Il CdM si è riunito all’Aquila, in via d’eccezionale, al fine di decidere le somme da stanziare per la ricostruzione post sisma. 1,5 miliardi di euro per combattere l’emergenza immediata del terremoto, e altri 6,5 miliardi di euro per la ricostruzione vera e propria (in tutto 8 miliardi di euro circa). E’ prevista la ricostruzione dell’ospedale, di una nuova Casa dello Studente; per coloro che hanno perso la casa un contributo di 150 mila euro; 80 mila euro per i condomini danneggiati; e poi contributi per imprese, associazioni, enti religiosi.
Ma per la Sardegna le decisioni prese dal Consiglio dei Ministri hanno una importanza fondamentale: prendendo in netto contropiede tutte le parti politiche (per prima la giunta di centro destra di Ugo Cappellacci, che dopo una iniziale incertezza ha dovuto acconsentire gioco forza alla decisione del Governo, riuscendo forse ad ottenere la contropartita del vertice sull’ambiente che si terrà tra qualche mese, sempre a La Maddalena) il Governo Berlusconi fa sapere che il G8 non si terrà più a La Maddalena, ma si sposterà a L’Aquila.
La presa di posizione, trasversale allo scenario politico sardo, è stata unanime. E’ una decisione unilaterale che rischia di danneggiare seriamente l’economia sarda, e in particolare di bloccare i lavori che erano già cominciati per allestire La Maddalena per il vertice. Maurizio De Pascale, Presidente Regionale dei costruttori di Confindustria, ne dà la conferma definitiva: alcuni lavori sono già stati bloccati subito dopo l’annuncio del Governo: lo stop riguarda la costruzione di una sala alloggi destinata ad ospitare le forze dell’ordine che avrebbero dovuto garantire la sicurezza al G8. Non risulta in corso nessuna sospensione per l’Arsenale.
Ma come ha giustificato il Governo questa presa di posizione netta? Innanzitutto è un segnale forte che viene mandato ai terremotati ed agli sfollati abruzzesi, garanzia di un Governo che vuole essere presente e farsi sentire; Berlusconi ha poi parlato di maggiore sicurezza a L’Aquila che non a La Maddalena: essendo previsto, in vista del G8, un nutrito gruppo appartenente ai no-globals e ai centri sociali, non solo L’Aquila si presta meglio ad essere sorvegliata dalle forze dell’ordine, ma addirittura il Presidente del Consiglio si è detto dubbioso circa la faccia tosta dei no-globals di presentarsi a L’Aquila, per inscenare manifestazioni violente come quella messa in atto a Genova, in disprezzo totale dei sentimenti della cittadinanza. Conoscendo il grado di violenza, di ogni mancanza di rispetto e di buon gusto che anima questo gruppo di teppisti, nutro molti più dubbi di Silvio Berlusconi. La terza motivazione è, diciamo così, di ordine etico: a La Maddalena sarebbe stata presente ad accogliere i grandi della Terra una nave di lusso, che secondo Berlusconi stonava con la crisi globale in corso.
Resta da capire una cosa: che ne sarà di quelle opere, giudicate cruciali per la Sardegna e per le sue infrastrutture, la cui messa in opera era prevista proprio grazie al vertiche che si sarebbe dovuto tenere a La Maddalena? Prima fra tutte la Sassari-Olbia, una strada importantissima per la viabilità del nord Sardegna. Attualmente, sembra ci sia la volontà per proseguire nella costruzione di questa strada a quattro corsie, che dovrebbe andare a sostituire il vecchio tratto. Una contropartita, inoltre, dovrebbe essere l’incontro relativo alla politica ambientale europea, che dovrebbe svolgersi in autunno.
Come porsi di fronte a questa situazione? Le motivazioni del Governo non appaiono poi così campate per aria. È vero che sicuramente l’economia dell’isola sarda ne risentirà – a parere di chi scrive non catastroficamente – ma allo stesso tempo è giusto, nel momento in cui una parte della popolazione italiana si trova in estrema difficoltà, che tutti facciano la propria parte. Se questo può servire ad aiutare l’Abruzzo, che tutti noi ci auguriamo si risollevi dopo questa tremenda calamità, ben venga. A patto, però, che non ci si dimentichi della Sardegna e del suo urgente bisogno di lavoro e di infrastrutture, come troppe volte noi sardi abbiamo visto fare.
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