Martin Kramer è un influente membro dell’Università di Harvard, uno studioso apprezzato i cui interventi trovano sempre spazio sui media ufficiali e del web.
Appassionato sostenitore della causa israeliana, proprio in un recente viaggio nell’autodefinitosi Stato ebraico, ha esplicitamente espresso la propria preoccupazione per l’eccessiva prolificità dei palestinesi. E, ha aggiunto, sarà bene che Israele in primis, e la comunità internazionale poi, intervengano con adeguate misure per limitare le nascite degli arabi.
Per Kramer l’ostilità palestinese, che viene ipocritamente definita “terrorismo” da politici e pennivendoli conniventi, non è dovuta al fatto che la popolazione di Gaza è rinchiusa all’interno di un pezzetto di terra, oggetto di trattamenti inumani che sono stati condannati tantissime volte da organismi delle Nazioni Unite, vittima continua di bombardamenti che colpiscono deliberatamente la popolazione civile. Il fatto vero, ci dice l’illustre studioso, è che i palestinesi figliano troppo, mettono al mondo giovani che non ci fanno nulla (è Kramer ed i sionisti che decidono chi e come deve stare al mondo, ovviamente) su questa Terra, che non ha abbastanza risorse per tutti, e quindi si incazzano e vanno in giro a mettere le bombe.
Tali idee, se così si possono chiamare, non riprendono solo le secolari teoria maltusiane (ampiamente smentite e confutate) che la massoneria internazionale attua con scrupolosa meticolosità, ma fanno il verso anche alle preoccupazioni israeliane, dovute al fatto che la natalità dei palestinesi è di molto superiore a quella del popolo eletto, e quindi in un non molto lontano futuro gli ebrei potrebbero trovarsi in minoranza all’interno del loro stesso Stato. Urge, pertanto, quella che un viscido Olmert aveva definito, sghignazzando, la “cura dimagrante” da somministrare alla popolazione di Gaza.
Siamo alla definizione di incitamento al genocidio, così come stabilita dai vincitori di Norimberga, che pretesero di basare le loro accuse alla Germania Nazionalsocialista non sulla base della legislazione all’epoca vigente, ma su un nuovo impianto legislativo retroattivo: un abominio della tradizione giuridica occidentale. Ma, evidentemente, Norimberga si applica per i nemici e si interpreta per gli amici.
Ora, per capire la situazione, dovete fare sempre lo stesso giochetto. Immaginate che, in qualunque Paese, meglio se è uno di quelli sotto ricatto da parte degli USA e dei loro lacché, qualcuno in una conferenza esprima la teoria che alcune popolazioni sono più inutili delle altre, e che vadano quindi “ristrette” un poco. Immaginate anche che tali gruppi appartengano a quelle categorie che per definizione godono dello status di “specie protetta”, come avviene, tanto per fare un esempio, per i “funzionari” della innominabile lobby che ancora oggi siamo costretti a subirci ogni anno alla TV, piagnucolanti e pronti a puntare il loro ditino contro di noi per farci sentire mai abbastanza colpevoli e mortificati per avvenimenti storici sui quali hanno impresso con violenza il loro marchio di interpretazione. Sapete bene che cosa succederebbe, lo scenario si è ripetuto tante volte con Ahmadinejad, accusato (falsamente) di voler cancellare Israele dalle mappe geografiche: petizioni all’ONU con annesse e connesse faccine stupefatte dei nostri ministri (ce n’è uno, in particolare, che si prodiga in modo particolare per la innominabile lobby), proposte di sanzioni (le famose cure dimagranti) e, perché no, di bombardamenti su larga scala.
La cosa che stupisce il sottoscritto, comunque, non è tanto il fatto che un Kramer qualsiasi possa incitare allo sterminio dei palestinesi. Sappiamo bene che nei programmi di una certa elite incappucciata c’è in programma lo sfoltimento della popolazione mondiale, come sappiamo altrettanto bene che una parte di quella stessa elite incappucciata vi includerebbe i palestinesi di Gaza. Non stupisce neanche l’ipocrisia dei nostri governi. Stupisce, profondamente, che una questione del genere rimanga nel più assoluto anonimato. Stupisce che nessun politico si indigni per Kramer come si è indignato, a suo tempo, per le false accuse mosse contro il Presidente dell’Iran. Stupisce, in sostanza, che l’opinione pubblica non abbia gli anticorpi per reagire a questa brutalità e violenza. È un altro sintomo del nostro regresso come civiltà, quella stessa civiltà che pretendiamo di esportare all’estero a suon di bombe e massacri.
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