venerdì 23 gennaio 2009

Gaza: dopo la furia, la desolazione


Dopo più di venti giorni di devastazioni, bombardamenti, deliberato assassinio di civili (inclusi gli assistenti umanitari dell’ONU), la distruzione di tutte le infrastrutture sistematiche della Striscia di Gaza, Israele se ne va. Lascia dietro di se più di 1300 morti e 6000 feriti (più di 300 sono bambini), la stragrande maggioranza essenzialmente civili; due miliardi di dollari di danni (lo stesso Ban Ki Moon si è detto stupefatto), risultato del bombardamento sistematico di più di 22.000 edifici (molti dei quali con il contrassegno delle Nazioni Unite, della Croce Rossa e di altre organizzazioni internazionali e non schierate nel conflitto).
Se Israele fosse un uomo in carne ed ossa parleremmo senza timore di una personalità paranoica, estremamente aggressiva, sadica, arrogante, particolarmente violenta e desiderosa di far del male al prossimo per placare la sua costante sete di vendetta e di rancore: chiederemmo a gran voce che venga fermata seduta stante. Invece abbiamo assistito, impotenti, alle scandalose capriole di un’opinione pubblica che ha fatto di tutto per giustificare il massacro di innocenti da parte dell’entità sionista; ai nostri politici i quali, mentre Israele inceneriva i palestinesi, si mostravano alle telecamere accanto a striscioni con su scritto “Con Israele per la pace”; ai Fini, ai Panebianco, ai Cicchitto che si prodigavano in distinguo tra i massacri di civili e la necessità di Israele di difendersi: nessun accenno alle leggi internazionali che lo Stato ebraico, come Stato occupante, deve rispettare nei confronti dei civili e della popolazione soggetta al suo controllo; nessun accenno al diritto, sancito dagli ordinamenti internazionali, secondo il quale un popolo che si trova sotto occupazione militare ha la facoltà di difendersi come può, inclusa l’opzione militare.
Abbiamo dovuto assistere, impotenti, alle inutili e provocatorie chiacchere relative al programma di Michele Santoro, Annozero, accusato di essere eccessivamente di parte. Il perché è presto detto: guardando la situazione da un punto di vista obiettivo, non c’è dubbio che Israele sia l’aggressore e i Palestinesi gli aggrediti; non c’è dubbio che, mentre Israele ha avuto qualche morto, in diversi mesi, a causa dei petardi kassam, i palestinesi hanno pagato con più di 1300 morti. Mostrando obbiettivamente la situazione, non si poteva e non si può, per ragioni di cose, sbilanciarsi da una parte che non sia quella della gente della Palestina. Ma evidentemente la nostra destra di fascisti all’amatriciana e non ha bisogno di vedersi piovere qualche bomba atomica israeliana sulla testa per cambiare idea.
Al sottoscritto è sembrato, per alcuni giorni, di vivere in un mondo alla rovescia, dove la maggior parte delle Nazioni (a parte qualche lodevole eccezione come l’Iran o il Venezuela) solidarizzavano con l’aggressore e criminalizzavano l’aggredito. E ho pensato che cosa direbbe la comunità internazionale se una Nazione come l’Italia facesse quello che ha fatto lo Stato sionista in tutti questi decenni: impossessarsi con la forza militare di un territorio, scacciando via gli abitanti con eccidi di massa ed insediamenti illegali, fino a rinchiudere la popolazione all’interno di un piccolo pezzettino di terra, controllandone i valichi di entrata e di uscita, lo spazio aereo, l’economia, e bombardandoli di tanto in tanto. Il tutto, beninteso, infischiandosene altamente degli appelli della comunità internazionale e di tutte le risoluzioni di emergenza varate dall’ONU per chiedere all’Italia il rispetto dei diritti della popolazione sottomessa. I politici della Spagna, dell’Inghilterra, degli Stati Uniti, si sarebbero comportati con tutti i distinguo che hanno avuto i nostri rappresentanti (sic!) italiani? Si, l’Italia li starà pure sterminando, però anche quelli lì a furia di lanciare razzi se la sono cercata! Io direi di no. Avremmo subito sanzioni internazionali, embarghi economici, minacce di guerra; avremmo sentito l’odio di tutto il mondo contro di noi, che sodomizzavamo una popolazione inerme ed indifesa con arroganza e sadismo.
