venerdì 8 gennaio 2010

Prove generali in Grecia?

L’amico Dimitri, qualche giorno fa, mi ha scritto da Atene quanto segue:

Andrea,

Ogni giorno centinaia di immigranti da Pakistan si adunano davanti il loro consolato, proprio nel centro storico di Atene, cioe' all'intersezione delle vie Plutarchu ed Ypsilantu. Dichiarano che hanno perso il loro documenti ed il console di Pakistan da a loro un altro documento, sul quale c'e' scritto che son entrati legalmente in Grecia ma han perduto il loro passaporte. Da quando Giorgio Papandreu è divenuto premier del mio paese, gli "immigranti" dal Pakistan radunati ogni giorno nel centro storico di Atene non sono più centinaia ma migliaia. Ed il governo greco ha gia' sottomesso alla Camera un progetto di legge, secondo il quale ogni "immigrante" che ha vissuto cinque anni in Grecia avra' il diritto di votare alle elezioni municipali e nazionali. Per capire che ciò significa, devi tener conto del fatto che gli abitanti in Grecia sono 10.000.000 dai quali tre milioni sono "immigranti" tali quelli del Pakistan.

Potresti fare un commento?

Dimitris Michalopoulos.


Ci provo, caro Dimitri, anche se rischio di diventare noioso e di sbagliare qualcosa, non abitando in Grecia e non essendo un grande esperto della situazione politica ed economica del Paese. Ma qualcosa, comunque sia, la conosco anche io.


Fu già su un numero di Limes di qualche mese fa (che non riesco più a trovare) che, dati alla mano, veniva spiegata la situazione della Grecia e dell’immigrazione: dati alla mano veniva mostrato come dalla Grecia arriva una parte non secondaria di quell’immigrazione che poi si riversa in Europa; la Grecia come porta d’accesso verso il continente, 150 mila persone (indiani, pachistani, iraniani, arabi) circa che ogni anno cercano di passare dalla Turchia. Logica voleva che gli europei provassero a mediare, ad instaurare una collaborazione proficua tra la Grecia, che vede premute le sue frontiere da una enorme massa di gente estranea, e l’Europa, (che in teoria dovrebbe essere) desiderosa di attuare il controllo sui propri confini. Invece, in questo senso, nulla è stato fatto.


La nazione greca si trova, attualmente, a gestire una gravissima crisi economica che ha portato a mesi e mesi di guerra civile, con le autorità governative incapaci di garantire il controllo del territorio e la sicurezza, ed alla vittoria del Pasok (il più grande partito greco di sinistra) di George Papandreu ad ottobre dell’anno scorso. Mi scrive Dimitri. Da quando c’è la sinistra al potere i clandestini non sono più centinaia, ma migliaia. Tutti pronti ad entrare in Europa. E vogliono concedere loro pure il diritto di cittadinanza dopo cinque anni di permanenza sul suolo greco; Gianfranco Fini ha trovato un degno compare, par di capire.


Il tutto mentre la Grecia si trova ad affrontare una delle crisi economiche più gravi di tutta la sua storia. Una percentuale di disoccupati che supera il 15% - e che l’enorme massa di immigrati che cerca di stabilirsi in Grecia e in Europa non potrà di certo contribuire ad abbassare – un debito pubblico tra i peggiori della zona euro (oltre il 120% del PIL) ed un deficit di bilancio oltre i 12 punti percentuali; tutti dati aggravati dal declassamento dei titoli greci da parte delle agenzie di rating europee ed americane (le stesse che, solo qualche mese fa, giudicavano ottimamente gli swaps ed i mutui subprime, e che continuano ad essere ascoltate con attenzione e rispetto dai mercati che hanno contribuito a defraudare e truffare).


La Grecia, come dicevamo, è in una situazione estremamente precaria che ha portato lo stesso Papandreu a paventare rischi per la sovranità nazionale dello Stato greco. E se solo nei primi giorni di dicembre Giorgio Papaconstantinu, Ministro delle Finanze, affermava che la Grecia avrebbe risolto i suoi problemi da sola, senza pesare eccessivamente sulle spalle dell’Europa, mancano solo poche ore agli incontri che la Grecia da una parte e l’Europa dall’altra terranno per attuare quello che viene definito un piano di risanamento. Ma come intendono i piani di risanamento i maghi della finanza lo abbiamo capito, purtroppo a nostre spese, e lo hanno capito soprattutto in Africa e in America Latina: tagli alle pensioni, tagli alla scuola, tagli allo stato sociale, privatizzazione di tutti i settori vitali dello Stato, apertura al libero mercato totale, liberalizzazione dei capitali. Con gravi ripercussioni sulla società, a rischio guerra civile.


Che cosa c’entra tutto ciò con quanto mi ha raccontato Dimitri? Che i governanti europei non hanno ancora capito una cosa: soprattutto in tempi di vacche magre per l’Europa, quando le aziende sono incapaci di produrre e le famiglie di comprare, quando l’economia va a rilento, accettare passivamente una enorme massa di clandestini significa affondare definitivamente sotto tutti i punti di vista. In questo senso i dati della Grecia, come mi fa notare sempre il camerata Dimitri, sono allarmanti: su 10 milioni di abitanti circa, gli immigrati sono all’incirca tre milioni. E a rischio non sono solo gli equilibri sociali, ma anche quelli delle dinamiche produttive ed economiche: tre milioni di immigrati in più che per i lavoratori greci significano una concorrenza spietata. E anche per noi.


È così difficile capire che, se non c’è lavoro per 10 persone, è ancor meno probabile che ve ne sia per 50? E che quel poco lavoro che c’è sarà concesso agli immigrati, meno sindacalizzati e più malleabili alle esigenze padronali? Assolutamente no. Forse agiscono proprio spinti da questa consapevolezza: defraudando l’Europa delle sue ultime risorse spirituali e culturali i cittadini diventeranno una massa amorfa, manovrabile a piacimento dei grandi potentati politici ed economici.


Stanno forse facendo le prove generali con la Grecia, imponendo austere e rigorose misure di contenimento fiscale, a spese del tenore di vita della maggior parte della popolazione, per poter azzerare la sua sovranità e poter imporre anche lì il dogma fallimentare del libero mercato,. magari in un nuovo modello di ordine europeo o mondiale da esportare?


4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho letto che i cinesi che sono pieni di dollari,cioe' carta senza valore,vogliono aiutare la grecia e cosi' la grecia puo' ripagare con la stessa spazzatura l'fmi.
Certo i cinesi ci guadagnano pero' e' una soddisfazione vedere le reazioni degli americani.Tanto sono gli stessi dollari che avrebbero dato loro.
Legge del taglione???
Ciao.

Andrea Chessa ha detto...

Dubito che il Fondo Monetario Internazionale - testa d'ariete dei grandi gruppo mondialisti e giudaico-massonici - accetterà mai un risanamento che non sia quello da lui stesso imposto.

La Grecia potrebbe anche accettare aiuti dalla Cina, e provare a ripagare il FMI: ma questo non provocherebbe un ulteriore abbassamento di capitali?

Anonimo ha detto...

Magari avremo una seconda battaglia di Maratona e delle Termopili.
Non dicono che la grecia ci diede la civilta'?
Adesso sono piccoli stati contro le banche:Grecia e Islanda,chissa' che non diano fuoco alle polveri!
Sempre che non facciano incosciamente il gioco delle banche.
Ciao.
Giuseppe

Andrea Chessa ha detto...

E' di quello che ho paura. Sappiamo molto bene come agiscono le istituzioni europee, e il FMI in particolare, in questi casi.

Un saluto