L’apocalisse si è abbattuta su Haiti. Mancano pochi minuti alle diciassette, ad Haiti; da noi sono quasi le undici. E di colpo la terra trema, butta giù come foglietti di carta la Chiesa, il Trinitè e Maternità, il palazzo presidenziale, gli edifici dell’ONU, e migliaia di altre case.
Sono solo pochi secondi di inferno, passati i quali vi sono alcuni secondi di silenzio di fine del mondo. E sembra proprio che la società haitiana si sia completamente sgretolata, tra la macerie e la polvere.
I morti sono stimati tra i 100.000 e il mezzo milione; sono talmente tanti che qualunque strumento matematico e di conteggio si infrange senza speranza conto le urla di chi è rimasto sotto le macerie, i feriti che strepitano, i bambini che si aggirano senza speranza cercando di trovare i loro genitori. Sembra che la mano di un gigante vendicativo si sia scagliata con furia e violenza contro il paesaggio haitiano.
Il mondo si è messo in moto. Conta salvare i superstiti che sono sotto le macerie, aiutare le donne incinte e i bambini. Servono medicinali, cibo, acqua, coperte e abitazioni prefabbricate, per lenire almeno un poco il dolore di questa popolazione già martoriata, contro il quale il destino sembra volersi accanire con sadica volenza.
Sono solo pochi secondi di inferno, passati i quali vi sono alcuni secondi di silenzio di fine del mondo. E sembra proprio che la società haitiana si sia completamente sgretolata, tra la macerie e la polvere.
I morti sono stimati tra i 100.000 e il mezzo milione; sono talmente tanti che qualunque strumento matematico e di conteggio si infrange senza speranza conto le urla di chi è rimasto sotto le macerie, i feriti che strepitano, i bambini che si aggirano senza speranza cercando di trovare i loro genitori. Sembra che la mano di un gigante vendicativo si sia scagliata con furia e violenza contro il paesaggio haitiano.
Il mondo si è messo in moto. Conta salvare i superstiti che sono sotto le macerie, aiutare le donne incinte e i bambini. Servono medicinali, cibo, acqua, coperte e abitazioni prefabbricate, per lenire almeno un poco il dolore di questa popolazione già martoriata, contro il quale il destino sembra volersi accanire con sadica volenza.
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