martedì 16 dicembre 2008

Al-Zaidi e quelle scarpe che tanti avrebbero voluto lanciare

Muntather Al-Zaidi, il giornalista iracheno che ha tirato le sue scarpe a Bush, rischia fino a diversi anni di carcere. Muntather è un tipo di giornalista che in Italia non siamo più abituati ad avere; meglio, ne abbiamo una triste e squallida fotocopia, che di nome fa Marco Travaglio. Quello stesso Travaglio che riesce a parlare di tutto per non dire assolutamente niente; quel Travaglio che in decine e decine di occasioni che ha avuto per parlare ad Annozero (a proposito: ma se i media sono controllati perchè lui è sempre ospite privilegiato in varie trasmissioni?) della vicenda De Magistris, è riuscito clamorosamente a non dire la principale causa che ha innescato le due inchieste di "Poseidon" e "Why not": la massoneria. Quell'eroico Travaglio che, insieme al suo grande amico Beppe Grillo, evita tutti gli argomenti più scottanti: la massoneria, il signoraggio, le lobby di potere sioniste, e così via...
No, non possiamo proprio capire, noi italiani, il giornalista Muntather Al-Zaidi; corrispondente di una tv, Al Baghdadia, da sempre contro l'occupazione del suo suolo; torturato dagli invasori a stelle e strisce non è stato piegato, e si è rimesso in gioco per continuare il suo lavoro: cercare di informare la sua popolazione sulla vera natura dell'occupazione americana e sulle stragi perpetrate quotidianamente dai "liberatori". E i media nostrani quasi ironizzano su questo gesto, lo fanno passare per un atto di rabbia cieca a gratuita, e Muntather per il classico musulmano fanatico. Autore di lesa maestà al Presidente uscente del più grande Stato-canaglia della Terra: gli Stati Uniti. Il Balilla iracheno ha lanciato quel che poteva, le sue scarpe, gridando quello che è l'insulto che è sulla bocca di tutti i musulmani nei confronti del criminale Bush: "Cane!" Chissà quanti giornalisti e quanti politici avrebbero voluto insultare Bush, ma non l'hanno fatto, eterni servi del capitale e del vincitore, a prescindere da chi esso sia. E anche per Al-Zaidi vale quello che disse il sempre attuale Guareschi: "Quando la canaglia impera, la Patria degli onesti è la galera".

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