla cazzata che
spara alla fine articolo che vi proponiamo (del resto ha fatto un articolo
interamente contro i selvaggi africani, doveva equilibrare in qualche modo con
una sana professione di antifascismo), e che è reperibile solo sul sito di
Maurizio Blondet, nemmeno sul sito di Paolo Barnard stesso, chissà perché. Il grassetto
è mio, non dell’articolo originale:
“L’avete vista la foto qui sopra? No, guardatela ancora, prima di leggere.
No, non è colpa nostra qui, no. Un attimo e vi spiego chi è quel bimbo, e c’è
da vomitare sui NEGRI.
Non capivo, non mi ci racapezzavo. Ero nell’ex Rhodesia, al confine con lo
Zambia, e vedevo queste donne accasciate per le strade a chiedere l’elemosina.
Sapete com’erano? Eramo mostri inimmaginabili neppure dal peggior make up
artist della Hollywood dell’horror. Partite dai seni, se ancora li avevano, e
andate in su. Normalmente ci sono le spalle e il collo e il volto, no? No.
Quelle donne negre sopra i seni avevano una colata di carne fusa putrefatta a
forma di cono, con talvolta due buchi in alto che dovevano essere stati gli
occhi. Le vedevo con una mano tesa a chiedere l’elemosina. E sapete voi bella
gente chi erano?
Erano donne che i NEGRI, i NEGRI dell’Africa LIBERA DAI PORCI INGLESI,
AMERICANI, MULTINAZIONALI E ALTRI BASTARDI, erano donne che i negri prendevano legavano a un albero, gli mettevano un
copertone d’auto attorno al collo inzuppato di benzina e gli davano fuoco [pratica, del resto,
ampiamente utilizzata dall’African National Congress, il partito di Nelson
Mandela, ndA]. Quando il cranio il collo
e le spalle si erano fuse in un orrore di ustioni liquefatte, spegnevano il
fuoco, poi appena le donne si
riprendevano, quelle che non morivano, le mettevano in strada a fare l’elemosina
col sistema del racket, la quota al pappone.
E aspettate: credete che i negretti che passeggiavano per i fatti loro si
fermassero ad aiutarle? No, nessuno, nessuno neppure le cosiderava, erano
‘paesaggio’. I bravi normali negri.
E il pappone di queste povere atroci donne non era Goldman Sachs, o
Whitehall, o la Monsanto. No, erano NEGRI, che alla faccia di quel falsario
venduto alla Rand Corporation e al Fondo Monetario di Nelson Mandela, erano e
rimangono delle bestie in così tanti casi dove i bianchi non c’entrano e
mai c’entrarono (i bambini soldati della Liberia? eh? chi li recluta? Bush? La
Fiat? Putin? Perché i ‘bravi negri’ non si rifiutano di farlo anche se
fosse Soros a pagarli? eh?). I negri
d’Africa sanno essere le peggiori bestie disumane del pianeta. E gli inglesi
non c’entrano più un cazzo oggi.
Ora il bambino della foto.
In Nigeria il bambino di 5 anni della foto sopra arranca per le strade
fortunato di essere ancora vivo. E’ infestato dai vermi, pesa un terzo di un
nostro bimbo della stessa età. Nooo, chi l’ha ridotto così non è Goldman Sachs,
o Whitehall, o la Monsanto. Lo hanno ridotto così i NEGRI dell’Africa, gente
che ancora in immense maggioranze crede alla stregoneria, alla magia nera, e questo bimbo, come decine di migliaia come
lui, è stato accusato di essere… no, no, giuro sulla mia vita che non è una
provocazione… E’ stato accusato…
… di essere una strega. Lo hanno torturato, a 5 anni, lo hanno
torturato. Poi bambini così li cacciano dalle loro madri e dai villaggi, ed
ecco come li riducono, a 5 anni, i NEGRI dell’Africa. Ci ha pensato una
donna danese a lanciare al mondo la verità di cosa sti fetenti NEGRI
dell’Africa sanno fare ai loro simili. Lei si chiama Anja Ringgren Lovén e ha
fondato una ONG per questi poveri inimmaginabilmente straziati piccoli. Affermo
con assoluta certezza che le Capò dei Lager Nazisti mai arrivarono a infliggere
ai piccoli ebrei torture di questo tipo prima di ammazzarli. I negri…
Questa cosa mi perseguitava la coscienza ogni volta
che ero in Africa e vedevo, e io vedevo cazzo che orrori indicibili erano
perpetrati da negri su negri, e cazzo, l’imperialismo NON C’ENTRAVA PIU’ NULLA.
E’ CHE SONO BESTIE LORO, non tutti certo, ma a milioni lo sono. Non sono stati
gli inglesi che hanno insegnato ai negri a uccidere i negri albini per cavarne
gli occhi nelle credenza che mangiarli curi le loro malattie. Non mentiva
il missionario veneto che mi soccorse quando ero alla disperazione nella
baraccopoli di George Compund in Zambia, e che mi disse: “Sono 16 anni che tento in
tutti i modi di elevare questa gente al di sopra della bestialità, ma non ce la
fanno, e qui non c’entrano la multinazionali”. A 50 metri dalla sua
parrocchia vidi un infante di meno di 5 mesi abbandonato nell’indifferenza dei
genitori in una pozza di acqua e carbone, nudo e semi affogato. Urlava aiuto,
io ero in agonia, ma nessuno intorno lo considerava.
