La repressione che il sistema attua ormai da decenni contro chi osi proporre tesi scomode al potere segna, in questi giorni, una nuova vittima: Sylvia Stolz. La Stolz non è uno storico revisionista, un politico considerato “antisemita”, una negatrice dell’olocausto, ma solo e semplicemente l’avvocato che difese Ernst Zundel, pubblicista ed editore tedesco - al quale si deve la pubblicazione di testi come “Ne sono morti veramente sei milioni?” di Richard Hardwood, il “Rapporto Rudolf” di German Rudolf, “Occhio per occhio” di Sack - e che ha subito ben tre attentati alla sua vita per i quali non si sono mai trovati i colpevoli né i mandanti. Già la storia di Zundel è particolare per il suo carattere di repressione e di intimidazione: assolto a suo tempo a Toronto dall’accusa di falsificazione storica e di apologia del Nazionalsocialismo, Zundel è stato costretto a fuggire precipitosamente negli Stati Uniti per preservare la propria incolumità personale; ma arrivato negli U.S.A. è stato condannato per le stesse accuse già confutate dalla Corte di Toronto e costretto a ritornare in Germania, che nel frattempo ne aveva richiesto l’estradizione, dove viene condannato a ben cinque anni di carcere (il massimo della pena prevista, comminato ad un ultrassessantenne colpevole solo ed eslcusivamente di un reato di opinione). L’avvocato Stolz aveva già difeso altri due revisionisti (Rudolf e Verbeke), e per questo si era attirata l’odio e l’antipatia da parte di numerosi gruppi politici che l’avevano fatta oggetto di numerosi attacchi sugli organi di stampa.
Come qualsiasi buon avvocato, la Stolz ha imbastito una campagna di difesa per il suo cliente Zundel, cercando di dimostrare non tanto la verità delle tesi che sono state sostenute dal suo assistito – verità che, comunque sia, non è compito di un tribunale accertare – quanto la sensatezza di poter aprire una dibattito – da parte di Zundel come da parte di chiunque altro storico o pensatore – sull’olocausto e sulla seconda guerra mondiale, senza per questo diventare un sostenitore di metodi violenti o criminali. Ma, incredibilmente, da difensore di Zundel la Stolz è diventata la principale accusata, colpevole di esporre le stesse “aberranti” tesi del suo cliente. Tre anni e mezzo di prigione, interdizione dai pubblici uffici e il divieto di esercitare la professione di avvocato per ben cinque anni. Il tutto condito da una carcerazione, come riporta chi ha avuto modo di vederla nel suo carcere di Heidelberg, che molto spesso si avvale sadicamente di atteggiamenti persecutori: cibi talmente piccanti da risultare immangiabili, letture obbligate e così via. In sostanza la morte non solo “umana” e civile, comminata ad una donna colpevole solo di aver difeso il suo cliente, ma anche professionale: così si spezzano e si piegano i pericolosi nazisti e chi osa difenderli!
Chi ha studiato i metodi dell’Inquisizione avrà avuto sicuramente una sensazione di deja-vu: era proprio dei tribunali dell’Inquisizione, infatti, accusare il difensore di un accusato degli stessi crimini commessi da quest’ultimo. Così facendo si ottenevano due risultati: da una parte si impediva, a chi veniva accusato di una qualsiasi colpa, di difendersi correttamente; dall’altra si attuava una vera e propria opera di intimidazione nei confronti del mondo politico e civile: se chi difendeva una persona accusata di stregoneria veniva accusata di stregoneria essa stessa, diventava allora particolarmente difficile che l’accusato potesse trovare qualcuno disposto a rischiare la propria vita per difenderlo.
L’Europa delle libertà civili e della libertà di opinione, questioni sulle quali anche i nostri media nazionali cianciano spesso e volentieri a vanvera, mostra ancora una volta la maschera; la stessa Europa che vigliaccamente tace sulle quotidiani negazioni dei diritti umani (queste si vere e non “ideali”) dei palestinesi, oppure sul genocidio (questo si vero e dimostrato!) che gli occupanti americani stanno attuando in Iraq ed in Afghanistan, distribuendo giornalmente il loro carico di bombe e infettando i terreni delle popolazioni con le loro armi chimiche e batteriologiche. Tutti crimini contro l’umanità per i quali probabilmente mai nessun tribunale tedesco si muoverà per denunciare e giustiziare i colpevoli.
