Mentre il cielo di Gaza si riempie di bombardieri, di fumo e delle urla dei bambini, colgo l’indifferenza del mondo dell'informazione non solo attraverso le parole della vuota e asservita diplomazia occidentale, ma anche in alcune telefonate ed emails che ricevo.
Franco Frattini afferma che è stato Hamas a violare il cessate il fuoco: mai parole furono pronunciate con più malafede. Hamas non ha violato nessuna tregua: quest’ultima è semplicemente scaduta e Hamas si è rifiutato di sottoscriverne un’altra (come del resto ha fatto anche Israele) a causa delle condizioni di vita dei palestinesi che Israele (che le ha definite, per bocca di un Olmert ridacchiante, “cura dimagrante”) non ha fatto niente per alleviare, né per migliorare. D’altro canto le condizioni di vita dei palestinesi sono sotto gli occhi di tutti, e persone come Mary Robinson – ex Presidente dell’Irlanda e funzionaria dell’ONU per i diritti umani – o Richard Falk – l’ambasciatore, sempre delle Nazioni Unite, al quale è stato vietato per sempre di rientrare in Israele perché aveva osato criticare le sofferenze inflitte dallo Stato ebraico alla Palestina – si sono espressi anche recentemente in maniera molto dura nei confronti di Israele. Ma niente, benché mano un’Europa che non sa andare oltre qualche insipida dichiarazione di circostanza, può fermare il popolo eletto da Dio dal distruggere un altro popolo per impossessarsi dei suoi territori.
Dire che Hamas ha rotto la tregua o che la tregua è scaduta ed Hamas non ha voluto sedersi ad un nuovo tavolo di negoziati (e come poteva, dato che in questi sei mesi Israele la tregua l’ha violata sistematicamente, con continui bombardamenti, chiusure dei valichi di frontiera, razionamento delle scorte di cibo, acqua e medicinali?) sono due cose ben diverse. Indurre volontariamente i meno informati – vale a dire la maggioranza degli italiani, unicamente presa in questi giorni dallo scambiarsi regali inutili o dall’abbuffarsi ad oltranza – in errore su questa questione, cioè se Hamas abbia davvero violato o no la tregua, è un proposito criminale. Ma non si creda che queste frasi e le dichiarazioni europoidi – miranti a far apparire Hamas e i palestinesi come “bestie che camminano su due gambe”, terroristi con i quali non si deve trattare e che non devono nutrire alcuna ambizione politica - siano solo deliberata malafede. Sono le componenti di una tattica precisa e lucida: la disumanizzazione dell’avversario, ora i palestinesi, in modo che quando questi verranno inceneriti dall’aviazione sionista il mondo non protesterà eccessivamente per la scomparsa di questi “terroristi”. Non fece la stessa cosa su scala mondiale la Francia, quando nella prima guerra mondiale diffamò impunemente la Germania, affermando che quest’ultima tirava i bambini in aria per poi infilzarli con le baionette? (Invenzione, beninteso, per la quale la Francia si scusò con la Germania al termine del conflitto) E’ solo un esempio, ma tanti altri se ne potrebbero fare, di una disinformazione che tutti i giornali e i telegiornali rifilano quotidianamente a piene mani. Pensiamo alle vittime civili: Israele ha detto che preverrà la crisi umanitaria (come sono umani!, direbbe Fantozzi) e i media, servili e acritici, hanno dato questa notizia in prima pagina. Vedete Israele come si preoccupa per le sofferenze dei palestinesi? Inoltre, se Israele ammazza i civili (più di 300, al momento in cui scrivo, senza contare i vari feriti e gli ingenti danni alle infrastrutture) la colpa è sempre di Hamas. Geniale. Sarebbe infatti Hamas a farsi scudo dei civili, avendo tutto l’interesse che il numero delle vittime salga costantemente per usare tutto questo in funzione anti-israeliana. Ma a nessuno è mai saltato in mente di far notare che una popolazione di un milione e mezzo di abitanti, chiusa ermeticamente in un’area inferiore a 400 chilometri quadrati, è uguale ad una scatola di sardine? E che pertanto è ovvio e scontato che qualunque bombardamento fa, quasi sempre, vittime civili? E se proprio si deve vedere chi utilizza gli scudi umani tra Israele e Hamas ci si faccia un giro su YouTube…