Quando un qualche timido ma erudito storico dell’Africa all’università di
Bologna osò nel 1994, l’anno del genocidio del Rwanda, dire che sti negri, sti Hutu e Tutzi, si erano massacrati in quel
modo di routine per secoli prima del 1994, fu zittito dalle ’belle anime’
perché non si doveva dire che i NEGRI sono spesso le peggiori bestie del
pianeta. Bisognava dire che la colpa era dei Belgi, dei Francesi, dell’ONU,
e di certo una parte la fecero, ma no, erano secoli che si massacravano
così. Cosa potevo fare o dire io quando
nei Paesi dell’Africa Sub Sahariana vedevo i negri arricchiti, quelli in
Mercedes e vestiti di abiti firmati, trattare i propri simili con un razzismo
da far impallidire Cecil Rhodes? Giuro, quello era il peggior razzismo che
io avessi mai visto in vita mia. Cazzo, vedevo
ste merde di donne negre grasse e ricche trattare bambini e servi negri come
neppure Goebbels avrebbe fatto.
Imparate, voi infarciti di idee fasulle dalla retorica della dittatura
culturale della ‘sinistra’ terzomondista delle ‘belle anime’ che incolpa sempre
noi bianchi per le disgrazie dei negri. Quella retorica trainata dagli inglesi,
eh certo, quegli assassini incalliti dei britannici che dopo aver fatto 20
Olocausti alla Hitler nel mondo (Churchill solo lui ne ha ammazzati oltre 29
milioni) ora sono devastati dalla colpa, e hanno inventato il “non toccate i negri” (il politically
correct). Riguardate la foto qui sotto, imparate cosa sono la maggioranza dei
negri e cosa sanno fare a un piccolino come lui, prima di sparlare di giustizia
globale.
Cosa voglio dire? Solo che è ora di dirci la verità, come sugli italiani. Esistono esseri-bestie, esseri
scimmie-cani, in ogni angolo del mondo, sono irriformabili, no! non saranno
mai educabili, e sono la grande maggioranza. E’ ora che ci ficchiamo
in testa che vanno solo costretti da elite umanitarie a obbedire verso un
mondo migliore. Costretti a obbedire.
Fine. Guardate che dall’Illuminismo in poi, il 90% di noi è divenuto civile
solo per obbligo ed emulazione, ma al primo allentamento della corda che
ci trattiene torniamo bestie, e gli esempi storici si sprecano qui.
Non abbiamo tempo di ‘educare’ i negri che sanno fare questo al bimbo qui
sotto, il bimbo-strega… Non ci possiamo permettere quel tempo. Avreste concesso
ai tedeschi e alle SS nel 1940 il tempo di educarsi al rispetto degli ebrei
mentre ne bruciavano 6 milioni, con 3 milioni di omosessuali, deportati e zingari?”
Sorvolate sulla frase finale, la solita cazzata degli
antifascisti che ad ogni articolo devono dimostrare di essere tali per cercare
di allargare il pubblico di lettori (problema che il sottoscritto non ha, ché
non mi legge nemmeno mia madre). Il punto è che voi, questa gente, l’avete
fatta entrare a centinaia di migliaia, per portare le loro usanze selvagge qui
da noi, usanze estinte almeno da qualche secolo. Quando osavamo dire qualcosa
ci avete riempito di insulti, alla meglio, e di querele, alla peggio, dalla
quale ci siamo sempre difesi uscendone vincenti, ma intanto abbiamo dovuto
spendere tempo e soldi (mica come quei coglioni che votate, che spendono i
vostri, di soldi).
Per dimostrarvi l’ovvio: che far entrare una pletora
di parassiti e di selvaggi, con cultura e tradizioni selvagge, provenienti da
Paesi selvaggi, avrebbe reso l’Italia più selvaggia. Complimenti, eh.
4 commenti:
Bisogna pensare però che a tanti italiani tutto sommato questa gente che arriva puo'star bene, ci stanno un sacco di italiani che hanno formato delle famiglie con ste donne di colore e uomini di colore ad esempio Casalino che sta con un Cubano o la bellanova che sta con un marocchino ecc ho paura che lei appartenga alla minoranza degli italiani ai quali non piace il negretto
Qui la questione nn è il colore della pelle, ma il parassitismo che c'è dietro. Poi uno è libero di stare con chi gli pare, l'importante che nn danneggi il prossimo.
Come si fa a non danneggiare il prossimo quando si permette l'ingresso di centinaia di migliaia di stranieri, alla meglio parassiti, alla peggio criminali, senza colpo ferire?
Controllando ed accertando l'onestà e l'integrità di chi vuole entrare nel nostro paese, vincolando la permanenza al rispetto delle nostre leggi, usi, costumi e alla capacità di provvedere a se stessi. Poi se qualcuno vuole portarsi lo straniero in casa, provveda a sue spese, a tutte le sue necessità.
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