La stessa Europa che, oggi come ieri, utilizza metodi inquisitori per zittire ed annullare le voci controcorrente. Ieri era la stregoneria, oggi il revisionismo olocaustico. Cambia il dogma, ma non i metodi.
Come qualsiasi buon avvocato, la Stolz ha imbastito una campagna di difesa per il suo cliente Zundel, cercando di dimostrare non tanto la verità delle tesi che sono state sostenute dal suo assistito – verità che, comunque sia, non è compito di un tribunale accertare – quanto la sensatezza di poter aprire una dibattito – da parte di Zundel come da parte di chiunque altro storico o pensatore – sull’olocausto e sulla seconda guerra mondiale, senza per questo diventare un sostenitore di metodi violenti o criminali. Ma, incredibilmente, da difensore di Zundel la Stolz è diventata la principale accusata, colpevole di esporre le stesse “aberranti” tesi del suo cliente. Tre anni e mezzo di prigione, interdizione dai pubblici uffici e il divieto di esercitare la professione di avvocato per ben cinque anni. Il tutto condito da una carcerazione, come riporta chi ha avuto modo di vederla nel suo carcere di Heidelberg, che molto spesso si avvale sadicamente di atteggiamenti persecutori: cibi talmente piccanti da risultare immangiabili, letture obbligate e così via. In sostanza la morte non solo “umana” e civile, comminata ad una donna colpevole solo di aver difeso il suo cliente, ma anche professionale: così si spezzano e si piegano i pericolosi nazisti e chi osa difenderli!
Chi ha studiato i metodi dell’Inquisizione avrà avuto sicuramente una sensazione di deja-vu: era proprio dei tribunali dell’Inquisizione, infatti, accusare il difensore di un accusato degli stessi crimini commessi da quest’ultimo. Così facendo si ottenevano due risultati: da una parte si impediva, a chi veniva accusato di una qualsiasi colpa, di difendersi correttamente; dall’altra si attuava una vera e propria opera di intimidazione nei confronti del mondo politico e civile: se chi difendeva una persona accusata di stregoneria veniva accusata di stregoneria essa stessa, diventava allora particolarmente difficile che l’accusato potesse trovare qualcuno disposto a rischiare la propria vita per difenderlo.
L’Europa delle libertà civili e della libertà di opinione, questioni sulle quali anche i nostri media nazionali cianciano spesso e volentieri a vanvera, mostra ancora una volta la maschera; la stessa Europa che vigliaccamente tace sulle quotidiani negazioni dei diritti umani (queste si vere e non “ideali”) dei palestinesi, oppure sul genocidio (questo si vero e dimostrato!) che gli occupanti americani stanno attuando in Iraq ed in Afghanistan, distribuendo giornalmente il loro carico di bombe e infettando i terreni delle popolazioni con le loro armi chimiche e batteriologiche. Tutti crimini contro l’umanità per i quali probabilmente mai nessun tribunale tedesco si muoverà per denunciare e giustiziare i colpevoli.
La stessa Europa che, oggi come ieri, utilizza metodi inquisitori per zittire ed annullare le voci controcorrente. Ieri era la stregoneria, oggi il revisionismo olocaustico. Cambia il dogma, ma non i metodi.
3 commenti:
Camerati, la storia dell'olocausto é una trappola. Se fosse provato (e da tutti accettato) che magari solo dieci giudei furono sterminati, credete voi che la festa sarebbe finita? Mai!Mai! Sarebbe infatti condannato colui che oserebbe dire che non furono dieci i giudei uccisi ma solo nove. In altre parole, non ha nessun senso cercar di trovare quanti giudei furono perseguiti. Il problema è tutt'altro: Se Hitler aveva ragione o no. [...] non aveva diritto di toccare neppure un capello di loro.
Ecco dunque il problema: Il Nazionalsocialismo aveva ragione adottando un'attitudine ostile a riguardo dei giudei? E se aveva ragione, perché aveva ragione?
Caro D.,
attenzione a certi commenti che rilasciamo sui sei milioni e sulla giustezza dell'uccisione dei sei milioni: basta un niente per farci chiudere; per quanto contiamo poco sono sempre lì, aspettano solo che scopriamo il fianco per puntare al fegato.
Domani dirò qualcosa di più...
Va bene. Ho capito. D'accordo
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