Bisogna chiedersi come mai, nonostante la maggior parte dell’opinione pubblica mondiale sia contraria alla guerra, Israele goda di un così forte sostegno diplomatico in ambito internazionale: perché i governi, in particolare quelli europei, sono disposti a schierarsi sempre e comunque in difesa di Israele, anche se questo li espone, come prevedibile ed auspicabile, al biasimo dei loro cittadini? Perché basta che in Italia una trasmissione, Annozero nella fattispecie, presenti i dati e i fatti con obbiettività e dando voce alla gente di Gaza, che subito si urla allo scandalo ed alla faziosità? (Ricordo, tra le tante persone che hanno parlato dalla Striscia, quella ragazza che ha detto in modo chiaro ed inequivocabile che Hamas è una forza democratica che è stata chiamata a governare nel 2006, in elezioni considerate libere e democratiche dagli osservatori internazionali, e che gli USA e Israele le hanno impedito in tutti i modi di governare uccidendo i ministri, bombardando le sedi governative, chiudendo e aprendo i valichi a piacimento). Perché nelle nostre TV e nei nostri giornali abbiamo sentito solo dei distinguo (Israele ha il diritto di difendersi; Hamas è terrorista perché lancia i pet… pardon, i razzi; Hamas non sa governare, etc.) e non una – che fosse una – presa di posizione netta contro la guerra e contro lo sterminio sistematico della gente di Gaza?
Bisognerebbe chiedersi le ragioni a causa delle quali Israele ha condotto questa guerra, se di guerra e non di eccidio di massa si deve parlare. Avranno avuto qualche peso, come dice qualcuno, le elezioni che si terranno a breve in Israele? Io credo di si. L’opinione pubblica israeliana è, sostanzialmente, assai favorevole alla guerra ed alla lotta contro i palestinesi, a prescindere da chi rappresenti questi ultimi. Non dimentichiamoci che diversi esponenti del governo di Israele sono stati, in un lontano passato, dei terroristi; e che molti sono dei militari; non dimentichiamoci che il partito del fu Sharon, il Likud (l’estrema destra israeliana), ebbe un aumento vertiginoso di consensi in seguito agli eccidi di Shabra e Shatila, che Sharon autorizzò consapevolmente.
Avrà avuto una qualche importanza il fatto che l’attacco alla Striscia è stato condotto proprio nelle settimane critiche degli Stati Uniti, quelle in cui, non essendosi ancora insediato il nuovo Presidente, e non essendo ancora definitivamente andato via il penultimo, si crea un vero e proprio vuoto di potere? Forse che Barack Obama, forte dell’appoggio e dell’entusiasmo popolare ed internazionale, avrebbe potuto fare qualcosa di importante per fermare o moderare Israele? Anche. Ma, ammesso e non concesso che questa possa essere una spiegazione, l’armata di guerrafondai pro-Israele che il neo Presidente ha imbarcato nel suo gruppo dirigente dovrebbe rassicurare gli israeliani.
Le ragioni di questa guerra possono essere tante, ma una domanda bisogna farsela. Che le operazioni militari che Israele ha condotto nella Striscia siano state dirette espressamente contro i civili è un qualcosa che chiunque può appurare da se; la stessa Hamas parla di vittoria, in quanto ha perso “solo” una quarantina di uomini. I quali, se paragonati alle ben più grandi perdite civili, sono poca cosa. In questa rabbia distruttrice, come abbiamo potuto appurare, le Forze Israeliane non si sono fermate neanche davanti ai simboli della Croce Rossa o delle Nazioni Unite. Il Ministro degli Esteri israeliano, Tzipi Livni, ha candidamente ammesso di avere la coscienza pulita e di considerare le perdite civili come un “effetto collaterale”. La domanda è: da che cosa deriva questa totale mancanza di empatia, anche umana, verso gli innocenti che sono morti nella Striscia? Come si fa a restare così indifferenti, così lucidi, così freddi? Una delle tante risposte può forse essere che i bambini palestinesi non sono visti come bambini, bensì come goim, animali parlanti. Le donne palestinesi che piangono e che urlano “Mi è rimasto solo Allah!” non appaiono più come donne, ma come puttane goim che dovranno servire il popolo eletto nel mondo che verrà. Non è una esagerazione: basta dare un’occhiata al Talmud, che viene insegnato a tutti i bambini israeliani fin dalla più tenera età, per leggere le più scandalose bestemmie contro i cristiani e i non ebrei. Del resto, i bambini israeliani imparano subito, come potete vedere nelle foto.

Come si può combattere tutto questo odio e questo livore che Israele sente, ciclicamente, di dover sfogare in qualche modo?