venerdì 12 dicembre 2008

Dall'Unione Europea un sussulto di dignità

I giorni scorsi l’Europa ha respinto una proposta di riconsiderazione dei rapporti tra Unione Europea ed Israele. L’accordo avrebbe riguardato una partecipazione di Israele ai programmi scientifici ed energetici dell’Unione Europea; non bisogna essere dei laureati in Scienze Politiche per capire che questo genere di accordi è spesso la sala d’aspetto per altri accordi ben più sostanziosi in materia di politica e cooperazione internazionale. In sostanza, uno Stato storicamente riconosciuto colpevole di spionaggio ai danni del suo migliore alleato, gli Stati Uniti, che ha violato decine e decine di risoluzioni ONU in materia di diritti umani, che sotto gli occhi colpevoli del mondo opprime un popolo che ha l’unica legittima ambizione di continuare a vivere nella propria terra, che è una minaccia per l’intero Medio Oriente con le sue 300-400 bombe atomiche e l’esplicita ammissione di non aver problemi ad usarle in futuro, uno Stato di tal genere avrebbe avuto accesso ai programmi scientifici dell’Unione Europea.
Incredibilmente l’Unione Europea, i cui cittadini dei rispettivi Stati (dove il dibattito su Israele e Palestina quantomeno viene avvantaggiato dalla mancanza dei tristi e squallidi personaggi comunisti che da noi equiparano l’antisemitismo all’antisionismo) sono evidentemente molto meglio informati dei nostri connazionali, ha avuto un sussulto di dignità: discussione rinviata a data da destinarsi fino a che Israele non “regolarizzerà” la situazione con i Palestinesi. Strano che Pannella e la Bonino (quella che ha avuto il coraggio di lodare gli americani per aver liberato le donne dal chador, dimenticandosi di specificare che tale opera di bontà è stata compiuta a suon di massacri di civili, bombardamenti e stupri) non abbiano organizzato un Israele Day, nel quale scendere tutti insieme in piazza come scimmiette a reggere la bandierina con la stella di David. Strano che nessuno abbia urlato all’antisemitismo dell’Unione Europea che finalmente traspare anche nelle decisioni pubbliche. Strano che nessuno Stato europeo sia ancora stato iscritto nel registro degli Stati-canaglia, al pari di Iran e Siria. Del resto, sembrava solo qualche anno fa che il generale israeliano Moshe Dayan minacciava l’Unione così: "Le nostre Forze armate sono la seconda o terza potenza al mondo. Abbiamo la capacità di portare il pianeta alla distruzione insieme a noi, e vi garantisco che è quello che succederà prima che Israele sparisca".
Da noi, viceversa, abbiamo anziani ultraottantenni che, se nel ’56 definivano come “controrivoluzionari” i morti che si immolarono contro la belva sovietica, oggi, in un acuto di ignoranza (voluta?) storica e politica, affermano che l’antisionismo è un antisemitismo mascherato. Oggi come ieri, i nostri governanti sono sempre in ritardo sui tempi. Pur di compiacere i loro occulti padroni e finanziatori, per loro è il minimo.

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