Tempo fa, nel mio lungo intervento “Pedofilia e potere” (http://chessaandrea.blogspot.com/2009/06/pedofilia-e-potere-prima-parte.html), avevo scritto dei cosiddetti snuff-films, cioè filmati ripresi dal vivo, quindi veri e senza effetti speciali, in cui ragazze o minori (spesso di pochi anni o perfino neonati) vengono violentati e perfino uccisi. Lo scambio di questi filmati spesso avviene manualmente – in modo da impedire l’intercettazione ambientale dei files su internet – e solo tra persone che si conoscono bene tra di loro. Avevo collocato la questione all’interno della più grande controversia sulla pedofilia, ed avevo specificato che il pedofilo non è solo e semplicemente un orco: spesso è un dottore, un insegnante, un medico, un avvocato, oppure esponenti politici (come dimostrò il video “The conspiracy of silence”, che testimomoniò il sollazzo dei repubblicani americani tra orge sataniche e sacrifici umani, e che nessuna TV americana ebbe il coraggio di mandare in onda); insomma, una persona perfettamente inserita nella società, spesso in posizioni di rilevanza sociale ed economica.
Qualche lettore mi aveva accusato, in quell’occasione, di essere un “complottista” che si lasciava abbindolare da tutte le peggiori leggende metropolitane. O, nel migliore dei casi, di aver esagerato (nonostante avessi specificato che la stragrande maggioranza degli snuff-films sono una sottobranca dell’horror, violenti e raccapriccianti, ma pur sempre finti).
Non me la presi a suo tempo con questi lettori, che erano sicuramente in buona fede. A volte fissare la mostruosità può portare al dolore cieco ed alla pazzia. È difficile pensare che ci siano esseri umani capace di fare certe cose sui loro simili, ed è senza più dubbio più semplice che siano tutte delle invenzioni, e girare la faccia.
Ieri diversi quotidiani locali e nazionali hanno scritto di come le forze dell’ordine siano incappate in un traffico di film pedopornografici con riprese sui minori fatte dal vivo (snuff-films, anche se, a quanto ho letto, nessuno ha usato questo termine), il tutto grazie al programma per computer Emule, che consente di scambiare grandi quantità di files tra utenti diversi. Questo dimostra essenzialmente una cosa, a parere di chi scrive: che il fenomeno si espande e si avvia a diventare un fenomeno di grandi dimensioni. Non siamo più al livello delle vecchie VHS o delle pellicole per fotocamera passate di mano in mano: parliamo di grandi quantità di utenti, che utilizzano dei messaggi cifrati per poter individuare in rete contenuti dai titoli apparentemente innocenti ed insignificanti in cui si violentano e si uccidono, con torture inenarrabili, donne e bambini. Hanno fatto il grande salto.
Tutto questo per dire che cosa? Che il problema c’è, esiste, ed è un mostro che si aggira tra di noi. E i mostri, per poterli sconfiggere, bisogna guardarli negli occhi. Anche se ciò può portare alla pazzia.
Qualche lettore mi aveva accusato, in quell’occasione, di essere un “complottista” che si lasciava abbindolare da tutte le peggiori leggende metropolitane. O, nel migliore dei casi, di aver esagerato (nonostante avessi specificato che la stragrande maggioranza degli snuff-films sono una sottobranca dell’horror, violenti e raccapriccianti, ma pur sempre finti).
Non me la presi a suo tempo con questi lettori, che erano sicuramente in buona fede. A volte fissare la mostruosità può portare al dolore cieco ed alla pazzia. È difficile pensare che ci siano esseri umani capace di fare certe cose sui loro simili, ed è senza più dubbio più semplice che siano tutte delle invenzioni, e girare la faccia.
Ieri diversi quotidiani locali e nazionali hanno scritto di come le forze dell’ordine siano incappate in un traffico di film pedopornografici con riprese sui minori fatte dal vivo (snuff-films, anche se, a quanto ho letto, nessuno ha usato questo termine), il tutto grazie al programma per computer Emule, che consente di scambiare grandi quantità di files tra utenti diversi. Questo dimostra essenzialmente una cosa, a parere di chi scrive: che il fenomeno si espande e si avvia a diventare un fenomeno di grandi dimensioni. Non siamo più al livello delle vecchie VHS o delle pellicole per fotocamera passate di mano in mano: parliamo di grandi quantità di utenti, che utilizzano dei messaggi cifrati per poter individuare in rete contenuti dai titoli apparentemente innocenti ed insignificanti in cui si violentano e si uccidono, con torture inenarrabili, donne e bambini. Hanno fatto il grande salto.
Tutto questo per dire che cosa? Che il problema c’è, esiste, ed è un mostro che si aggira tra di noi. E i mostri, per poterli sconfiggere, bisogna guardarli negli occhi. Anche se ciò può portare alla pazzia.
1 commento:
Mi viene da vomitare...
Alessio
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