Disinformazione, che raggiunge l’obbiettivo. Come ho scritto all’inizio, percepisco l’odio atavico nei confronti dei palestinesi anche da qualche “camerata” che mi dice: “Stavolta i palestinesi hanno proprio esagerato: lancia un razzo oggi, lancia un razzo domani, alla fine Israele si incazza e fa un macello”. Questa frase è emblematica, è il sintomo di una malattia nel modo stesso di pensare. Innanzitutto dimostra la totale approssimazione con la quale si pretende, anche nella nostra area, di trasformare le questioni internazionali in chiacchera da salotto. Israele è uno Stato che, secondo le convenzioni internazionali, ha la totale responsabilità della popolazione che è sotto la sua occupazione militare: non può avere giramenti di testa, non può sbottare e “incazzarsi” massacrando i civili indiscriminatamente per vendicarsi di qualche razzo che non ha mietuto finora alcuna vittima. Dovrebbe rispettare, almeno in teoria, le convenzioni internazionali e le risoluzioni ONU, più di settanta, che ha sistematicamente disatteso in questi anni, le quali impongono ai sionisti di mettere in atto qualunque iniziativa umanitaria, sociale ed economica per far si che la popolazione palestinese nei territori occupati, che ricade sotto la giurisdizione israeliana, abbia garantiti livelli minimi di vita. Impedire agli ospedali di funzionare, razionare l’acqua ed il cibo, chiudere i valichi di frontiera in modo da chiudere i palestinesi in gabbia, fare il tiro a segno con i bambini, bombardare Gaza giornalmente… non mi sembrano cose particolarmente “umanitarie” da parte di Israele.
Ancora: sempre le leggi internazionali stabiliscono che una popolazione che è sotto occupazione militare – e i palestinesi lo sono – ha il diritto di intraprendere qualunque azione, specialmente militare, per combattere contro gli occupanti – e i sionisti lo sono.
Si dirà: ma Hamas è un gruppo estremista, va neutralizzato! Innanzitutto: da quando in qua si utilizza tale criterio per decidere chi sterminare? Come si stabilisce se un gruppo politico oppure una associazione è estremista o meno? Hamas è una forza militare che da sempre combatte l’occupazione della propria Patria: è forse estremismo questo? Sono i militanti di Hamas a rischiare la pelle per garantire, attraverso i cunicoli con l’Egitto che i palestinesi sono stati costretti a costruire per evadere dalla gabbia, che arrivino materiali, medicine e cibo. Sono i militanti di Hamas che garantiscono la sicurezza e l’addestramento delle forze di Polizia (anche perché diventare poliziotto è una delle poche possibilità, a Gaza, per avere un salario minimo garantito), senza le quali la striscia di Gaza diventerebbe una bolgia infernale. Sono i militanti di Hamas che fanno funzionare i pochi mezzi pubblici disponibili. E, tra l’altro, Hamas è legittimata dal sostegno della popolazione palestinese con le elezioni – considerate libere – del 2006, e deve fronteggiare quotidianamente i tentativi di insurrezione e di rovesciamento delle milizie di Al Fatah, armate dagli USA e da Israele dall’esterno. Per l’Europa che ciancia e straparla, spesso e a sproposito, di democrazia, di libere elezioni, di volontà popolare, questo dovrebbe essere la condizione minima ed indispensabile per poter considerare Hamas come una forza politica (lo è a tutti gli effetti) con la quale poter e dover dialogare.
Valgono ancora queste regole internazionali e di buon senso, o gli “eletti” hanno una speciale esenzione? Se si, che ce lo dicano chiaramente.
lunedì 29 dicembre 2008
Il massacro di Gaza, nell'indifferenza
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
2 commenti:
h
Ti diverti?
Posta un commento